La rabbia del Polo «Irene dimettiti» di Alberto Rapisarda
Forza Italia: «Non sa che cosa sia la lealtà». In settimana il vertice tra l'ex premier e D'Alema Forza Italia: «Non sa che cosa sia la lealtà». In settimana il vertice tra l'ex premier e D'Alema La rabbia del Polo: «Irene, dimettiti» Pannella attacca Berlusconi: stai sbagliando tutto ROMA. Ed ora in campo c'ò anche Irene Pivelli. Leghista sì, ma anche cattolica di l'erro. Se ha scelto di parlare come ha parlato ieri al congresso di Milano, vuol dire che mette in conto di battersi, alle imminenti elezioni politiche, per conquistare per il terzo polo di Bossi una l'ulta di elettorato cattolico. Un'altra concorrente cattolica accanto al cattolico Prodi (che quei voti li vuol portare al centrosinistra) e al cattolico Buttiglione (che vorrebbe donarli al centrodestra di Berlusconi). Grande è l'affollamento di pretendenti alla successione della defunta de, perché tutti son convinti che sono in quell'arca i voti che possono far pendere la bilancia della vittoria da una parte o dall'altra. E allora, vada via la Pivetti, si dimetta dalla presidenza della Camera, gridano in prima battuta i rappresentanti del Polo, come Storace di An, Fumagalli Cantili del Ccd («è slata votata proprio dallo schieramento sul quale oggi getta fango»). E l'onorevole Roberto Cipriani, delle segreteria politica di Forza Italia: «Dica chi è che lotta contro la democrazia». Ma, stranamente, dopo la prima vampata le reazioni si raffreddano. Il portavoce di Forza Italia, Tajani, si limita dire che «la Pivetti ha una concezione strana della lealtà. I traditori sono quelli che hanno tradito gli elettori». E Gasparo, di An, ricorda che la Pivetti è stata eletta alla presidenza della Camera dai partiti che sostennero il governo Berlusconi mentre quelli che «ora blandisce la definivano nazisla e antisemita». E' come se i più avveduti si rendessero conto che da oggi Irene Pivetti è a pieno titolo un altro «soggetto politico» con il quale fare i conti nella già intricata partita per iirrivare alle elezioni politiche. Perché la Lega di Bossi, con la Pivetti al fianco, non é detto che sia inevitabilmente destinata all'estinzione. Di certo, se la presidente della Camera ha deciso (dopo averci riflettuto su tre giorni) di partire all'attacco di Berlusconi, vuol dire che non è poi tanto facile la via per arrivare a rapide elezioni politiche. Perché la Pivetti, assieme al presidente del Senato, verrà consultata da Scalfaro per avere il parere sullo scioglimento delle Camere. E anche perché il Presidente della Repubblica, durante il suo recente viaggio in India, non ha fatto che ripetere che ci vuole «stabilità». Parola che pare esclu- derc una campagna elettorale a breve termine. Che è, invece, quello che continua a desiderare con tutte le sue forze Silvio Berlusconi. Del quale si dice che sarebbe addirittura disposto a farsi da parte pur di raggiungere quell'obbiettivo, affidando a Dini la guida del Polo. Tutto, pur di evitare che gli italiani siano chiamati a votare in primavera per il referendum sulla legge Mammì che lo lascerebbe con una sola tv. Referendum che sarebbe rinviato di un anno se si andasse a votare a giugno per le politiche. Ma per conquistare l'agognato giugno Berlusconi ha capito che ha bisogno del via libera di D'Alema. E, difatti, entro la settimana, secondo quanto assicura Casini del Ccd, Berlusconi incontrerà il segretario del pds. Secondo quel che si è capito da una intervista di Cesare Previti, Berlusconi spererebbe di ottenere da D'Alema l'assenso alle elezioni spiegando che anche la sinistra avrebbe il suo guadagno facendo rinviare il poco gradito referendum pannelliano sui sindacati. E poi, si potrebbero concordare i criteri per eleggere una assemblea costituente, con il sistema proporzionale, che definisce con chiarezza le regole della politica nell'era dell'uninominale. Il protagonismo di Berlusconi (trattative con Buttiglione, trattative con D'Alema) sta, però, provocando sospetti. Non è soddisfatto Fini, che ancora ieri faceva ricordare dal suo Storace che «nel Polo gli accordi si fanno sempre alla luce del sole». Non è soddisfatto Raffaele Costa che si chiede se «Forza Italia viaggia per conto suo». E' addirittura furioso Marco Pannella, per il temuto rinvio dei referendum. Il leader dei riformatori ha chiesto a Berlusconi di smentire Previti quando «dice spregiudicatamente che bisogna mettersi d'accordo con il pds, per evitare i referendum e indire le elezioni». Berlusconi - dice Pannella - «sta accumulando sconfitte dopo insuccessi anche perchè non esiste un luogo, ed una regola, dove sia possibile concretamente aiutarlo ad assumere decisioni e responsabilità». Alberto Rapisarda Ombretta Fumagalli Carulli
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