«Noi criminali onesti» di Massimo Gramellini

«Noi, criminali onesti» «Noi, criminali onesti» Icontrabbandieri: non c'è altro lavoro mMm IL FAR WEST DI NAPOLI NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO Sta accadendo qualcosa di nuovo in piazza del Plebiscito, fra i palazzi restaurati coi soldi del G7 e l'immancabile corteo di «disoccupati organizzati» che ormai girano la città in tournée come rockstar. E' un signore di quarantanni che prende suo figlio per un orecchio: «Quante volte te l'aggio a dì! Non si butta la roba per terra». Senza mollare la presa, trascina la creatura verso l'oggetto verdastro: un cassonetto della spazzatura: «D'ora in poi, qui». Due donne scuotono la testa: per l'orecchio, si spera. Qualcosa sta cambiando anche a Napoli, la Città Immobile sferzata dalle critiche del procuratore Cordova: «L'illegalità è un costume di vita, tutto è ancora come nella relazione regia del 1901». «Ma non ha neanche idea di cos'era Napoli prima del suo arrivo!», sorride dalla scrivania di sindaco uno stra-profumato Bassolino. «Purtroppo Cordova vive blindato, fra l'ufficio e la caserma dove abita. Altrimenti vedrebbe una città mutata, dove il confine fra legge e anti-legge si sta lentamente spostando persino nella testa della gente». Piccoli segnali. Le auto che cominciano a fermarsi col rosso. Almeno di giorno perché la notte no, chi rallenta viene tamponato ancora senza pietà. «Pazzo, che fai, ti fermi al semaforo?», gridava l'altra sera un tale, dopo aver frantumato il cofano della sua macchina contro il paraurti di un legalitario. C'è ancora parecchio lavoro da fare. PURTROPPO SI'. «Chioveee! Sta chiovendo!», grida il ragazzo sull'angolo del mercato di Porta Nolana. Veramente c'è il sole, ma il problema sono i due finanzieri in avvicinamento. Il «palo» dei contrabbandieri sta lanciando le parole d'ordine. In un attimo i banchetti di sigarette spariscono dietro quelli che espongono pesce a prezzi bizzarri (9999 lire al chilo), mentre le stecche finiscono nei cestini dell'immondizia, che a Napoli - in attesa che il padre di piazza del Plebiscito faccia proseliti contengono ancora di tutto, tranne che la spazzatura. C'è un contrabbandiere che, per evitare la peraltro improbabile visita dello spazzino, al cassonetto del suo vicolo ha messo addirittura un catenaccio. E si campa così, a 15000 lire a stecca. Chiediamo al «palo»: ma lo sai che il tuo lavoro è illegale? La risposta vale un trattato: «Purtroppo sì». E succede che l'altro ieri a Rione Villa, quartiere di periferia, un intero caseggiato più di cento persone - circondi, minacci e venga alle mani con una pattuglia delle Fiamme Gialle che stava arrestando una banda di contrabbandieri. Anche i rivoltosi dipendevano da quelle stecche per il pranzo. '0 LIONE. «Il contrabbando l'abbiamo inventato noi». Cioè lui, che col suo soprannome da capobranco vive in una casa senza parole scritte, solo fotografie incorniciate e mega-tv, con il tavolone da pranzo ai piedi del letto, e non per mancanza di altre stanze. 'O Lione racconta di quando durante il fascismo girava per il golfo in barca a remi a inventarsi il mestiere «e se ti beccavano erano dieci anni di galera». E ricorda come un incubo la grande svalutazione della lira che, alzando le quotazioni del dollaro e quindi delle stecche di contrabbando, qualche anno fa mise in ginocchio l'intera economia della città, «come se a Torino avesse chiuso la Fiat». Un periodo terribile: per la prima e unica volta in vita sua 'O Lione dovette iscriversi alla lista di collocamento. «Ma lavoro non ce n'è, non ci sono santi né madonne, e allora se sei una persona onesta non puoi fare che il contrabbandiere». IL MIRACOLO DELL'USURAIO. Il confine fra bene e male è troppo ambiguo e vasto per rinchiuderlo nei vicoli e nel luogo comune secondo cui a regalare a Napoli queste figuracce sono solo i poveri e i contrabbandieri. La borghesia partecipa al grande gioco in molti modi e mestieri. Il più praticato è l'usura, che coinvolge una lunga lista di insospettabili: impiegati, farmacisti, professori universitari, persino un viceprefetto condannato a Salerno e mai rimosso. Qualche volta avviene il miracolo. Mauri- zio C, un ragazzo di trent'anni, si presenta da don Rastrelli, che fra i marmi austeri della chiesa del Gesù combatte la sua battaglia contro gli strozzini. «Voglio ammazzarmi, padre. Contando gli interessi, devo restituire 650 milioni». «Se ti ammazzi sei del demonio, per sempre. Se ti ammazzano puoi diventare un santo. Tieni duro». Maurizio torna a casa e dopo giorni di sofferta indecisione, pas- sa all'attacco. Chiama i cinque usurai «insospettabili»: «Non vi pago». Quelli vanno a casa sua, in via Chaia e gli urlano: «Ammazziamo tua madre». Maurizio apre la finestra: «Gli strozzini vogliono ammazzare mammà». Colpiti dal coraggio di Maurizio, gli usurai arretrano e gli amici accorrono. Si offrono di pagare per lui i 70 milioni di debito «reale», al netto cioè degli interessi. Catarsi finale: uno degli strozzini si pente, rinnega l'usura e ottiene un prestito bancario grazie alla mediazione di un garante particolare: Maurizio! Tutto vero, e molto napoletano, anche se padre Rastrelli ammette: «Sembra un film». GLI ESAMI CHE NON FINISCONO MAI. C'è un gruppo di medici che interpreta Eduardo a modo suo. Dietro l'apparente legalità quasi sacrale di un laboratorio di analisi si nasconde l'ennesimo duetto napoletano fra leggo e reato. Il paziente va a fare un encefalogramma. Il dottore gli dice: «Mm, brutte notizie. Torni fra due mesi, che lo rifacciamo. Intanto si accomodi alla cassa». Il poveretto sbianca, paga, e due mesi dopo torna. «Va meglio, ma non si sa mai. Per sua sicurezza, rifacciamo l'esame fra tre mesi. Vada pure alla cassa». E così per anni: malati immaginari che pagano milioni credendo di portarsi addosso chissà quale sventura. Come la donna incinta al quale il dottore ha spiegato, rassicurante: «Nessun problema, ma facciamo lo stesso l'amniocentesi, così siamo più tranquilli». Lui è così tranquillo che cestina l'esame ancor prima di leggerlo. Tanto 999 volte su 1000 è inutile, se non per le sue tasche. Alla millesima il bambino nasce deforme, ma fra un mese, quando il caso arriverà in tribunale, il medico si scuserà dell'errore e la farà probabilmente franca. «Adesso ha capito perché ho chiesto a Bassolino l'assessorato al Pessimismo?», scuote la chioma bianca lo scrittore Luigi Compagnone. «Per strada vedo facce arrese, con su scritto "che campiamo a fa'?". Dovremmo smetterla di essere napoletani. E diventare cittadini». Ma sul lungomare dove sta organizzando la festa degli innamorati, il surreale Nicolini, che assessore lo è davvero, lancia messaggi rosa: «La moglie di Lot guardò indietro e divenne di sale. Meglio guardare avanti. E intorno: di notte giro fra i cassonetti di Napoli. Ma non sono meravigliosi? C'è dentro di tutto, persino scatole di pannoloni. Mi sa che li requisisco e organizzo una mostra di trash art». Massimo Gramellini Il sindaco: Cordova vive blindato altrimenti vedrebbe che la città è mutata mMm A destra un banco per la vendita di sigarette di contrabbando A sinistra un'immagine del centro storico di Napoli |FOTO ALAIN VOLUT]

Luoghi citati: Lione, Napoli, Salerno, Torino