L'oceano restituisce l'uomo-pesce di Ugo Bertone

Il francese Guy Delage conclude oggi alle Barbados la traversata a nuoto Il francese Guy Delage conclude oggi alle Barbados la traversata a nuoto L'oceano restituisce l'uomo-pesce In acqua dal 16 dicembre, ha percorso oltre3300 chilometri Prima del traguardo lo attende una zona infestata da squali SFIDA SOLITARIA ALL'ATLANTICO BARBADOS DAL NOSTRO INVIATO «Bernard, vieni a conoscerò i miei amici)). E lui, Bernard Seret, ittiologo di fama mondiale, allenatore sulla terraferma di Guy Delage, il nuotatore folle, si cala in acqua in mezzo a decine di corifene (una sorta di orate oceaniche, lunghe Un metro circa) che stanno scortando Guy da più di 3300 chilometri, lungo la sua pazza e affascinante avventura: la traversata dell'Atlantico a nuoto. E' una scena unica, incredibile, quella che si vede dalla barca, scossa dai cavalloni alti di un oceano agitato: un corteo di pesci che accoglie; con una danza geometrica il visitatore emozionato. Da lui non si fanno toccare, ma da Guy, l'uomo-pesce, sì. Sembra una muta di cani docili e affezionali, fieri protagonisti di una grande corsa: dall'isola di Capo Verde, presso le coste africane;, alle Antille. Ci sono pesci pieni di morsicature, a testimonianza della dura battaglia per la sopravvivenza nell'Oceano; altri zeppi di parassiti portati fin qui dall'Africa. Quasi un esercito eli veterani... «Mi dispiace - mormora Delage - che domani ci lasciamo». Già, sembra davvero un uomo-pesce, questo bretone di 42 anni dall'aria paciosa e quasi magre; (ha perso 15 chili dal giorno della partenza). Siamo a 36 miglia dalle Barbados, mar dei Caraibi, e lì, nuotando eea cagnolino», avanza verse) terra questo bizzarro eroe seguito da computer (spesso in tilt), sponsor, scienziati e pesci. L'arrivo? Probabilmente oggi nel pomeriggio (la sera in Europa) in un punto non precisato di Barbados. Ma, prima di arrivare, lo attende una zona piena zeppa di squali di tutti i tipi, anche i più pericolosi, pronti ad attaccare. E' l'ultima emozione prima di cadere tra le braccia di Catherine;, la moglie-manager che lo attende sulla riva, prima di riprendere; il lavoro a Parigi, già martedì. «Sono qua - spiega - per abbracciarle) sulla sabbia. Avrà sicuramente delle vertigini, ci metterà del tempo a riabituarsi alla posizione verticale. Ed è meglio e:he cada tra le mie braccia. Ne)?». E va di corsa a inseguire Clément, il figlio di 5 anni. Per lui, «papà sta nuotando». Tutto qui? <eA quell'età - intervie;ne la madre - non si ha il senso del pericolo». Certo, soprattutto se il padre, per mestiere, ha fatto !e> skipper, il subacqueo, l'istruttore pilota per aerei ultraleggeri e; vanta imprese tipo la trasvolata del Sahara... E la moglie? Mai avute) paura? eelo replica decisa - ne>n ho voluto ave;r paura». Povero Delage. Lascia i suoi pesci, trova i media, quelli d'assalto come la troupe italiana «guidata da Puccio Corona», novello bucaniere, quelli che vogliono sfruttare la sua fama di «uomo da ultimo minuto». Da domenica lo atte;nde un tour de; fe>rce: in tv di mezze) monde), quel che di più lontano può esserci dalla solitudine dell'Oceano spezzata da un contatto radie) al giorno. E lo attenderanno polemiche, ironie, accuse e sospetti. La sua folle avventura è, comunque;, di que;lle che fanno sognare. Vediamo le cifre della traversata «Seclor f )ce;anantes». E' partito, Delage, il 16 dicembre. Da allora ha nuotato otto ore al giorno, salvo ritirarsi la sera su una zattera speciale, piena di congegni elettronici. La zattera non e certo una reggia: Delage donne, o cerca di dormire, in un pozzetto pieno di spigoli, e basta un po' di mare mosso (circe)stanza abituale) per ricoprirlo di lividi. Ha percorso, in assoluta solitudine, più di 3300 chilometri. I pesci? Amici, ma non sempre. Cinque gli incontri con gli squali. Una volta, il 13 gennaio, un pescecane di 2 metri e mezzo gli è arrivato alle spalle, senza lasciargli il tempo di prendere il fucile. «Mi sono voltato ha raccontato - e gli ho sparato un calcio formidabile sul naso, il suo punto debole. Lo squalo si è fermato e ho avuto il tempo di salire; sulla zattera». Ma, forse, l'avventura più terribile è di ieri notte, poco dopo l'incontro con la nostra barca. Uno squalo grigio, enorme, si è fatto incontro minaccioso. «Certo - spiega l'ittiologo Seret - siamo stati audaci, con la nostra barca, a sfidare lo squalo. Era il suo territorio e lui ha reagito come un gatto, agitando le pinne e zigzagando. Bene ha fatto Guy a star fermo, senza dimostrar paura...». Più di cento scienziati, decine di tecnici dell'alimentazione, specialisti in materiali e tante novità, come una maschera subacquea che permette visibilità a 180 gradi. Sembra facile far l'eroe alle soglie del Duemila. Ma, alla fine, scopri che le tre maschere speciali, fragili, si sono rotte sotto l'infuriar delle tempeste; il campo elettromagnetico anti-squali è andato presto in tilt; il galleggiante d'emergenza (una tavella ultraleggera, simile a quelle che servono per imparare a nuotare) Guy l'ha perduto a 60 chileimetri dall'arrivo. Il cibo, pur ultraselezionato, ha dato dei problemi (e Guy, gran goloso in terraferma, ha rifiutato dolci per più di un mese). E chi se la sentirebbe, anche senza 60 giorni di nuoto solitario alle spalle, di affrontare l'ultima sfida di Guy? Da solo, con un fucile sulla zattera, senza maschera, senza cibo ormai, a varcare la barriera corallina presidiata dagli squali e chiudere in bellezza gli ultimi 50 chilometri a stile libero? Sarà un'impresa folle, ma fa sognare, anche se sulla riva tra Rai, Tf 1 e reti Usa - si respira aria di business. Ma rende, traversare a nuoto un oceano? eeAh replica madame Delage, risoluta manager - spero proprio di sì». Ugo Bertone Durante l'impresa l'uomo (42 anni) ha perso 15 chili Lo attendono la moglie e il figlio Guy Delage durante un momento della traversata. A sinistra il tragitto

Persone citate: Bernard Seret, Delage, Guy Delage, Puccio Corona

Luoghi citati: Africa, Antille, Barbados, Capo Verde, Europa, Parigi