l'Armata del mistero in marcia su Kabul

In tre mesi hanno conquistato un terzo dell'Afghanistan, in fuga le forze di Hekmatyar In tre mesi hanno conquistato un terzo dell'Afghanistan, in fuga le forze di Hekmatyar l/qrmtrta del mistero in mania su Kabul Gli «studenti di teologia» sbaragliano i mujaheddin KABUL. Una nuova forza guerrigliera, sconosciuta fino a tre mesi fa, sta conquistando l'Afghanistan a spese dei «mujaheddin» che negli Anni Ottanta avevano sconfitto gli invasori sovietici ma poi avevano dato il via a una guerra civile senza fine che ha fatto almeno 20 mila morti. Mentre l'Onu stava mettendo a punto un accordo di cessate-il-fuoco, le neonate milizie dei «laleban» («studenti di teologia»), che in poche settimane già erano riuscite a conquistare sei delle ventinove province del Paese, hanno preso ieri il quartier generale del leader integralista Gulbuddin Hekmatyar, appena 25 km a Sud di Kabul, e ora hanno la via aperta per marciare verso la capitale, controllata dal presidente Burhanuddin Rabbani. La presa di Charasyab, da dove i miliziani di Hekmatyar martellavano Kabul con razzi, mortai e artiglieria, è avvenuta con sorprendente facilità. Il partito di Hekmatyar, lo Hezbi-Islami, ha abbandonato la roccaforte quasi senza combattere e lasciandosi alle spalle buona parte delle armi pesanti. Secondo un portavoce del movimento, Hekmatyar e i suoi fe¬ delissimi si sono rifugiati nella città di Sarobi, 60 chilometri a Est di Kabul. Altre fonti dell'Hezb-i-Islami, citate da radio Teheran, riferiscono che mentre i taleban attaccavano Charasyab da Sud, le forze di Rabbani hanno bombardato da Nord le posizioni di Hekmatyar stringendo i suoi miliziani in una morsa. «Congratulazioni. La tana del guerrafondaio è stata distrutta» ha commentato radio Kabul la caduta di Charasyab. Contemporaneamente le forze del presidente Rabbani hanno attaccato in altre direzioni, bombardando le postazioni della fazione sciita filo-iraniana dello Hezb-i-Wahdat, a Ovest di Kabul, e riconquistando la città di Kunduz, 250 chilometri a Nord della capitale. A Kunduz erano entrati appena pochi giorni fa i miliziani di Rashid Dostam, il generale uzbeko recentemente alleatosi con Hekmatyar. Nonostante le apparenze, non ò affatto chiaro se questa offensiva congiunta di Rabbani e dei taleban sia il frutto di un accordo sul futuro assetto del Paese. Ieri il presidente Rabbani, il cui mandato è scaduto il 28 dicembre, di fronte all'avanzata degli «studenti di teologia» ha chiesto all'Onu di accelerare il varo di un governo di transizione che dovrebbe comprendere tutte le fazioni. I taleban non intendono però partecipare alla coalizione, che dovrebbe essere varata il giorno 18, e dicono di voler marciare su Kabul e disarmare tutte le altre fazioni, compresa quella di Rabbani. [e. st.] non ò affatto chiaro se questa offensiva congiunta di Rabbani e dei taleban sia il