PADRI E FIGLI LOTTA FINITA di Giovanni TesioRaffaele Crovi
PADRI E FIGLI LOTTA FINITA PADRI E FIGLI LOTTA FINITA GIULIA Ansoldi, ventotto anni, figlia di un'ereditiera e di un giornalista giramondo, ospita nella sua bella villa del Comasco un gruppo di amici durante la settimana di Pasqua del '94. In verità un po' più di una settimana: undici giorni, dal venerdì santo al lunedì della settimana dopo l'Angelo. E' l'avvio dell'ultimo romanzo di Raffaele Crovi, La parola ai figli, pubblicato da Rizzoli. Il romanzo è scandito giorno dopo giorno come una sorta di diario dei rap- Hi-: porti che si intrecciano tra gli ospiti antichi e nuovi della villa; un diario tenuto dalla padrona di casa che con gli eventi altrui registra i propri: un amore perplesso e non consumato col cugino, l'ombra angosciosa di un amico tossicodipendente e suicida. Laureata in medicina con specializzazio- Raffaele dori ne in psichiatria, Giulia vuole fare la psicanalista ed è la più adatta a cogliere e a interpretare le mosse e gli umori di ognuno, i desideri, i capricci, le ambizioni, le frustrazioni, i sogni che attraversano i giorni della piccola e informale comunità. Gli amici sono undici come i giorni della permanenza (sei donne e cinque uomini), e sullo sfondo di un suggestivo paesaggio pieno d'echi, umori, sapori, si sfiorano, si provocano, si danno, si negano, si separano, mescolando cibi, amori, giochi di società e discussioni di attualità: i leghisti, Berlusconi, la tossicodipendenza, gli extracomunitari, il benessere, Il Belpaese, il Malpaese, la demagogia, la chiacchiera. Ma soprattutto molte riflessioni sui rapporti genitori-figli. C'è una coppia che alla fine di questi giorni di vacanza deciderà di separarsi, c'è chi cer¬ ca ciò che non può trovare e chi trova ciò che non ha cercato, c'è anche un rapporto omosessuale tra un fotografo e un cantante che completa l'assortita casistica del gruppo. In questo muoversi comunitario il discorso sui padri rappresenta il leitmotiv. Gli attori della scena sono già i figli di chi ha fatto il Sessantotto. Ne scaturisce una sorta di analisi episodicamente e doppiamente generazionale, e mentre i figli prendono a bersagliare i genitori finiscono in realtà per fare 4 I centro su se stessi. 11 romanzo di Crovi è un onesto tentativo di i fotografare un doppio disagio. I figli qui ritratti sono visti con gli occhi di un padre-autore che non riesce a sciogliersi del tutto nel libero gioco delle parti. Viene di qui quel fondo aspro di serietà morale che raramente si concede all'allegria. Forse i momenti più liberi sono appunto, quelli delle escursioni a luoghi borghi e paesi che parlano da sé, come Tremezzo, Cernobbio, Moltrasio, Torriggia, Argegno, il lago con i suoi battelli e i suoi imbarcaderi. Comunque stiano le cose, il tono generale del romanzo è ben riflesso nelle ultime parole di Giulia, che sta per avviare una nuova esistenza. Sono parole piene di saggezza adulta, che sembrano indicare la strada di una possibile conciliazione: «Ho pensato che la rissa tra genitori e figli finisce quando i genitori smettono di pretendere di educare i figli senza offrire protezione e quando i figli smettono di volere rieducare i genitori senza comprensione». Giovanni Tesio Raffaele Crovi La parola ai figli Rizzo// pp. 249, L 28.000.
Persone citate: Berlusconi, Crovi, Giulia Ansoldi, Raffaele Crovi, Torriggia
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