Saalchi dichiara guerra a Saatchi

Scalchi dichiara guerra a Saatchi Il guru della pubblicità inglese riparte da zero, dovrà combattere sul mercato e in tribunale Scalchi dichiara guerra a Saatchi Maurice: userò il mio nome contro la vecchia agenzia LONDRA NOSTRO SERVIZIO Maurice Saatchi flette i muscoli e si prepara al lancio della sua nuova creatura, la New Saatchi Agency, l'estate prossima. «I recenti eventi alla Saatchi & Saatchi hanno dimostrato che il cliente è re», ammette, tra lo sportivo e il bellicoso, l'ex duumviro della più famosa agenzia pubblicitaria del mondo, licenziato lo scorso dicembre dalla società da lui stesso creata 25 anni fa insieme con il fratello Charles. Proprio ieri, mentre Maurice spiegava che la sua filosofia di lavoro per sopravvivere alle guerre di marketing del ventunesimo secolo resta quella di «colpire per primo, colpire forte, continuare a colpire», si apriva in tribunale a Londra la causa intentatagli dalla Saatchi & Saatchi, che lo accusa di aver sollecitato Jeremy Sinclair, David Kershaw e Bill Muirhead, a rompere il proprio contratto di lavoro. I tre executive, accusati a loro volta di ledere gli interessi dell'agenzia, si erano dimessi lo scorso gennaio e si ritiene che ab- biano intenzione di unirsi alla squadra che Maurice sta cercando di reclutare, perora con il proprio capitale. Tra i partner esteri l'inora interpellati ci sono altre agenzie pubblicitarie. Il partner più ovvio, Charles Saatchi, sta meditando sul da farsi. Per ora resta il presidente onorario della compagnia con un salario di 300 mila sterline all'anno; il suo contratto scadrà alla fine del '98. Il problema per Maurice sarà fare in modo di non essere «saatchizzato» da quella che per lui è la «vecchia Saatchi»: non sarà facile, per i clienti più facoltosi a lui fedeli, spostare miliardi in blocco dall'oggi al domani. Per esempio, il partito conservatore deve ancora pagare un milione di sterline di arretrati e non è in grado di seguirlo. Ma Maurice è comunque deciso a tentare: «Una battaglia per il mercato, Saatchi contro Saatchi, è inevitabile». Difficile dire quale sarà l'esito della battaglia per il nome, che si preannuncia complessa. Maurice è sicuro di poter continuare a usare «Saatchi» nella testata della sua nuova agenzia, ma bisognerà vedere come reagirà la Saatchi & Saatchi. E' più che probabile che anche questo contenzioso finisca presto in tribunale, magari per iniziativa di entrambi. E i clienti? Se davvero tutto il potere, nel business pubblicitario, è nelle loro mani, non eserciteranno per caso il potere di mandare a quel paese il marchio Saatchi, vecchio o nuovo che sia, turbati dalle battaglie legali presenti e venture? Maurice è tranquillo: «Le battaglie legali si risolveranno e comunque non coinvolgono i clienti. Sono rumore di sottofondo». Dai suoi giovani collaboratori Maurice esigerà «spietata efficienza intellettuale». E nell'invocare «verità per la pubblicità», fa l'intellettuale lui stesso e cita Locke, il suo filosofo preferito: «Esortava a rimuovere le macerie sulla strada della conoscenza». Sarà: ma resta il fatto che per Maurice la filosofia del mercato per il Duemila è una filosofia da guerra del Golfo: «Obiettivi chirurgici, non guerra di trincea». Maria Chiara Bonazzi I fratelli Charles (a sinistra) e Maurice Saatchi

Luoghi citati: Londra