Dopo l'alluvione '94, pista ciclabile in parte fuori uso. e la burocrazia blocca i privati Impasse al Parco della Mandria

Dopo l'alluvione '94, pista ciclabile in parte fuori uso. e la burocrazia blocca i privati Dopo l'alluvione '94, pista ciclabile in parte fuori uso. e la burocrazia blocca i privati Impasse al Parco della Mandria Tempi lunghi per la ricostruzione Quando sarà possibile riutilizzare la pista ciclabile del parco regionale della Mandria? Il percorso per le bici è attualmente in gran parte distrutto dalla violenza delle acque alluvionali. E' solo uno, però, dei tanti danni subiti dal parco. Ancora non si riesce a quantificare la loro entità precisa, ma i segni del disastro sono ancora impressionanti. Pietro Ambrogio, presidente dell'Ente di gestione del parco, ha incaricato due geologi, Adriano Simonigh e Massimo Troffero di stendere una puntuale relazione sugli effetti del maltempo nelle giornate del 5, 6 e 7 novembre 1994. Il risultato è un voluminoso incartamento che permette di rendersi conto che i tempi della ricostruzione saranno lunghi. «Il parco - spiega Ambrogio è comunque già agibile e i disagi non impediscono ai cittadini di godere della sua bellezza. Si è provveduto subito a ripristinare le cose più urgenti: sono state fatte spallette provvisorie al ponte Verde e al ponte del Violino. Abbiamo anche già riassestato parte della pista ciclabile». Talvolta, però, sono i tempi della burocrazia che impediscono la ricostruzione di ciò che l'alluvione ha distrutto, anche là dove si vorrebbe rico¬ struire. E' il caso di quella parte di parco che è in mano a privati. Riccardo Ferrerò e Luca Remmert sono proprietari di centinaia e centinaia di ettari del parco. Entrambi minimizzano i propri danni rispetto ai drammi che l'alluvione ha creato in alcune zone del Piemonte. Nessuno dei due pretende fondi per la ricostruzione. «Vorrei riassestare almeno una parte del letto del rio Valsoglia - spiega Ferrerò, 37 anni, proprietario della Falchetta -, comincerei i lavori oggi stesso, ma bisogna aspettare i permessi. Purtroppo la legge 431 che disciplina questo tipo di interventi obbliga ad un iter burocratico che non permette di essere tempestivi». Anche Remmert e costretto ad attendere dei permessi che tardano ad arrivare: «Gran parte delle recinzioni lungo la Stura sono state mangiate dalla violenza dell'acqua. Una recinzione è condizione assolutamente necessaria per una tenuta agricola così vicina a Torino: nessuno riesce a fermare diversamente le centinaia di gitanti domenicali che per raccogliere le primule distruggono i nostri campi. Eppure, ricominciassi i lavori sarebbero abusivi». Carlotta Oddone A sinistra, come si presenta il Parco regionale della Mandria, dopo l'alluvione del novembre 1994 Sopra il presidente del Parco, Pietro Ambrogio. A fianco, Riccardo Ferrerò

Persone citate: Adriano Simonigh, Carlotta Oddone, Luca Remmert, Pietro Ambrogio, Remmert, Riccardo Ferrerò

Luoghi citati: Piemonte, Torino