Rai, il giorno dello choc di Francesco Grignetti

Rai, il giorno dello choc Rai, il giorno dello choc La notizia gela un'assemblea-rissa concreta solidarietà a questa famiglia. Ne ho parlato anche con il Presidente Scalfaro. E' l'unica cosa che si possa dire in questo momento. Ma noi non ci rimproveriamo nulla. La sicurezza era garantita. C'era la scorta. Anche se davanti alla morte, uno ha sempre qualche dubbio». Poco lontano, scuoto la testa il vecchio capo degli Esteri, Claudio Accardi, uno di quelli defenestrati da Mimun: «A Mogadiscio non si capisce più niente. S'è scatenata la caccia all'europeo. Sembra poi che sia scoppiata una guerra delle banane. Neanche i soldati si muovono. Troppo pericoloso». E infatti, di lì a poco, tra i giornalisti e gli operatori girerà la fotocopia di un lancio di agenzia: «Lasorella trascorre la notte a Mogadiscio. Il sopraggiungere della notte ha reso preferibile rinviare alla mattina l'operazione di recupero». Eccola, agli occhi dei disperati del Tg2, la prova che la situazione somala non è affatto definita. Af¬ franto, ne parla Romolo Paradisi. E' un telereporter anche lui. Nella vita, è il compagno di Carmen. Doveva esserci lui su quella maledetta macchina. Ma un infortunio alla spalla l'ha bloccato. Marcello Palmisano lo aveva sostituito all'ultimo minuto. «Come mi sento, ora? Distrutto. Quello che accade a Mogadiscio è sempre inspiegabile. Ci sono duemila schegge impazzite. Ti sparano addosso e non sai nemmeno perché. Anche quando ci aggredirono, a me e a Carmen, non capimmo perché. Forse perché hai trattato male uno. O perché hai trattato troppo bene un altro». Romolo ò al centro di un capannello di teleoperatori. Con lui c'è Mario Sanga, che era coetaneo di Palmisano, e che non riesce a darsi pace. E c'è Franco Trifoni, un altro amico. «Per noi operatori, il pericolo c'è sempre. Per fare buone riprese, ti devi esporre. Più del giornalista. E anche più del fotografo. Marcello lo sapeva. Ne abbiamo parlato fino al giorno prima che partisse. Mi diceva: "Carmen s'è informata, la situazione è peggio che mai. Speriamo bene. Io, fosse per me, metterei le tende all'aeroporto e uscirei solo quando le cose sono tranquille". Sì, perché Marcello non era un rambo. Era un tranquillo signore di 55 anni, che le aveva viste tutte, era stato in Libano come in Romania. Era uno prudente. Per questo io non so a chi dare la colpa. Fosse stato un ragazzino inesperto... Ma non lui. E' stata la fatalità». Annuisce Rita Mattci, inviata di cronaca. «Mi raccontava sempre di quando andò al santuario del Divino Amore per il pericolo scampato in Libano. Ci ridevamo sopra. Ma lui al santuario c'era andato per davvero». E il direttore? Mimun, in maniche di camicia, si affaccia un attimo. Non parìa. Abbraccia il più vecchio dei telereporter. Poi rientra. Oggi è tregua, ma la guerra del Tg2 non è finita. Francesco Grignetti

Persone citate: Claudio Accardi, Franco Trifoni, Lasorella, Marcello Palmisano, Mario Sanga, Mimun, Palmisano, Romolo Paradisi, Scalfaro

Luoghi citati: Libano, Mogadiscio, Romania