Dentro i motori di Juve e Parma di Roberto Beccantini
30 CHI STA MEGLIO CHI STA PEGGIO Dentro i malori di Juve e Parma Lippi, difesa-brivido; Scala, troppi black-out OMANI il Milan, domenica tutti. Coppe, campionato. Piano piano, ci si rimette in moto. Con quale spirito, possiamo facilmente immaginarlo. Con quale rendimento, no. Le soste si lasciano sempre dietro scarabocchi d'incerta lettura. La Juventus riparte da Bari. Il Parma ospita il Padova. La Roma riceve un'Inter che oggi è ancora di Pellegrini, ma al momento di scendere in campo potrebbe essere già di Moratti. Torino-Lazio promette spettacolo. I campioni d'Italia, dopo aver conteso la Supercoppa d'Europa all'Arsenal, si misureranno con il Cagliari, la squadra del giorno (30 alla Juve, 2-0 alla Fiorentina). Completano il quadro: BresciaFoggia, Fiorentina-Genoa, Napoli-Cremonese e SampdoriaReggiana. Fra Juventus e Parma ci sono tre punti, giusto il respiro di una vittoria. Entrambi sono reduci da imprese tutt'altro che epiche: Lippi, un tribolato successo a spese del Brescia; Scala, un grigio pareggio a Cremona. Nessuna squadra è perfetta. E per questo, difficilmente lo scudetto verrà assegnato per distacco. Premesso che Baggio prima rientra e meglio sarà, Madama deve registrare la difesa, spesso sorpresa in avvio (6' Oliveira, 7' Rizzitelli, 11'Corini) e risparmiata, nelle ultime tredici partite, soltanto da Milan e Roma. Un più equilibrato assetto della retroguardia coinvolge la gestione del tridente, clamorosamente bocciato da Cagliari e Toro. Nel Bari gioca colui che, senza rigori, sarebbe oggi il capo-cannoniere assoluto: Tovalieri, ex romanista come Muzzi e Rizzitelli. La Signora è avvisata. Se la Juve attuale è soprattutto Vialli, il Parma procede a fari (quasi) spenti, fra uno strillo di Scala e una follia di Asprilla. Gli schemi non sono in discussione, e nemmeno gli uomini: stupiscono, se mai, i ricorrenti cali di tensione e i legittimi attestati di scarsa personalità. La cronica assenza del prezioso Brolin spiega abbastanza, ma non tutto. In balia dei tre punti per vittoria, i contorni dell'area scudetto non brillano certo di perentorietà. Gli ultimi accadimenti hanno portato la Roma, corsara a Foggia, sullo stesso piano della Lazio, tramortita all'Olimpico dal Bari. I problemi di Mazzone ruotano intorno all'amletico rendimento di Fonseca (quattro reti, poche) e al disarmante bilancio casalingo (cinque pareggi su nove partite). Da parte sua, Zeman dispone del migliore attacco, ma anche di una delle difese più comiche: è proprio questo squilibrio, così stridente, a stravol¬ gerne la pedalata e a renderne incompiuta la fisionomia. Il futuro del Milan dipende, tanto per cambiare, dall'ennesimo recupero: con il Genoa, questa volta. Introdotta da tre squilli consecutivi (Reggiana, Bari, Fiorentina), la rimonta si è incagliata nella tragedia di Marassi. E col Cagliari, inoltre, l'attacco dovrà fare a meno dello squalificato Savicevic, l'elemento che più di tutti l'aveva rivitalizzato. Come sempre, o quasi, la volata scudetto risentirà degli straordinari legati alle campagne europee. Il discorso riguarda Juventus, Parma, Lazio, Milan e Sampdoria. Per la cronaca, Juventus, Parma e Lazio risultano invischiate anche nella Coppa Italia. Delle squadre di vertice, soltanto Roma e Fiorentina potranno correre, esclusivamente, per il campionato. Un vantaggio non trascurabile, se recepito in termini adeguati. La Fiorentina non riesce a vincere dall'11 dicembre. Da allora, due pareggi e tre sconfitte, due gol fatti (da Batistuta, naturalmente) e sette subiti. Lo spogliatoio ribolle, la zona Uefa è in pericolo. Patti chiari e nervi saldi: non conosciamo ricetta più semplice e, nello stesso tempo, più funzionale. La Sampdoria va presa con le molle. Dispensa, come se niente fosse, gemme e patacche. Tocca alla Reggiana, sempre sconfitta in trasferta, saggiarne l'oscillante maturità. Il Torino visto contro Juve e Inter è un gruppo dalle risorse stimolanti ma confuse: se «studia» e asseconda la vena di Pelé, crescerà in malizia e in classifica; se viceversa dà fiato alle trombe del complotto, rischierà di perdersi per strada. Il Rizzitelli del derby e il Silenzi di San Siro sono elementi che, al guinzaglio di Pelé, possono lasciare orme importanti. Cremonese e Foggia hanno smarrito la brillantezza autunnale. Il Napoli in casa fa troppi regali. Il Padova è un colabrodo. Il Genoa è chiamato a reagire a uno choc cosmico, la morte di Vincenzo, e, più terra terra, all'anemia dell'attacco. Un tarlo, questo, che rode anche, e soprattutto, il Brescia. Se il Cagliari di Muzzi merita l'oscar di gennaio, cosa aggiungere sul conto dell'Inter se non che la squadra, come la società, è tutta un quiz? Roberto Beccantini Romane condizionate dall'amletico Fonseca e da squilibri tattici E il Milan è ancora attardato da recuperi Il Toro deve crescere alla scuola di Pelé
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