Requiem per una grotta eccezionale

Requiem per una grotta eccezionale Requiem per una grotta eccezionale Prevalgono gli interessi di un cementificio IL Venezuela è considerato una sorta di El Dorado, dove le cangianti spiagge caraibiche contrastano con il muro verde delle foreste tropicali che si dipanano accanto ai grandi corsi d'acqua amazzonici. I Tepuy, le strane montagne a «panettone», il salto Angel (la cascata più alta del mondo, con i suoi 970 metri di dislivello), le isole Los Roques, l'isola Margarita, il delta dell'Orinoco, spiccano nei dépliant delle agenzie turistiche. In effetti il Venezuela conserva ancora aspetti unici e affascinanti ma purtroppo gli ambienti naturali sono compromessi e profanati dai progetti di sviluppo industriale e turistico, dalla devastante ricerca dell'oro nelle selve, dall'agricoltura itinerante che applica la tecnica agronomica del taglia-e-brucia, dall'enorme esplosione demografica: il tutto nell'indifferenza di un governo progressi¬ sta ma totalmente miope in campo ambientale. Recentemente nello Stato di Aragua, in prossimità di San Sebastian, alcuni speleologi venezuelani durante una campagna di ricerche hanno scoperto una cavità naturale nella massa calcarea della formazione Guàrico di epoca Paleocenica risalente a 60 milioni di anni fa, denominata Cueva de la Lorna del Mèdio. La cavità esplorata e rilevata è risultata la più grande del centro del Venezuela. Si presenta con ampie sale alte fino a 40 metri, con singolari formazioni di stalattiti e stalagmiti, contornate da massi levigati dall'azione delle acque che qui scorrevano con uno sviluppo orizzontale di 344 metri e un dislivello di 142, con rami laterali, camere e camini. L'ingresso principale alla quota di 500 metri è contornato da associazioni vegetali uniche, con un caratteristico e gigantesco ficus davanti all'apertura. A una sommaria indagine attraverso carotaggi micropaleontologici sono emersi tra il calcare organogeno resti di alghe Corallinaceae (Lithophyllum sp.), Solenoporaceae (Parachaettes sp.), Squamariaceae (Ethelia sp.), frammenti di gasteropodi, foraminiferi e spine di echinodermi. Considerato il valore scientifico e le notevoli dimensioni della grotta, numerosi naturalisti venezuelani proponevano la salvaguardia ed eventualmente una saggia fruizione turistica, con l'interessamento del ministero dell'Ambiente e del governatore dello Stato di Aragua. Ma la grotta era destinata a ben altri scopi! Con una potente carica d'esplosivo l'entrata è stata fatta saltare da... ignoti. Così la società Cementos del La Vega, proprietaria dell'area, con finanziamenti messicani e francesi, sta avviando la costruzione di un cementificio che sorgerà nei pressi della grotta per utilizzare il calcare. Della Cueva de la Lorna del Mèdio non rimangono che enormi massi scagliati lontano dalla deflagrazione, l'ingresso è crollato, cancellate totalmente le formazioni vegetali limitrofe. Questo è l'avvilente spettacolo che si è presentato all'equipe di studiosi che stava per avviare una campagna di ricerche geologiche, botaniche e zoologiche. Coinvolgendo l'opinione pubblica internazionale, i naturalisti venezuelani si stanno battendo per salvare la grotta: è loro intenzione aprire più a monte un'entrata artificiale e sottoporre a vincolo l'intera area per studiare i misteri che la cavità racchiude prima che finisca trasformata in cemento. Luigi Melloni

Persone citate: Luigi Melloni, Vega

Luoghi citati: El Dorado, Margarita, Venezuela