Da Belgrado un invito a Roma

Da Belgrado un invito a Roma Da Belgrado un invito a Roma «Vogliamo che entri nelle trattative» IL PRESIDENTE ZORAN LILIC LBELGRADO A situazione nei territori dell'ex Jugoslavia sembra essere giunta ad una svolta storica, per un cessate il fuoco che potrebbe essere rispettato. Sui rapporti futuri con le altre Repubbliche secessioniste e, soprattutto, sulle relazioni con l'Italia, ecco le risposte del presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia (Serbia, Vojvodina e Kossovo) Zoran Lilic. Il presidente Lilic ha 42 anni. Ingegnere di formazione, ha assunto vari incarichi professionali e politici. Nel 1992 è stato nominato presidente della Assemblea nazionale della Serbia; il 25 giugno 1993 è stato eletto presidente della Repubblica Federale della Jugoslavia. Il gruppo di contatto ha invitato l'Italia a farne parte. Che cosa ne pensa? «Personalmente io penso che il ruolo dell'Italia sia molto importante por la Regione dove è situata la Repubblica Federale di Jugoslavia. Soprattutto dal punto di vista della trascorsa cooperazione fra i due Paesi, e per la nostra fiducia verso Roma. Evidentemente bisogna tener conto degli interessi che potrebbe avere l'Italia verso le altre Repubbliche. Tuttavia debbo confessare che sono stato un po' sorpreso per la relativa passività mostrata dal potere italiano per tutta la durata della crisi che ha colpito i territori dell'ex Jugoslavia». Ora lei si attende un atteggiamento più attivo? «Amerei molto che gli italiani fossero più attivi che in passato, visto che essi conoscono la no¬ stra mentalità meglio degli altri vicini. Spero che il nuovo governo possa trovare la risposta a tutti i problemi italiani, e che possa partecipare anche alla soluzone dei nostri problemi, per il bene comune». Vi è stata la missione Carter poi il recente cessate-ilfuoco. Qual è ora la situazione nella Regione? «Si sono avute recentemente varie iniziative, sia partite da Belgrado, che per l'azione del Gruppo di Contatto e, evidentemente, la missione dell'ex presidente Carter. Ora siamo molto più vicini alla realizzazione della pace e alla creazione di condizioni normali di vita nell'insieme dei territori dell'ex Jugoslavia. L'accordo di cessate-il-fuoco, recentemente firmato ha ora maggiori probabilità dei prece¬ denti di essere rispettato. Noi ci auguriamo che esso sia il regalo del nuovo anno, non solo per noi, ma anche per i Balcani e per l'Europa». Quali potrebbere essere i rapporti con le altre Repubbliche dell'ex Jugoslavia? «Desidero ricordare chi;, per la soluzione pacifica globale della crisi, la Repubblica Federale di Jugoslavia - per la sua Costituzione e per la dichiarazione parlamentare del 27 aprile 1992 ha risolutamente dichiarato di non avere alcuna pretesa territoriale verso le altre Repubbliche. Noi siamo altresì disponibili a risolvere ogni questione aperta fra noi e desideriamo rinnovare i precedenti legami, sulla base degli interessi reciproci». Antonio Acone

Persone citate: Antonio Acone, Lilic, Zoran Lilic