IL CASO ITALIA Ricerca: vinca il peggiore

IL CASO ITALIA IL CASO ITALIA Ricerca: vinca il peggiore SU La Stampa del 15 gennaio l'ex ministro Podestà sosteneva che nel suo disegno di legge sullo stato giuridico e il reclutamento dei professori universitari approvato il 14 dicembre non vi è alcun tentativo di proporre concorsi ope legis. Infatti, il passaggio dei professori associati e ricercatori più «anziani» sarebbe subordinato al giudizio di merito di una commissione di professori ordinari. L'eventuale insuccesso di tale operazione sarebbe quindi legato solo all'eventuale incapacità della categoria degli ordinari. L'ex ministro dovrebbe ricordare che un tale esperimento fu attuato negli Anni 80 con i concorsi di idoneità per professori associati. Il risultato fu che il 99% degli aspiranti ottenne la promozione, trasformando quegli pseudo-concorsi in un ridicolo rito di assoluzione plenaria, cosa senza precedenti al mondo. Perché ripetere l'errore? L'ex ministro dovrebbe anche sapere che nella prima tornata di quei concorsi alcune commissioni cercarono di essere più restrittive di altre nei loro giudizi. Ad esempio, nei concorsi di Fisiologia umana, la commissione giudicò idonei circa il 20% degli aventi diritto. L'allora ministro Falcucci, su suggerimento del Cun, si rifiutò di firmare gli atti della commissione. In seguito alla denuncia con richiesta di danni da parte degli idonei che vedevano ritardata la loro carriera, il ministro Falcucci approvò la parte degli atti concorsuali che riguardava soltanto costoro, ma non firmò mai l'inidoneità degli altri. Le proteste soprattutto da parte sindacale furono così pressanti che di fatto le Commissioni successive giudicarono idonei praticamente tutti. Un sindacalista del Cun mi disse che gli ordinari di quella commissione non avevano interpretato correttamente la legge. Secondo la sua interpretazione, tutti coloro che avevano svolto il loro dovere di docenti dovevano essere promossi. Che significa fare il proprio dovere? Sviluppare una capacità di svolgere ricerche di buon livello in maniera autonoma oltre che fare un certo numero di lezioni ed esami? Oppure non avere commesso reati penali? Che garanzia sussiste che tali condizioni non si ripetano nei nuovi ipotizzati concorsi di idoneità? Altri esponenti politici grideranno che non possono essere considerati inidonei candidati che da anni già operano nelle rispettive Facoltà, dimenticando che in molti casi ciò accade proprio in grazia dell'assoluzione plenaria precedentemente da loro stessi imposta. E se non saranno i politici a imporre le idoneità saranno i Tar che, per natura, non possono entrare in questioni di merito. Seconda considerazione Perché mettere gli ordinari nella condizione di giudicare senza concorrenti degli stretti collaboratori con cui spesso dovranno continuare a convivere? Terza considerazione. Per quale motivo limitare la competizione a chi è già dentro e non ammettere anche coloro che appartengono ad altri enti di ricerca in Italia o all'estero? E' questo il disegno di legge partorito da un governo che si dichiarava liberista? 0 è un prodotto dei sindacati, i quali di fronte alle numerose lettere uscite sui giornali in questo periodo non hanno preso la parola? Nel numero 42 della rivista Sfera (1994) John Maddox, direttore da oltre 20 anni della prestigiosa rivista Nature, afferma che «con il solo 5% della popolazione mondiale, gli Stati Uniti vantano il 75% dei risultati scientifici più importanti, e la stima pecca probabilmente per difetto. E' anche chiaro che il ritmo delle scoperte è aumentato di 3-4 volte solo perché un Paese come gli Stati Uniti accetta di sottoporre le proprie menti più intelligenti a un tipo di economia di mercato, dove la competizione verte sul prestigio conferito dalla scienza». Nessuno difende l'attuale sistema dei concorsi, neppure gli ordinari. Siamo d'accordo che bisogna cambiare strada. Ma vorremmo che la strada nuova fosse migliore della vecchia e non peggiore. Se si vuole seriamente migliorare il livello scientifico dell'Università italiana non è dall'atto finale del processo di selezione, e cioè dai concorsi, che bisogna cominciare, ma dai meccanismi di base dell'organizzazione della ricerca. 1) E' necessario distribuire i fondi in maniera meritocratica cambiando i sistemi di gestione e di assegnazione dei fondi. Coloro che svolgono un dato programma di ricerca devono poter scegliere i propri collaboratori. Solo premiando i gruppi che producono risultati di eccellenza si otterrà una selezione valida. 2) E' essenziale aumentare i finanziamenti per la ricerca. Attualmente le destiniamo l'I,3% del Pil, cioè meno della metà di quanto spendono gli altri Paesi industrializzati. Nel mondo universitario la somma destinata alla ricerca in gran parte va in stipendi. E l'attuale distribuzione a pioggia risente fortemente di questa limitazione. Auguriamo al nuovo governo di poter affrontare seriamente il problema dell'Università e della ricerca rendendo il nostro sistema più simile a quello degli altri Paesi industrializzati: ciò sarebbe di grande aiuto anche alla nostra economia. Piergiorgio Strata Università di Torino Spegnendo poi il laser gli oggetti hanno ripreso ad emettere un solo flash. La conclusione di queste osservazioni è che gli oggetti luminosi esistono realmente, che il loro comportamento esula dalle nostre conoscenze fisiche, ma che è possibile eseguire misure scientifiche atte a chiarire il fenomeno. Poiché esso non è scomparso negli ultimi 10 anni, i norvegesi hanno dato vita ad una organizzazione denominata CRULP (Committee for Research of Unidentified Light Phenomena) con l'intento di far ripartire il progetto dotandolo di nuove più sofisticate apparecchiature del tipo Lidar (Laser Imaging Radar). Ciò che gli scienziati ritengono probabile è che non si tratti di oggetti extraterrestri, ma di fenomeni terrestri a noi tuttora sconosciuti la cui comprensione potrebbe portare addirittura alla scoperta di nuove leggi della fisica. Una nuova teoria basata sul Vorton, il monopolo magnetico, potrebbe forse fornire una risposta. Nel frattempo siamo stati invitati, nell'ambito del progetto italiano di bioastronomia, a partecipare alle osservazioni, magari anche con strumentazione italiana, ma penso che sia molto difficile convincere coloro che ripartiscono i finanziamenti per la ricerca al Cnr ad avventurarsi in una simile sfida agli Ufo. Cristiano B. Cosmovici Cnr, Istituto di fisica dello spazio 1

Persone citate: Caso Italia, Falcucci, John Maddox, Laser Imaging Radar, Light, Piergiorgio Strata

Luoghi citati: Italia, Stati Uniti, Torino