Allarme-bomba sull'Atlantico di Franco Pantarelli

LTbi: «A rischio i voli per gli Usa» TERRORISMO H Dopo l'arresto della «mente» dell'attentato alle torri gemelle Allarme-bomba sull'Atlantico LTbi: «A rischio i voli per gli Usa» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO E' allarme per le compagnie aeree che coprono i voli da e per gli Stati Uniti. La Faa, Federai Aviation Administration, ieri ha preso misure severissime, anzi «le più severe che siano mai state prese». Il personale addetto ai controlli non dovrà limitarsi a verificare se nelle valigie dei passeggeri ci sono armi, cosa ovvia, ma dovrà esaminare le bambole, i giocattoli, i flaconi di lavanda, le bombolette di schiuma da barba e così via. Nella stanza dell'albergo di Islamabad, dove mercoledì ò stato catturato Ramzi Ahmed Yousef, la «mente» dell'attentato alle «torri gemelle» di New York, è stata anche trovata una valigia con dentro due automobili giocattolo piene di plastico. Se l'uomo aveva quegli ordigni, si sono detti gli esperti, potrebbero avercele anche i suoi eventuali complici rimasti in libertà. Di esplosivi liquidi o in gelatina ne esistono parecchi, occultabili dovunque e per individuarli i raggi X posso- no non bastare. Di qui la decisione dei controlli strettissimi, perché dopo il «colpo» messo a segno dall'Fbi con la cattura di Yousef, i suoi eventuali complici rimasti in libertà potrebbero cercare la vendetta. Già, chi sono i suoi complici? Di fatto, a tutt'oggi gli investigatori non sono riusciti a stabilire con certezza per chi lavorasse quest'uomo e in definitiva nean- che la sua vera identità. Ci sono indicazioni che è nato in Kuwait, ma c'è anche chi dice che viene da Peshawar, che fu il centro della lotta afghana contro gli invasori sovietici, e anche chi afferma che Yousef parla arabo con accento palestinese. Si tende a pensare che «dietro di lui» ci sia l'Iraq, perché quando è arrivato la prima volta a New York, nel settembre 1992, aveva un passaporto iracheno e perché l'attentato alle torri poteva essere una rappresaglia contro i bombardamenti su Baghdad compiuti durante la guerra del Golfo. Ma una prova concreta non c'è, e quindi la «direzione» da cui aspettarsi eventuali altri attacchi non può essere prevista. Né di grande aiuto risulta la procedura che ha portato alla sua cattura. Inizialmente indica- ta come una brillante operazione dell'Fbi, quella procedura è invece consistita in un colpo di fortuna. Il 12 gennaio la polizia filippina annuncia di avere sventato un attentato contro il Papa. I suoi agenti, dice, hanno perquisito un appartamento che i terroristi avevano usato come base e lì hanno trovato anche le impronte di Razmi Ahmed Yousef. Una squadra dell'Fbi parte per Manila, ma a quel punto Yousef è già finito chissà dove. Gli agenti tornano a casa frustrati, ma una settimana fa un uomo si presenta all'ambasciata americana di Islamabad per «vendere» Yousef e intascare i 2 milioni di dollari di taglia. In questo momento si trova a Bangkok, dice l'uomo, ma sta per arrivare in Pakistan. Precipitosa partenza di una nuova squadra dell'Fbi che tende la trappola a Yousef e organizza il suo trasporto negli Usa. E' lo stesso uomo che lo ha «venduto», a quanto pare, a dare l'indirizzo finale dell'Holyday Inn. Franco Pantarelli «Controllate anche le bombolette di schiuma da barba» Nella stanza dell'albergo dove è stato catturato Ramzi Ahmed Yousef, la «mente» dell'attentato alle «torri» di New York, è stata trovata una valigia con dentro due automobili giocattolo al plastico

Persone citate: Ramzi Ahmed Yousef, Razmi Ahmed Yousef, Yousef