«Violenti si nasce ecco la prova» di Fabio Galvano

E negli Usa un condannato a morte ricorre in appello: «Sono fatto per uccidere» E negli Usa un condannato a morte ricorre in appello: «Sono fatto per uccidere» «Violenti si nasce, ecco la prova» Scienziati olandesi: abbiamo scoperto il gene LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La violenza come elemento genetico, quindi individuabile grazie a una nuova tecnica - già nel feto. Suonano campanelli d'allarme di fronte a quest'ultimo passo sul terreno ancora molto inesplorato del gene: soprattutto per il corollario di licenza scientifica e di potenziale discriminazione, quindi per il rischio di una «ingegneria genetica», che esso comporta. E già questa scoperta del «seme della violenza», conseguita dai ricercatori olandesi dell'università di Nijmegen, trova applicazioni giuridiche in America con un assassino che si appella contro la condanna a morte adducendo la sua predisposizione genetica, affermando cioè di essere «nato per uccidere». Compare il feto classificabile come criminale, con tutte le tremende ripercussioni di quella sua presenza. E' da sopprimere? Nessuno, per ora, osa pronunciarsi. Tutto è cominciato a Nijmegen con una serie di esperimenti su una famiglia con una storia di turbe psichiche e di comportamenti impulsivi e violenti. I maschi con quelle caratteristiche rivelavano tutti un gene difettoso nella codificazione di un enzima (la monoamina oxidase A) che controlla i livelli di trasmettitori chimici classici quali serotonina, noradrenalina e dopamina. Su quella ricerca se n'ò innestata un'altra, dell'università del Colorado, coordinata dal professor Greg Carey. «Non c'è dubbio - egli dice - che i geni influisca¬ no sul comportamento». Per quanto complicata, l'immagine presentata a un seminario londinese organizzato dalla Ciba Foundation apre da una parte nuovi sentieri di ricerca e fa esplodere dall'altra un problema etico con cui il mondo scientifico dovrà confrontarsi. La parola d'ordine, per ora, è «prudenza», anche se le sperimentazioni stanno dando risultati coerenti. Gli stessi livelli di comportamento criminale individuati fra coppie di gemelli identici, ha illustrato il professor Carey, sono presenti anche fra coppie di gemelli separati e dati in adozione, quindi allevati in ambienti diversi e legati soltanto da elementi genetici. Un altro studioso americano, il dottor Stephen Maxson del¬ l'università del Connecticut, conferma dalle sue esperienze sugli animali lo stretto rapporto fra gene e violenza; ma anche la possibilità di introdurre mutazioni capaci di influire sull'aggressività. Il professor Rene Hen, della Columbia University, e un gruppo di colleghi francesi hanno prodotto una famiglia di topi senza uno dei 13 ricettacoli cerebrali per la serotonina e hanno osservato una più bassa soglia di reazione di fronte a eventuali intrusi nel nido. «Ci dev'essere un collegamento con l'esperienza olandese - ha affermato il professor Hen - poiché uno degli effetti della monoamina oxidase è di modulare il livello della serotonina». Fabio Galvano

Persone citate: Greg Carey, Stephen Maxson

Luoghi citati: America, Colorado, Connecticut, Londra, Usa