Hebron, ritorna l'incubo di Aldo Baquis

Hebron, ritorna l'incubo Hebron, ritorna l'incubo Si spara (un morto), paura di attentati TEI, AVIV NOSTRO SERVIZIO Un anno dopo la strage compiuta dal colono israeliano Baruch Goldstein, ieri a Hebron (Cisgiordania) sono avvenuti nuovi tumulti nel corso dei quali un ragazzo palestinese è rimasto ucciso dal fuoco dei soldati. In città la situazione è tornata ad essere esplosiva: mentre i coloni si apprestano a commemorare domani l'autore della strage (da loro definito «un sant'uomo»), il sindaco Mustafa Natshe è tornato a chiedere lo sgombero immediato da Hebron di militari e coloni israeliani: «Temiamo che ci saranno nuovi Goldstein - ha detto -. La coesistenza è impossibile, bisogna che se ne vadano. Vogliamo tornare a respirare». Il ritiro israeliano dai centri urbani palestinesi della Cisgiordania sarà uno degli argomenti che verranno affrontati dal premier israeliano Yitzhak Rabin e dal presidente dell'Autorità palestinese Yasser Arafat quando domani si incontreranno, per la seconda volta in una settimana. Era il 25 febbraio 1994 quando Goldstein penetrò nella Tomba dei Patriarchi di Hebron, fece ingresso nella sala di Isacco (che funge da moschea) e falciò a raffiche di mitra i fedeli islamici che recitavano le preghiere del Ramadan: 29 palestinesi furono uccisi e altri cento feriti. Nelle ore successive gli incidenti dilagarono nei Territori e l'esercito israeliano aprì il fuoco sui dimostranti: secondo fonti palestinesi, ilt>ilancio di quella giornata fu di 54 morti. Ieri, nell'anniversario della strage (secondo il calendario islamico), Hamas ha dunque decretato una giornata di sciopero e di lotta. Nel campo profughi di AlFawar, a Sud di Hebron, si sono viste scene classiche da Intifada: copertoni in fiamme, pietre deposte sull'asfalto, bottiglie incen¬ diarie. L'esercito israeliano è tornato ad aprire il fuoco sui dimostranti, uccidendone uno e ferendone cinque. «Ormai a Hebron la gente non ha più motivo di credere nei negoziati di pace con Israele», ha constatato il ministro palestinese per le Comunicazioni. Anche nel vicino insediamento ebraico di Kiryat Arba a dodici mesi dalla strage gli animi sono ancora più esasperati. La tomba di Goldstein è divenuta una meta di pellegrinaggio. «Il suo esempio - ha detto ieri Gheula Cohen, ex parlamentare del Likud che oggi vive a Kiryat Arba - potrebbe essere emulato da altri coloni qualora il governo israeliano ci abbandonasse al nostro destino». Mentre a Hebron si paventano dunque «nuovi Goldstein», le autorità israeliane sono state poste in stato di preallarme nel timore di attentati suicidi islamici nell'anniversario della strage. Aldo Baquis

Persone citate: Baruch Goldstein, Cohen, Goldstein, Mustafa Natshe, Yasser Arafat, Yitzhak Rabin

Luoghi citati: Cisgiordania, Hebron, Israele