Rischia la morte per andare da papà di Antonella Mariotti
Rischia la morte per andare da papà Piacenza, salvato dall'assideramento mentre cercava di raggiungere Catania Rischia la morte per andare da papà A13 anni viaggia di notte su un vagone scoperto ALESSANDRIA. Voleva andare dal padre a Catania per convincerli) u riappacificarsi con la mamma e tornare a formare una famiglia unita. Lo hanno ritrovato quasi assiderato vicino alla stazione di Piacenza: un casellante lo ha affidato alla polizia. Ora ò all'ospedale emiliano con un piede rotto e qualche escoriazione, ma - dicono i medici - guarirà presto. Giuseppe, 13 anni, ò scappato di casa l'altra notte verso le dieci. Era in tuta, probabilmente ha gironzolato un po' per la città. Dopo mezzanotte ha raggiunto la stazione ed è salito su un treno che già si stava muovendo. Il convoglio era un «carro pianale», di quelli che trasportano le auto, e in quel momento era vuoto. Il ragazzo si è rannicchiato in un angolo e ha iniziato il suo viaggio verso Catania. «E' stato fortunato - dicono dalla Polfer di Piacenza -, quel treno doveva fermarsi in stazione. Altri convogli proseguono diretti per Bologna e il ragazzino avrebbe rischiato di morire assiderato». L'aria rigida ha cominciato presto a farsi sentire: un vero tormento per il piccolo vestito solo di una maglietta e di una tuta. Il ragazzino si è sentito male vicino alla stazione di Piacenza: quando il treno ha rallentato, nei pressi di un passaggio a livello, Giuseppe si ò buttato dal convoglio. In qualche modo, trascinandosi sulle pietre della massicciata dei binari, ha raggiunto la garitta di un ferroviere: ha bussato alla porta ed ò stramazzato al suolo senza riuscire a parlare. E' stata chiamata la polizia ferroviaria e gli agenti della volante della questura di Piacenza, che hanno soccorso Giuseppe trasportandolo all'ospedale. I medici lo hanno giudicato guaribile in venti giorni per la frattura al piede e le escoriazio¬ ni. «Volevo che papà e mamma tornassero insieme», ha detto Giuseppe ai poliziotti, ripetendo questa frase più volte, quasi a giustificare la fuga. In reparto lo ha raggiunto la dottoressa Camagna, neuropsichiatra del servizio socio assistenziale alessandrino, che segue la famiglia di Giuseppe. Ma all'ospedale emiliano sono arrivate anche la madre e la nonna del ragazzo. La mamma poi è tornata in città. Sembra che all'origine della fuga di Giuseppe ci sia il difficile rapporto con la madre e con il nuovo compagno di lei. La donna inoltre ha problemi di salute. E con la nonna, molto anziana, Giuseppe ha confidato di non andare daccordo. All'Usi negano altri particolari: «Non daremo nessuna informazione, vogliamo tutelare i minori di cui ci occupiamo». Antonella Mariotti
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