L'opposizione: «Una scelta sospetta», Castellani: «Non ho ricevuto pressioni» Sul Sanpaolo bufera in sala rossa

L'opposizione: «Una scelta sospetta», Castellani: «Non ho ricevuto pressioni» L'opposizione: «Una scelta sospetta», Castellani: «Non ho ricevuto pressioni» Sul Sunpaolo bufera in sala rossa E' scontro per il consigliere revocato Sanpaolo: una revoca «sospetta» quella di Gambigliani Zoccoli, «fatto uscire» con decreto del sindaco dal Consiglio di amministrazione «in vista del rinnovo di un vertice che scade a fine anno». Un atto «imbarazzante», forse «affrettato», quindi «imprudente», un po' «ballerino», giuridicamente «discutibile». Insomma un «boomerang» per chi l'ha proposto. Definizioni e aggettivi utilizzati da Agostino Ghiglia (An), Giovanna Cattaneo, Giorgio Siniscalco (Alleanza per Torino), Paolo Ferrerò (Rifondazione), Michele Vietti (Ccd), Mauro Battuello (ppi) e da Gianni Bellini (Lega Nord) per «denunciare» al Consiglio comunale il comportamento del sindaco. Il quale, nelle scorse settimane, aveva «ritirato» con decreto la fiducia a Gianfranco Gambigliani Zoccoli. Un «esperto» di problemi economici e finanziari, nominato da Zanone, su indicazione del pri, nel Consiglio del Sanpaolo. Accuse respinte «con sdegno» da Valentino Castellani. «Ho agito in piena trasparenza, senza pressioni. Rispondendo alla mia coscienza», ha detto in apertura e ripetuto in chiusura di un dibattito provocato da due interpellanze di An e Rifondazione comunista: la prima per avere chiarimenti sul provvedimento «imposto» a Gambigliani Zoccoli e sulle dimissioni di Carlo Altara (pure lui consigliere della banca); la seconda per avere notizie sulle nomine municipali nell'ente di piazza S. Carlo. Un lungo confronto, durante il quale Alleanza per Torino si è divisa in tre, con prese di posizione a «titolo personale»: Cattaneo e Siniscalco, perplessi, ed Elsa Fornero convinta, assieme alla maggioranza che il sindaco sia «nel giusto». «Comunque - ha detto starò con gli occhi aperti: se i due consiglieri saranno sostituiti con persone di prestigio e al di sopra delle parti politiche, sosterrò la linea Castellani fino al termine di questo delicato processo». E sì. Perché il Sanpaolo - l'ha detto il sindaco e l'hanno ribadito Sergio Chiamparino (pds) e Silvio Viale (verdi) - sta vivendo una «stagione delicata»: la formulazione di un nuovo statuto che avrà conseguenze sulla compatibilità degli incarichi. «Per questo - afferma il sindaco - la città ha bisogno di rappresentanti che riflettano i suoi indirizzi». In un rapporto di fiducia che con Altara e Gambigliani sarebbe venuto meno: «Prima io, poi il vicesindaco Brosio avevamo fatto recapitare ad entrambi gli amministratori due lettere chiedendo loro di scegliere tra l'incarico bancario, quello della Fondazionbe e quello della holding: Altara si è dimesso, Gambigliani ha preso tempo». Di qui il decreto di revoca. «Un atto eccezionale», hanno risposto Ghiglia e Vietti, «scattato soltanto per Gambigliani Zoccoli e non per quei 60 (su 110) rappre¬ sentanti del Comune in società ed enti che non hanno fornito la relazione sul loro operato entro il 31 dicembre come richiede lo Statuto della città». Due pesi e due misure che, secondo An, aprono varchi «al sospetto». Vietti: «Cosa c'è dietro? La revoca del mandato, giuridicamente, non sta in piedi, perché i rappresentanti del Comune sono nominati per concessione del Sanpaolo. Abbiamo quindi persone che dall'insediamento in poi hanno piena autonomia». Ghiglia: «Entro l'anno dovrà essere scelto il successore di Zandano al vertice». Paolo Ferrerò: «Gli indirizzi che il Comune ha il diritto e il dovere di suggerire ai suoi rappresentanti non possono trasformarsi in "cordate" a favore di questo o quel presidente». Il sindaco, a questo punto, ha detto «basta» a «dietrologie false quanto inutili e dannose per la città», ribadendo - confortato da gran parte della maggioranza che la revoca «è stata dettata dalla necessità di un rapporto fiduciario limpido e trasparente». Ha chiarito, non tanto a chi lo accusava quanto alla città, che non deve «niente a nessuno». Come dimostreranno i futuri «inviati» del Comune nelle stanze del potere finanziario che si affacciano sul vecchio Cavai 'd Brons. Giuseppe Sangiorgio Agostino Ghiglia (An) ha definito un «atto eccezionale» la decisione del sindaco Castellani (a fianco)

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