Clinton chiama Eltsin «In Cecenia esageri» di Paolo Passarini

10 Gelida telefonata tra i due Presidenti, mentre a Grozny la tregua è subito infranta dalle cannonate Clinton chiama Eltsin «In Cecenia esageri» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bill Clinton, por la prima volta di persona c a viva voce, ha spinto Boris Eltsin «a alleviare lo sofferenze in Cecenia e a trovare xina soluzione in accordo con le regole internazionali». Il presidente degli Stati Uniti non parlava direttamente con Eltsin dal dicembre scorso, quando i due si incontrarono al vertice di Budapest. Questo è stato interpretato da molti osservatori come il segno di un raffreddamento dei rapporti tra i due presidenti. Ma, se questo e vero, la telefonata di lunedì notte non va interpretata come un segno di disgelo. Sembra sia anzi il frutto della recente visita a Washington del cancelliere tedesco Helmut Rolli, che ha chiesto a Clinton di mandare a Eltsin «un segnale forte». Perdipiù, mentre in Cecenia la tregua è stata subito infranta dalle cannonate, il governo americano ò sempre più prooccupato per quello che, con un eufemismo diplomatico, viene chiamato «lo stato di salute» del presidente russo. Su questo punto ieri il «New York Times» ò intervenuto con brutale franchezza. In un editoriale anonimo della direzione, pubblicato in testa alla pagina dei commenti, il quotidiano di New York ha rilevato che «la capacità del signor Eltsin di governare la Russia è adesso seriamente in questione». L'editoriale prendeva le mosse dalla sconcertante apparizione di Eltsin, venerdì della scorsa settimana, a una riunione con i rappresentanti delle 12 repubbliche ex sovietiche in Kazakhstan. «In un momento in cui la sua presidenza era malamente scossa per il brutale attacco russo in Cecenia, il signor Eltsin ò stato visto barcollare su un marciapiede di Almaty, aggrappandosi disperatemente ai suoi collaboratori per trovare sostegno». «La sua faccia era gonfia e giallastra continuava l'articolo. - Prima di cancellare una conferenza- stampa, il signor Eltsin ha cercato di rispondere ad alcune domande estemporanee e non era quasi capace di parlare». «Dopo anni di domande schivate sulla sua salute e il suo problema con l'alcol - concludeva l'articolo - il signor Eltsin deve al suo Paese e al mondo una sincera spiegazione. Non può aspettarsi di mantenere l'autorità quando sembra incapace di esercitarla e mentre continua a rifiutarsi di offrire spiegazioni». Questa presa di posizione durissima e senza precedenti da parte del «New York Times» riflette senza dubbio una crescente preoccupazione dell'amministrazione americana riguardo a Eltsin, sul quale ha puntato tutte le sue carte. Cecenia a parte, i rapporti tra Stati Uniti e Russia hanno manifestato segni di deterioramento negli ultimi mesi. Oltre ai dissensi manifestatisi proprio a Budapest rispetto al progetto americano di allargamento della Nato, americani e russi hanno spesso litigato alle Nazioni Unite. In Cecenia, Eltsin è apparso non in grado di controllare la situazione e adesso si temono altri, imminenti disastri. La tregua firmata lunedì è stata violata ieri: le due parti si sono scambiate razzi, cannonate e colpi di mortaio. I massacri potrebbero ripartire presto. Paolo Passarini «Qui vive gente pacifica», è scritto su questa casa di Grozny