Van Gogh e Degas ritornano dal Gulag
Van Gogh e Degas ritornano dal Gulag Per la prima volta in mostra 74 tele di impressionisti requisite nel '45 dall'Armata Rossa in Germania Van Gogh e Degas ritornano dal Gulag L'Ermitage di Pietroburgo espone il bottino diguerm MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nessuno al mondo, da 50 anni, li ha visti. E, prima, non erano comunque molti a potersene deliziare. Infatti stavano rinchiusi in casa dei signori Krebs e Gerstenberg, e solo gli ospiti augusti dei loro proprietari potevano gustare il piacere di ammirarli. Poi venne la guerra, la Germania fu sconfitta, e i soldati che issarono la bandiera rossa con falce e martello sul Reichstag se li portarono via. Adesso riemergono dal buio assoluto dei sotterranei dell'Ermitage, per essere finalmente goduti dal colto e dall'inclita. Si narra qui di 74 tele da capogiro, che farebbero saltare il banco di Sotheby's e venire l'acquolina in bocca a tutti i musei e collezionisti del mondo. Domani a San Pietroburgo, in anteprima per i curiosi e i giornalisti, ne potremo vedere tre: Casa bianca di notte di Van Gogh, Place de la Concorde di Degas e Due sorelle tahitiane di Gauguin. Le altre 71 tele verranno esposte il 30 marzo prossimo appunto all'Ermitage in una mostra sensazionale che avrà per titolo Capolavori sconosciuti e che rivelerà al grande pubblico, e a quello degli intenditori, una panoplia di opere sospesa sul crinale dei due secoli, tra impressionismo e postimpressionismo. Dipinti di Renoir e Degas, di Pissarro e Van Gogh, Gauguin, Sisley, Cézan- ne. Mai visti, o quasi. In questo mezzo secolo nemmeno ai più fidati collaboratori del museo sulla Neva era dato avvicinarsi a tanta magnificenza. E non si tratta soltanto di 74 tele. In realtà la guerra portò nei magazzini dell'Ermitage, soltanto dalle collezioni private tedesche, oltre 120 lavori, in gran parte pittorici. Perché ne mostrino solo 74 non è stato possibile sapere. Secondo le informazioni disponibili tutte le opere provenienti dalle collezioni private tedesche sarebbero in perfetto stato di conservazione, dopo essere rimaste «a temperatura costante e nella più totale oscurità» tutto que¬ sto tempo. L'ipotesi che resta è che i responsabili dell'Ermitage abbiano fatto una scelta di «scuola», riservandosi di rivelare il resto in future occasioni. Ma l'evento è rilevante anche sotto il profilo politico-economico-diplomatico, mentre altri musei russi stanno ormai tirando fuori dai loro magazzini altri tesori d'arte e di archeologia conquistati, come trofei di guerra, durante le travolgenti avanzate che conclusero il secondo conflitto mondiale. Il Pushkin, ad esempio, si appresta a esporre per la prima volta il «Tesoro di Priamo», anch'esso proveniente dai musei della Germania sconfitta. In questo caso i precedenti «proprietari» (Turchia, Grecia, Germania) hanno già fatto sapere che ci terrebbero a riavere indietro il malloppo. Non è escluso che i discendenti dei collezionisti tedeschi, nel caso dell'Ermitage, facciano altrettanto. Operazioni ad alto rischio, a prima vista, che sembrano fatte apposta per eccitare appetiti e sollevare curiosità all'estero. A meno che il governo di Russia, sempre più bisognoso di aiuti finanziari, non abbia in mente di aprire trattative al migliore offerente. L'ipotesi è motivata. Fino ad ora infatti la Russia aveva negato di possedere questi tesori e solo negli ultimi tempi ha cominciato a farli uscire dai suoi sotterranei. Il fatto è che non sarà facile convincere la Germania a pagare. Il cancelliere Kohl si presenterebbe a una trattativa del genere con la cambiale, da riscuotere, di 50 miliardi di marchi già sganciati in questi anni per aiutare la Russia. Ma forse, più semplicemente e allora non ci resterebbe che ringraziarli - siamo di fronte all'encomiabile aspirazione dei curatori dei musei russi di restituire ai nostri occhi tanta bellezza sepolta. Le dispute giuridiche, in questo caso, sono meno importanti dei ritrovamenti, anche se dilazionati di mezzo secolo. Giulietta Chiesa I tesori sepolti escono dai magazzini La Russia cerca soldi? Una mostra di impressionisti all'Ermitage di Leningrado
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