L 'ordine regna nel Chiapas

Il presidente tedesco Herzog alla cerimonia Via libera dei Paesi industrializzati per i crediti al Messico Lordine regna nel Chiapas Duri scontri, accuse di massacri SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO «Fratelli, il governo di Ernesto Zedillo ci sta massacrando, uccidendo donne e bambini. Chiediamo al popolo del Messico e ai popoli del mondo che facciano qualcosa per fermare questa guerra». Dalla foresta Lacandona, la loro roccaforte, gli zapatisti hanno lanciato ieri un appello disperato. Due pagine scritte a mano, con calligrafia incerta ed in cattivo spagnolo, siglate Ezln, Esercito zapatista di liberazione nazionale. Gli indios Maya ebe, dopo secoli di oppressione e di miseria, hanno infilato i passamontagna ed imbracciato i mitra, sanno che si avvicina l'ora dell'ultima battaglia. Se il governo messicano non sarà obbligato a fermare la sua offensiva militare - sostengono gli insorti - sarà una strage degna dei tempi più bui delle guerre civili che insanguinarono l'America Centrale negli Anni 80. Lo truppe regolari sono assai meglio armate ed addestrate degli zapatisti, guerriglieri anomali che non hanno mai ricevuto aiuto dai cubani né dai sandinisti o dal Fronte Farabundo Marti del Salvador, tutti ugualmente preoccupati di mantenere buoni rapporti col pri, il partito-Stato che domina il Messico dal 1929. Ma i guerriglieri possono contare sull'aiuto della popolazione indigena del Chiapas e sulla perfetta conoscenza del terreno. «Sinora abbiamo fatto tutto il possibile per ripiegare senza combattere - prosegue il comunicato - ma ormai non abbiamo altra opzione che difenderci». E secondo le poche notizie che filtrano dal cordone di isolamento ai giornalisti eretto intorno al Chiapas dal governo, i combattimenti sembra stiano aumentando di intensità. La guerriglia ha denunciato che elicotteri dell'esercito hanno bombardato due villaggi, Morelia e La Garrucha, provocando l'esodo di centinaia di campesinos indios. 1 comunicati ufficiali, al contrario, continuano a sostenere «categoricamente» che «l'operazione di polizia» per la cattura di Marcos e degli altri leader dell'Ezln prosegua senza alcun tipo di incidente o scontro a fuoco, e che le accuse degli insorti sarebbero «totalmente false». I messicani, però, non sembrano credere al loro governo. Una sfiducia in certa misura tradizionale nel Paese, ma aggravata nelle ultime settimane dal devastante e repentino crollo dell'economia (che ufficialmente, sino al giorno prima, andava col vento in poppa) e dalla tensione in Chiapas. Sei condo un sondaggio pubblicato | dall'influente quotidiano ReI forma, il 59% della popolazione pensa che Marcos sia un «vero leader politico», mentre solo il 22% ritiene che, come sostiene il presidente Zedillo, il comandante guerrigliero vada considerato un «criminale». Ieri, Marcos ha ironizzato sulla rivelazione della sua «vera» identità da parte del governo. «Ho sentito che hanno scoperto un altro Marcos, e che questo qui viene da Tampico - ha scritto, col suo solito stile, in un comunicato -. Conosco la città, ha un bel porto. Vi ho lavorato come buttafuori di ubriachi in un bordello. Me ne andai perché l'umidità mi fa venire sonno e i frutti di mare me lo fanno passare». Il progressivo scollamento tra l'opinione pubblica ed il pri ha avuto domenica una significativa conferma nelle urne. Per la prima volta, il partito di governo è stato sconfitto nelle elezioni locali nello Stato di Jalisco, uno dei più importanti del Paese, dove ha trionfato il Pan (Partito di azione nazionale), la principale forza di opposizione conservatrice. Ad aumentare l'isolamento politico del presidente Zedillo, ha contribuito la Conferenza episcopale messicana, che è scesa pubblicamente in campo per difendere l'operato di don Samuel Ruiz, il vescovo di San Cristobal de las Casas che fonti legate al governo avevano accusato senza mezzi termini di collaborare con gli zapatisti. Una campagna senza esclusione di colpi, arrivata al punto di far circolare domenica la voce che il religioso sarebbe stato arrestato per essere interrogato. «Le voci di un mio vincolo con la guerriglia non sono nuove - ha commentato don Ruiz -. La notizia di oggi è che sono libero». Una buona notizia per il governo messicano è arrivata da Basilea. I governatori delle banche centrali del gruppo dei dieci Paesi più industrializzati del mondo hanno raggiunto un'intesa sul pacchetto di aiuti finanziari in favore del Messico e in particolare sull'intervento della banca dei regolamenti internazionali che potrà erogare quindi fondi fino a dieci miliardi di dollari (circa 16 mila miliardi di lire). Gianluca Bevilacqua

Persone citate: Casas, Ernesto Zedillo, Farabundo Marti, Gianluca Bevilacqua, Ruiz, Samuel Ruiz, Zedillo

Luoghi citati: America Centrale, Basilea, Marcos, Messico, San Paolo