FIORELLA E LA «GENTE COMUNE» LaMannoia in concerto lunedì 6 con brani nuovi e firmatissimi di Gabriele Ferraris

FIORELLA E LA «GENTE COMUNE» FIORELLA E LA «GENTE COMUNE» LaMannoia in concerto lunedì 6 con brani nuovi e firmatissimi TEATRO Alfieri, lunedì 6 febbraio, ore 21 (biglietti alla cassa: platea a 50 e 40 mila lire, 32 mila la galleria, più i diritti di prevendita): Fiorella Mannoia presenta in concerto l'album nuovo, «Gente comune», e le vecchie canzoni rivisitate, reinventate. Con l'entusiasmo di un'interprete che sa di valere, e sa che il pubblico lo sa: e dunque va senza paura, quasi facendo violenza alla naturale timidezza di una cantante talmente brava da potersi permettere persino di non essere popolare. Non nel senso becero, corrivo, della popolarità televisiva, dell'ammiccamento alla massa, degli scadimenti di gusto. Ospite d'onore non sarà il solito cantantino bisognoso di promozione, bensì il pittore e disegnatore belga Jean Michel Folon che esporrà i propri manifesti (molti dei quali creati per la Snam) nel foyer del teatro. La Fiorella riuscirà anche questa volta ad attirare un pubblico, il «suo» pubblico, che è fatto di gente normalissima; e intanto speciale perché non sopporta i mediocri eccessi di uno show business che è specchio della vita infima (o sarà il contrario?); e gode ancora di spettacoli civili, eleganti, rigorosi. La Mannoia ha gli strumenti per accontentale quel pubblico: doti vocali insuperate, intelligenza d'interprete, e un repertorio firmatissimo. Anche per «Gente comune» si sono mobilitati i corpi santi della nostra canzone nobile. Francesco De Gregori ha contribuito con una struggente «Giovanna d'Arco»; e autori quali Fossati, Ruggeri, Bubola, Caetano Veloso e Piero Fabrizi hanno scritto al meglio per la loro amica Fio¬ LMARTE non è uno specchio: è un martello». Era uno slogan degli Henry Cow, band radicale inglese degli Anni Settanta. Ed è il titolo della mini-rassegna musicale organizzata dal centro sociale occupato e autogestito «Gabrio» di via Revello 5. Tre concerti, tre incursioni nei territori meno frequentati dell'avanguardia mondiale. Suoni fuori da ogni regola, che arrivano al «Gabrio» grazie alla crescita del Circ.A, circuito al di fuori delle regole del business. Si comincia domenica 5 febbraio con il violoncellista newyorkese Tom Cora e il chitarrista tedesco Hans Reichel. Cora ha gettato un ponte fra classicità e ricerca, collaborando fra l'altro con John Zorn, Don Cherry, Arto Lindsay. Reichel oltre che musicista è inventore di strumenti musicali, fra cui il doxaphone. Insieme, hanno inciso l'album «Angel Carver». Secondo appuntamento mercoledì 8 con il trio australiano Perii e il giapponese Otomo Yoshihide, «virtuoso del moderno scratch»: un viaggio dal thrash ai più arditi campionamenti. Prima del concerto verrà proiettato il video del concerto che il newyorkese Elliott Sharp tenne nel luglio dello scorso anno all'«Isabella Occupata». Si chiude domenica 12 febbraio con il quintetto Uz Jsme Doma (siamo finalmente a casa) proveniente dalla Repubblica rella. Sul palco la Mannoia proporrà gran parte dell'album, con arrangiamenti originali, privilengiando a tratti la dimensione acustica; stesso trattamento sarà riservato alle canzoni più antiche. «Dopo tanto tempo - spiega - si sente il bisogno di cambiare, di uscire dall'ovvio, dal già sentito». Gabriele Ferraris FUORI CIRCUITO AL CENTRO GABRIO