Buttigliene Prodi candidato contro il ppi

Il consiglio nazionale condanna il voto alla Camera sulla famiglia: è stato un grave errore Il consiglio nazionale condanna il voto alla Camera sulla famiglia: è stato un grave errore Buttigliene: Prodi, candidato contro il ppi «Siamo alternativi alpds» ROMA. Rosetta Jervolino, nell'intervallo del consiglio nazionale del Ppi, invita a pranzo giornalisti dell'«Unità». Rosy Bindi, durante il dibattito pomeridiano, controlla, prima che sia data alle stampe, un'intervista che ha rilasciato al «Manifesto». Rocco Buttiglione, sul palco del Cn, spiega come e perché con «la destra democratica si parla» e sottolinea che «6 meglio dare battaglia per la guida dell'area moderata, contendendola ad An, piuttosto che fare una battaglia disperata con la sinistra, facendo il socio di minoranza». All'hotel Ergife, dove si tiene il «parlamentino» dei popolari, ormai più niente unisce le due anime di quella che un tempo fu la de. Ci si divide su tutto. I mediatori Marini, Gargani e Mancino si affannano - a suon di documenti che alludono e non dicono - a tenere insieme la baracca. Ma la partita - tra le opposte fazioni da ora in poi si giocherà su un altro terreno: con la minoranza che, costituendo, i comitati dei «popolari per Prodi» cercherà di farsi cacciare e di creare il caso, e con la maggioranza che preferisce - se scissione avrà da essere che siano gli altri ad abbandonare clamorosamente il partito. Conciliare l'inconciliabile è impresa improba. E, alla lunga, anche inutile. Sembra rendersene conto Buttiglione, reduce da una prima battaglia mattutina con la sinistra, nell'assemblea dei gruppi. Agli avversari il segretario ha negato il congresso straordinario («si farà a novembre», ha replicato) e ha detto che quella di Prodi è «una candidatura contro il ppi». Quando sale sul palco, perciò, il leader-fiolosofo avverte subito che intende «parlar chiaro». Lo fa ripetendo la relazione che ha tenuto in direzione e aggiungendo alcuni passaggi a braccio che segnano un ulteriore avvicinamento a Forza Italia. Il primo «affondo» nei confronti della «sinistra» riguarda la mozione sulla famiglia votata l'altro ieri alla Camera da popolari, pidiessini, e rifondatori in contrapposizione a quella del Polo. «E' stato un errore», dice Buttiglione. Secondo lui, sulla parte che concerneva la tutela della vita, avrebbero dovuto votare con il centro-destra per restare fedeli ai loro valori. La «sinistra» è a disagio (tra qualche ora verrà sconfessata dall'Osservatore Romano) e mugugna. Buttiglione continua e boccia Prodi. Dal fondo della sala una scalmanatissima Rosy Bindi gli urla: «Vergognati. Hai venduto anche la mamma. Fascista». Ma la bagarre esplode quando il segretario osserva: «Capisco che un'alleanza organica con il pds tutela meglio gli interessi di uno spezzone rappresentativo di un certo ceto politico». A quel punto, in platea, i consiglieri vengono quasi alle mani. Buttiglione termina, tra fischi e applausi. Ha parlato chiaro, il segretario. E la sinistra insorge. «Una relazione pessima, volutamente provocatoria e di rottura», dice Mattarella. «Io non ho fondato il ppi per darlo in mano a Buttiglione, Fini e Berlusconi», esplode la Jervolino. «Buttiglione ha sancito la fine del partito», commenta irato Andreatta. E i pontieri? Hanno l'aria afflitta. «Ora è tutto più difficile», sospirano Gargani e Marini. E Mancino, rosso in viso: «Io sono fisiologicamente un mediatore, ma me lo rendono impossibile». Il Cn riprende nel pomeriggio. Sul palco, il segretario sorride. Ma l'aria è irrespirabile e scoppia il secondo incidente. Il consigliere Mario Rossi attacca Azione cattolica. Alberto Monticone, che ne è stato il presidente, si alza sdegnato, e inseguito da Bindi e Iervolino, si allontana stracciando la tessera del Cn. «Mi dimetterò da parlamentare», annuncia. Poi addiviene ai più miti consigli: «Tornerò e parlerò», fa sapere. Nel frattempo, in sala, per stemperare la tensione, il presidente Bianchi chiede un minuto di silenzio per l'uccisione dell'operatore del Tg2. E per prendere altro tempo fa recitare a tutti anche un Padre nostro. Si va avanti. La Bindi si diverte da morire. Parlerà domani: «Voglio farmi fischiare cosi interrompo l'intervento e me ne vado», dice. Bodrato, invece, è tetro. Sale sul palco e ammonisce: «Non vendiamoci alla destra». E insinua che Buttiglione abbia già «contrattato») soggi e prebende con Berlusconi. Dopo di lui, tocca alla Iervolino: «Non mi sono mai vergognata tanto», ò l'esordio. Il resto è immaginabile: si va dall'accusa ai buttiglioniani di essere «gregari» del Polo al ricordo della «preghiera del partigiano». A sera finisce il primo «round». E nella notte i pontieri tentano l'ultima disperata mediazione. Ma la «sinistra» ha già pronti due documenti: uno per il congresso straordinario e l'altro per la chiusura ad An, mentre la maggioranza ha preparato un ordine del giorno in cui si approva la mozione del segretario. Che c'è da mediare? «La verità - confida Formigoni - e che Marini e gli altri vogliono darsi un ruolo». Maria Teresa Meli Alberto Monticone protagonista ieri al Consiglio nazionale

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