«Mi lasci con mio padre gay»

E Latina: «Con lui vivo sereno. Se mi affidate a mia madre, scappo» «Mi lasci con mio padre gay» E il giudice accontenta il ragazzo RIVOLUZIONE IN UNA SENTENZA E LATINA una sentenza rivoluzionaria, che farà discutere ma che per ora riceve solo commenti favorevoli, anche dal mondo cattolico. Antonio Paolino, presidente del tribunale, si è convinto dopo aver ascoltato questa frase nel corso della causa di divorzio: «Con mio padre vivo serenamente e se dovessi essere affidato a mia madre credo che scapperei di casa». Così ha «consegnato» il ragazzo di 15 anni, di Gaeta, al padre che si era dichiarato omosessuale. Oltretutto il ragazzo voleva restare a Gaeta, nella sua classe e coi suoi amici, mentre per vivere con la madre doveva trasferirsi al Nord. Ora il giudice Paolino si meraviglia di tanto clamore: «11 padre mi è parso persona equilibrata e premurosa del futuro del figlio, ho cercato di convincere il ragazzo a restare con la madre, non ne ha voluto sapere. Si tratta di un affidamento per un anno, se dovessi ricevere notizie negative non esiterei a revocarlo. Ma non credo che accadrà». Secondo l'«Istituto di studi sulla paternità» ci potrà essere, forse, il problema di una corretta identificazione sessuale, ma questo non sarebbe stato diverso se il figlio fosse stato affidato alla madre o se i genitori non si fossero separati. La sentenza è stata accolta trionfalmente negli ambienti degli omosessuali, e non poteva essere altrimenti. «Ci troviamo finalmente di fronte a un giudice libero scrive il «Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli» - perché i doveri di un padre sono di trasmettere ai figli una sana educazione e valori di rispetto per il prossimo, non di avere relazioni sentimentali con una persona di sesso opposto». «Una sentenza giusta, perché tiene conto della volontà del minore e perché favorisce quella parte del nucleo familiare dove la saldezza affettiva andava effettivamente nell'interesse del minore» commenta il presidente di Arcigay, Franco Grillini. E Massimo Consoli - direttore dell'agenzia d'informazione «Rome gay news» - sottolinea che «il gay è sempre stato mi¬ glior educatore dell'etera. Proprio sul terreno dell'educazione, dell'influenza che ha sui giovani, l'etera si sente debole e diventa geloso del gay, rifiutandogli l'affido». Soddisfatto della sentenza è un altro genitore omosessuale, lo scrittore Brett Shapiro: negli Usa ha adottato un bambino, che ora ha 6 anni. «Io non sono preoccupato per il benessere di mio figlio - dice Shapiro - lui cresce con un padre omosessuale che deve vincere le stesse sfide che quotidianamente affrontano tutti i genitori single, maschi o femmine che siano». E la Chiesa, per una volta, è d'accordo. Don Simone Di Vito, vicario della diocesi di Gaeta: «Non credo che sia possibile alcuna obiezione, sotto il profilo generale, perchè il tribunale ha voluto salvaguardare la crescita psicologica del ragazzo e, soprattutto, la sua scelta di restare col padre, espressa con sincerità». Angelo Casaregola - responsabile dell'Ufficio famiglia diocesano di Azior. j Cattolica - aggiunge che «è positivo il fatto che il minore abbia avuto voce in capitolo, proprio li dove era in gioco il suo futuro». [p. poi.] Vi ; | mf*Z wi. i ■ f |P % Uf Manifestazione per i diritti dei gay La sentenza di Latina apre una nuova strada

Persone citate: Antonio Paolino, Brett Shapiro, Franco Grillini, Mario Mieli, Massimo Consoli, Rome, Shapiro, Simone Di Vito

Luoghi citati: Gaeta, Latina, Usa