Indiani sul piede di guerra (a Sanremo e canteranno) di Marinella Venegoni

Guzzanti e Riondino: un «esorcismo» con 60 personaggi Guzzanti e Riondino: un «esorcismo» con 60 personaggi Indiani sul piede di guerra (a Sanremo, e canteranno) milano DAL NÒSTRO INVIATO Sabina Guzzanti ha l'aria iratissima, accanto al suo fidanzato David Riondino. Però non bisogna lasciarsi ingannare: sul palco del l'estivai di Sanremo i due non andranno tanto per partecipare a una gara di canzoni quanto a difendere - ispirandosi agli indiani - la loro tribù di «non allineati» e perché no l'agonizzante Raitrc: «li' appena stato reso noto il palinsesto di Locateli] che rade al suolo la rete», dice Sabina Guzzanti. Gli indiani, insomma, proprio come vuole la tradizione sono sul piede di una guerra pacifista: canteranno «per fermare le giacche azzurre che impongono la legge del prosciutto agli uomini». E chi vuole capire, capisca. Non sarà un «remare contro», assicurano, ma «un esorcismo» di stretta natura tribale, fra uomini e donne noti che affolleranno il palco di SuperPippo per fare il coro alla canzone «Troppo sole». Le iscrizioni al gruppo sono praticamente chiuse perché, dice Sabina allarmata, «siamo quasi in sessanta, dai 22 agli 84 anni, e siamo già troppi». Di Baggio s'è già detto, di Curzi anche («il suo nome di battaglia sarà "Vento nei capelli"», annuncia serio Riondino): ma stanno dando la loro adesione personaggi emblematici della tv e della cultura, in un elenco trasversale che mette in fila un sacco di gente spettinata e ben contenta di esserlo. Da Raitrc appena ridimensionata, ecco infatti Bruno Voglino inventore di Chiambretti, da «Blob» Marco Giusti ed Enrico Ghezzi (detto «Fuori sincrono») e Serena Dandini; dalla Fininvest hanno accettato l'invito il mago di «Striscia la notizia» Antonio Ricci, i registi di «A tutto Volume» e di «Angelo», e poi: Bruno Gambarotta, Patrizio Roversi, Amilcare Rambaldi, storico patron del Club Tenco, Victor Sogliani ex Equipe 84 e si dice Walter Veltroni. «Ma i politici non li abbiamo invitati», precisano Guzzanti/Riondino. Di Sgarbi perciò non avete parlato? «No, lui ò una giacca azzurra che usa la tv come un manganello». E Santoro? «Lui è un grande capo, non sarà lasciato nel teepee. Questa formazione sarà una posse, canteremo tutti insieme un canto rituale per allontanare lo spirito maligno dall'Italia e dall'Europa». E che cos'è, lo spirito maligno? «E' tutto ciò che impedisce lo sviluppo dell'anima, considerando i beni materiali l'unica co¬ sa per cui valga la pena vivere». Come dice il testo della canzone, «Voi volete che tagliamo l'erba voi volete che vendiamo il fieno/ Per diventare sempre più ricchi e sognare sempre di meno». La musica è naturalmente la meno sanremese che si possa immaginare, con una partenza ricca di tamburi e un ritornello molto cantabile. In pratica, sul palco di Sanremo con Sabina Guzzanti (Riondino, autore del brano, rivendica un molo marginale) ci saranno ampie frange di certa sinistra negletta e fuori moda che già fuori o in procinto di essere cacciata dalla tv di Stato (e forse dalla Fininvest) si rifugia sull'ecumenico palco del Festival, sotto l'occhio vigile di Baudo. Le metafore ieri, al pranzo di Riondino e Guzzanti, si sprecavano: «Faremo una danza per propiziare la nascita del Terzo Polo», «Sarà una cerimonia propedeutica contro l'avvento del Grande Prosciutto», «"Abbonato alza la voce" potrebbe essere un bel nome di battaglia di qualche nostro ospite». Minaccia finale: il pittoresco congresso di tribù, una volta terminata la performance, viene invitato a far opera di sensibilizzazione generale nei dintorni dell'Ariston, dove circolano centinaia di giornalisti ancora liberi. Marinella Venegoni La coppia Guzzanti-Riondino che presenta a Sanremo il brano «Troppo sole»

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