Dai re di Bretagna al cuore di Ginevra di C. G.

Dai re di Bretagna al cuore di Ginevra Dai re di Bretagna al cuore di Ginevra wl L testo più antico in cui si parla di Merlino è la «Storia dei re di I Bretagna», scritta a metà del 1100 da Goffredo di Monmouth (e riI pubblicata da Studio Tesi). Lo splendido e recentissimo «DizionaI rio delia Francia medievale» di Jean Favier (Fayard) gli dedica una _*J voce, mentre non vi è traccia di lui nell'indice del terzo volume della «Storia d'Europa» (Einaudi), dedicato al Medioevo. Norma Lorre Goodrich affronta lo sconfinato intreccio arturiano ne «Il mito di Ginevra» (Rusconi, pp. 281, L. 45.000). La studiosa americana (giàl autrice, presso lo stesso editore, di una ricerca su Merlino), tenta di far luce sulla mitica regina celtica, moglie di Artù e amante di Lancillotto. Ginevra aveva capelli nerissimi e lo sguardo verde delle fate. «Gwenhyvar» era così bella che quando il re la vide dimenticò di mangiare e bere. Sua maestra era Viviana, la Dama del Lago. «Le scarse tracce d'archivio» che rimangono nel Galles dicono fosse ((figlia del re Ogre di Camelot, una di due se non di tre gemelle, sorella di Bedevere». Quel che è certo, spiega la Goodrich, è che era innocente: come tutte le donne di potere porta da secoli il marchio infamante del delitto sessuale, di «perfida adultera». Lancillotto non entrò nel suo «letto»: il termine è solo frutto di un'errata traduzione, in realtà significa «altare». Ginevra, spiega la Goodrich, era infatti poetessa, maga e guerriera, sacerdotessa di re Artù, principessa dell'estinta razza degli Orchi, «vissuta prima che San Colombano cristianizzasse i Pitti, e morta poco dopo l'anno 542». [c. g.]

Persone citate: Einaudi, Goodrich, Jean Favier, Orchi

Luoghi citati: Europa, Francia, Galles, Ginevra, Merlino, San Colombano