Un colpo di scena dopo la minaccia di sciogliere il Parlamento, strada aperta a Kwasniewski che giudica più malleabile Walesa ordina: premier Vattene

Un colpo di scena dopo la minaccia di sciogliere il Parlamento, strada aperta a Kwasniewski che giudica più malleabile Un colpo di scena dopo la minaccia di sciogliere il Parlamento, strada aperta a Kwasniewski che giudica più malleabile Walesa ordina: premier, vattene «Voglio come primo ministro un postcomunista» VARSAVIA. Il presidente polacco Lech Walesa ha sorpreso di nuovo tutti quanti. Dopo una grave crisi istituzionale, durante la quale minacciava di sciogliere il Parlamento «troppo comunista» e chiedeva le dimissioni del primo ministro Waldemar Pawlak, "adesso al suo posto vuole Aleksander Kwasniewski, il leader dell'alleanza della sinistra democratica, un partito post-comunista, il diretto erede del partito operaio unificato polacco che governò in Polonia fino al 1989 e contro il quale Walesa ha combattuto per vent'anni. Walesa si è pronunciato a favore di Kwasniewski durante l'incontro con il presidio del Parlamento polacco, avvenuto ieri. La svolta di Walesa è stata provocata da diversi fattori. Soprattutto il Presidente ha capito che per sciogliere il Parlamento e delegittimare il governo delle sinistre dovrebbe usare la forza. I mezzi legali e semilegali inventanti dall'abile, e privo di scrupoli giurista del Presidente, Lech Falandysz, non sono stati sufficienti. I deputati si erano chiusi nell'edificio del Parlamento per continuare la seduta, cominciata il 4 di febbraio. Solo dopo la fine di questa seduta il Presidente avrebbe avuto il diritto di sciogliere le Camere, ma i parlamentari erano pronti a non finirla mai. Intanto tra i seggi girava la mozione di querela nei confronti del Presidente e diretta al tribunale dello Stato. E' stata già sottoscritta da 200 deputati tra cui quelli del partito dell'Unione della libertà, radicato nell'ex centro-sinistra di Solidarnosc. I capi dell'Unione della libertà, Tadeusz Marowiecki e Jacek Kuron, nonostante l'aperto conflitto con il governo di sinistra, all'ultimo momento hanno dichiarato la fedeltà alla democrazia e ai principi costituzionali e non al capo dello storico movimento anticomunista. La votazione della querela sarebbe stata una formalità, dopo la quale il Presidente sarebbe stato sospeso e, prima di prendere qualsiasi eventuale decisione, avrebbe dovuto presentarsi al tribunale dello Stato e sottoporsi al suo verdetto. Se avesse osato scio¬ gliere il Parlamento senza badare alla querela, avrebbe dovuto rinunciare alla fama internazionale di grande militante della democrazia. Avrebbe anche dovuto appoggiarsi solo sulla forza militare, e l'esercito polacco non era certo pronto. Neanche le forze del ministro degli Affari Interni, gestito dal collaboratore stretto di Walesa, il ministro Andrzej Milcranowski, sicuramente non avrebbero partecipato ad una palese violazione della Costituzione. Il ministro Milcranowski, un buddhista, maestro di zen, benché fosse sempre stato leale nei confronti del Presidente, non ha mai nascosto la sua simpatia politica per l'area del centro (quella dell'Unione della libertà) e le sue convinzioni democratiche. Per tutti questi motivi, Walesa ha accantonato l'ipotesi dell'uso della forza. Il capo degli ex comunisti, Kwasniewski, è il probabile vincitore delle elezioni presidenziali in ottobre. Finora non ha partecipato in nessun modo ai lavori del governo e spesso ha preso le distanze dal primo ministro Pawlak. Walesa può volere che Kwasniewski si assuma la responsabilità di capo del governo per far diminuire la sua popolarità. Così la svolta di Walesa sarebbe in verità una sfida. Forse il Presidente, senza riuscire a scacciare la sinistra dal governo con i mezzi legali, con le minacce e con la forza, cerca di disgregarla. Le proposte di Walesa hanno acceso un conflitto interno nella coalizione del governo. Il partito popolare polacco ha dichiarato che difenderà il primo ministro Pawlak e non parteciperà al governo sotto un'altra guida. Pawlak, per uscire dalla trappola preparata dal Presidente, ha proposto a Kwasniewski il posto del vicepremier. Kwasniewski l'ha rifiutato dichiarandosi pronto ad assumere il ruolo del capo dell'esecutivo. Evidentemente, ha accolto la sfida di Walesa. Pawlak, eletto con i voti di campagna, troppo spesso ha cercato di eliminare gli elementi di libero mercato perché essi costringevano alla concorrenza i Tomasz Piatek contadini, provocando il declino delle fattorie più povere. Intanto gli ex comunisti hanno imparato i fondamenti dell'economia di mercato. Per questo anche molti anticomunisti in Polonia preferirebbero Kwasniewski come capo del governo che non «il contadino Pawlak». Walesa può fingere che, promuovendo Kwasniewski, si crei un governo più professionale rispettando ancora del tutto il voto degli elettori a favore della sinistra. Si rafforza l'ipotesi che il presidente cerchi di dividere i suoi avversari NgWeP Nella foto grande Walesa e (sotto) premier Pawlak

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