«Non siamo un'azienda-partito»

«Non siamo un'azienda-partito» «Non siamo un'azienda-partito» Confalonieri: ma se ci tolgono due reti, siamo distrutti IL PRESIDENTE FININVEST IMILANO fondi neri, dottor Confalonieri. Ormai si parla di decine di miliardi di fondi neri Fininvest... «Senta, vuol sapere la verità? Ma senza farmi dire volgarità...». Dica pure, dottore «Quella è roba del Cavaliere e della sua famiglia. Quattrini suoi. Mi lasci dire: fatti suoi». Ma non è stravagante mettere tutti quei soldi, 37 miliardi, in libretti al portatore? «I libretti al portatore sono libretti al portatore, no? Senta, sono conti regolari su cui sono state pagate le tasse alla fonte, come previsto dalla legge. Conti aperti intorno all'88-89 su cui sono stati versati i redditi di famiglia». Ma quei nomi di fantasia... Colpisce che uno dei maggiori capitalisti europei tenga il suo malloppo in una banca della provincia lombarda, la Popolare di Abbiategrasso. Non le pare? «Sono numeri, sono nomi. Nel pieno rispetto della legge bancaria. Insomma sono libretti al portatore. La banca, poi. E che c'è di strano? Noi lavoriamo con quella banca da una ventina d'anni almeno». Ma quei movimenti di denaro a favore di un latitante, di quel Comincioli... «Guardi, quel latitante possiede una società. Se quella società vantasse dei crediti verso Fininvest noi dovremmo pagarglieli, latitante o meno. Ma ho fatto fare i miei controlli proprio stamane: non risulta nulla». Niente fondi neri, quindi... «Fondi neri e fondi neri... E prima dovranno dimostrarlo che sono fondi neri, almeno secondo quanto prevede il nostro codice. O no? Si tratta, lo ripeto, di soldi di famiglia. Ma qui in ballo c'è il futuro nostro, la nostra azienda. Altro che fondi neri...». Ecco, dottor Confalonieri, veniamo al sodo. C'è un complotto contro la Fininvest? «No, io non credo ai complotti. Però, guardiamo alle cose come sono: qui c'è un gruppo che dà lavoro a decine di migliaia di persone sottoposto a uno stress incredibile, senza paragone al mondo. E questo da due anni almeno. Oddio, uno può pensare ciò che vuole della "par condicio" e di altre polemiche più o meno sensate. Ma resta il fatto che io sono il presidente di un gruppo più che trasparente, visto che i nostri prodotti sono in mostra 24 ore su 24 tutti i giorni in tutte le case. E non solo. Sono due anni che ci fanno radiografie di tutti i tipi, soprattutto finanziarie e fiscali. Gli altri se la sono cavata con paio di settimane di nervosismo. Poi qualcuno è andato lì, ha detto certe cose ed è finita». Ma perché voi siete diversi? «Ma sì, lo sappiamo tutti. Ci sono motivi politici, c'è il conflitto d'interesse del proprietario e via dicendo. Io non voglio negare l'evidenza, e nemmeno sottovalutare i problemi di democrazia reale. Ma da questo al linciaggio della Fininvest, all'accusarci di essere fascisti o nazistoidi ce ne corre. Non crede?». Siete al centro di una battaglia senza esclusione di colpi... «Sì, è vero. Ed io, che sono una persona mite, non posso star qui ad aspettare che ci ammazzino. Sarei un disfattista se non mi battessi per le persone che rappresento». Ma, scusi dottore, non capisce le ragioni di quest'ostilità? «Non sono così ingenuo. Certo, il Cavaliere in politica è un'anomalia, diciamo un caso limite. Eppoi ci sono le ragioni storiche ed ideologiche di chi vuole la restaurazione del monopolio Rai. Pensi ai referendum accolti dalla Consulta che altro non è che l'espressione del vecchio sistema». Anche dei socialisti... «E quelli si sono adeguati subito per rifarsi una verginità. Ma non facciamo polemiche. La realtà è che c'è un blocco che vuole restaurare il monopolio, anzi quella che chiamano la centralità del servizio pubblico». Però c'è anche chi, senza nostalgie per il monopolio, non ama quell'azienda che si è fatta partito, la sua Fininvest... «No, non siamo un'aziendapartito. Noi siamo un'azienda fiera del nostro lavoro di editori di carta stampata e di televisione. Sa, domenica i nostri giornalisti erano là a prendersi le arance dei leghisti. Ma sono quegli stessi che fanno i telegiornali più affidabili». Forse un po' sbilanciati. O no? «No, credo che tutti debbano riconoscere la nostra obiettività, la capacità di coprire l'arco di tutte le opinioni. Mentana diri¬ go il tg più affidabile. Fede è un signor professionista. Uno che fa la sua figura anche da Santoro». Ma i casi sospetti sono troppi: gli avvocati Fininvest diventano ministri, trattano di questioni molto delicate per la Fininvest e via dicendo. Insomma, l'impressione è che questo gruppo sia diventato partito per davvero. O no? «No, no, non è così. Certo, Berlusconi ha dovuto fare le cose molto in fretta e ha preso così la gente che conosceva e che gli ispirava fiducia. E questo spiega i Dotti, i Previti e gli altri sette o otto». Sono di più, dottore. Almeno una ventina... «Ali sì? Su quasi 200 non sono mica troppi. E sono ormai fuori dal gruppo». Una volta lei sosteneva che ce l'hanno con voi perché avete staccato gli italiani dalla parrocchia e dalle sezioni di partito. E' così? «Certo, prima della discesa in campo di Berlusconi le cose stavano così. Noi abbiamo portato una ventata laica nella vita italiana e questo ha suscitato ostilità politiche ed ideologiche. Ma adesso le cose sono peggiorate». In che senso? «Un concorrente tu lo combatti. Un concorrente politico tu lo vuoi distruggere. E, purtroppo, Bossi e il pds ci considerano un concorrente politico da annien¬ tare». Anche perché Berlusconi è diventato un uomo politico. Magari per difendere il suo gruppo e i suoi interessi. Non è vero? «Io non ero d'accordo. E poi, vede, non mi sembra che li abbia difesi granché i suoi interessi. La situazione è peggiorata. Si è inasprita l'ostilità da parte della magistratura politicizzata, dei mass media e delle parti politiche avverse, che sono diventate più cattive». Ma possibile che ce l'abbiano tutti con voi. Scalfaro... «Macché Scalfaro. Ce l'avrà con Berlusconi, ma non con la Fininvest». C'è un disegno per mutilare la Fininvest? «Se ci tolgono due reti su tre e lasciano la Rai così com'è, non esiste più la tv privata. Già adesso loro fatturano 4 mila miliardi e noi 2200 netti. In pratica il nostro giro d'affari è pari a quello che loro incassano con il canone. Hanno 13 mila dipendenti e noi 4 mila». Ma i dirigenti Rai li ha nominati Berlusconi. Sembra che la Rai dipenda da voi... «Ecco l'equivoco. Berlusconi va e viene, Moratti va e viene la Rai resta. Io penso alla Fininvest come impresa, chiamata a contrastare un avversario tremendo. Eppoi, non facciamo ridere. La nostra società civile dispone di mille contrappesi. Davvero Rossella o Mimmi possono fare i telegiornali che vogliono senza fare i conti con le redazioni o l'Usigrai?». Resta il conflitto d'interessi. Non crede? «Bravo, sono d'accordo. Stiamo lavorando perchè cada al più presto. L'obiettivo, poi, t di portare le reti Fininvest in Borsa, abbassando la quota di controllo nelle mani di Berlusconi sotto il 50"ii. Abbiamo affidato un progetto in questo senso alla Morgan Stanley. Addirittura spero che si riesca a farlo entro l'anno. E così si passerà da un' impresa nelle mani di un solo uomo ad una proprietà molto diffusa. E a quel punto Silvio non sarà più il diavolo». Scusi Confalonieri, ma perché temete tanto la Commissione speciale della Rivetti? Al limite è in ballo il consiglio Rai... «Macché. Qui è in gioco la revisione della Mammì. E con il so lito intento punitivo nei confronti nostri. Vogliono punirti in quanto azienda partito. Ma noi non siamo un'azienda partito». Esiste una filosofia targata Berlusconi? «Ma questo non vuol dire che esista una ideologia Fininvest. Certo; siamo amici, vecchi combattenti, che s'intendono al volo. Ma la nostra ideologia è quella dell'impresa, del lavoro ben fatto che procura profitto. Siamo dei vecchi weberiani, insomma». Eppure il vostro leader è un uomo che qualcuno accusa di velleità da dittatore... «Bel dittatore. Si è fatto ribaltare dopo solo sette mesi. Auguro all'Italia di averne tanti, di dittatori così». Ugo Bertone «Ci combattono perché abbiamo portato in Italia il vero laicismo» «Il mio rivale è la Rai Berlusconi e Moratti vanno e vengono Mai gruppi restano.. fi fi/nostri tg sono ipiù affidabili Fede è un grande professionista <j p Cesare Previti, coordinatore di Forza Italia

Luoghi citati: Abbiategrasso, Italia