Bufera sullo «sponsor» Bnl

Bufera sullo «sponsor» Bnl Bufera sullo «sponsor» Bnl Dirti: va punito il direttore di Bologna ROMA. E ora nella competizione tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi scoppia anche la guerra delle «sponsorizzazioni». Una guerra che è stata dichiarata dal presidente del Consiglio, Lamberto Dini, e rischia di avere già una vittima: il direttore della Banca Nazionale del Lavoro di Bologna, infatti, rischia di perdere il posto. Cos'è successo? Nelle riprese televisive della conferenza stampa nella quale Prodi ha presentato il suo movimento dell'Ulivo è comparso più volte alle sue spalle il logo della Bnl. Il marchio della banca sul cartellone seguiva il numero di conto corrente dove i sostenitori del candidato possono versare i loro contributi alla campagna elettorale. Ma quella motivazione non ha convinto Dini più di tanto: il presidente del Consiglio, infatti, si è lamentato con la direzione dell'istituto bancario - una banca pubblica, di cui il governo è l'azionista principale attraverso il ministero del Tesoro - perché quelle riprese possono aver ingannato i telespettatori, possono aver dato l'impressione che tra gli sponsor della candidatura Prodi ci sia anche la Bnl. Così, detto fatto, Dini ha convocato il direttore generale del Tesoro, Draghi, e gli ha chiesto di svolgere delle indagini. «In questo modo - è la battuta ironica usata dal capo del governo - rischia di venir meno la par condicio bancaria». Draghi ha girato le richieste di chiarimento a Mario Sarchielli, presidente della Bnl. E, infine, come sempre avviene in questi casi, l'uomo che adesso rischia di perdere il posto è quel povero dirigente della filiale di Bologna, cioè la cosidetta «ultima ruota del carro». In realtà, questa polemica - che non sarà di certo l'ultima - fa parte delle scaramucce tra i due schieramenti che si fronteggeranno alle prossime elezioni: il centro-destra di Silvio Berlusconi e il centro-sinistra di Prodi. Dini, infatti, fa parte a pieno titolo dello schieramento di centro-destra, ne è imo degli esponenti più autorevoli (si dice che in caso di vittoria del centrodestra potrebbe ancora guidare il governo dopo il voto) e probabilmente nelle prossime elezioni per la prima volta si presenterà nelle liste di Forza Italia. Dall'altra parte, invece, c'è Paolo Sarcinelli, da sempre uomo dell'ex governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi, cioè di un personaggio che è considerato uno dei grandi elettori di Prodi. Inoltre per capire questa «strana» polemica e l'atteggiamen¬ to severo del premier, c'è da ricordare che Dini è sempre stato osteggiato in Bankitalia dal partito di Ciampi e di Sarcinelli. Rimane, infine, un dato: in Italia tra le tante norme che mancano per rendere meno «pesante» questo scontro diretto tra candidati, c'è anche quella che regola l'uso dei marchi celebri nelle manifestazioni pubbliche. E anche per questa carenza se ne vedranno delle belle nella prossima campagna elettorale. [r. r.] «Conferenza stampa con il marchio alle spalle di Prodi» Il presidente del Consiglio Lamberto Dini

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