la fronda dei 24 contro Clinton di Paolo Passarini

Per ora non lasciano il partito democratico, ma combatteranno r«estremismo delle due parti» Per ora non lasciano il partito democratico, ma combatteranno r«estremismo delle due parti» la fronda dei 24 contro Clinton Nasce The Coalition, il gruppo del centro WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per i democratici si tratta di un altro squillante campanello d'allarme. Pur assicurando di non avere alcuna intenzione di abbandonare il partito, due dozzine di deputati democratici «moderati e conservatori» si sono costituiti in gruppo autonomo. «The Coalition» - così si chiama il nuovo raggruppamento - si propone innanzitutto di trovare costruttivi punti d'incontro con la nuova maggioranza repubblicana in Congresso, di combattere gli estremismi in entrambi gli schieramenti e di risolvere i problemi con «buon senso». La formazione del gruppo conferma l'estremo nervosismo che serpeggia nel partito dell'Asinelio dopo la secca disfatta elettorale del novembre scorso. E conferma anche l'estesa insoddisfazione dei democratici verso la presidenza Clinton, che venne eletto come democratico moderato e si ò poi, secondo molti, rivelato un «liberal» tradizionale sulle questioni di fondo. L'annuncio della costituzione del gruppo è stato dato proprio mentre il capogruppo democratico alla Camera, il «liberal» Dick Gephardt, stava tenendo una conferenza-stampa per sostenere la proposta di alzare il salario orario minimo, che i deputati di «The Coalition» avversano con tutte le loro forze. Gephardt, in evidente imbarazzo. ha risposto a una domanda in proposito cercando di mettere in evidenza l'aspetto positivo, se così si può dire, della spaccatura: «Prendo atto - ha detto del fatto che 24 deputati democratici hanno deciso di rimanere democratici». Come dire: avrebbe potuto andare anche peggio. Subito dopo le elezioni di novembre, un importante senatore democratico, Phil Shelby dell'Alabama, attraversò le linee e cambiò partito. Altri parlamentari democratici stanno vacillando. Uno dei grossi fenomeni verificatisi nel voto di novembre è stata la sconfitta dei democratici nel Sud, che avevano controllato ininterrottamente per decenni. L'Alabama è uno Stato del Sud, e se si va a leggere l'elenco degli aderenti a «The Coalition» si può notare che, con rare eccezioni, si tratta di parlamentari del Sud: Alabama, Arkansas, Oklahoma, Tennessee, Virginia, Georgia, Mississippi. La Georgia, poi, è anche lo Stato che esprime Newt Gingrich, la nuova stella della destra repubblicana. Il capo del gruppo, il deputato Gary Condit, viene dalla California, dove è governatore Pete Wilson, un uomo che potrebbe facilmente diventare il candidato repubblicano per la Presidenza o per la vicepresidenza nel '96. La perdita del Sud e quella di gran parte del medio ceto bianco sono stati i due fattori fondamentali della sconfitta democratica di novembre. Ma il padre della sconfitta viene chiaramente identificato da gran parte del partito in Bill Clinton. Il dito contro di lui venne apertamente puntato nel dicembre scorso in un'assemblea dei «nuovi democratici», il vasto raggruppamento di democratici moderati dal quale lo stesso Presidente proviene. La costituzione di «The Coalition» segnala un dissenso ancora più radicale. Appare di conseguenza molto probabile che questa area del partito nel suo insieme esprima durante il processo che porterà al voto del '96 un proprio candidato in antagonismo a Clinton. La storia recente del partito democratico insegna che un Presidente debole viene regolarmente sfidato dall'interno e con forza. Lyndon Johnson si ritirò dalla corsa per la rielezione, sfidato da Walter Mondale e Robert Kennedy. Jimmy Carter stava per non essere ricandida- to, dopo essere stato sfidato con determinazione da Ted Kennedy. Si prevede che anche Clinton verrà sfidato. Sulla sinistra, probabilmente, dovrà fare i conti con Gephardt. Ma comincia a circolare un grosso nome per quanto riguarda il can¬ didato dell'ala moderata del partito. Si tratta dello stimatissimo senatore del New Jersey Bill Bradley, noto anche in Italia come «playmaker» della Simmenthal negli Anni '60. Paolo Passarini Bill Bradley senatore del New Jersey ed ex giocatore di basket si profila come sfidante di Clinton