«Zìngari raus» una bomba fa 4 morti

Fredda la reazione della gente «I morti erano Rom? Austria, trappola per i nomadi: l'ordigno esplode mentre rimuovono un cartello xenofobo «Zìngari raus», una bomba fa 4 morti Uno spazzino croato perde la mano in un altro attentato La firma: un gruppo intitolato a un eroe anti GengisKhan VIENNA NOSTRO SERVIZIO Quattro uomini uccisi da una bomba hanno strappato la tranquilla Austria dal suo torpore invernale, turbando l'atmosfera festosa della stagione dei balli di carnevale. I quattro, tutti zingari, sono stati dilaniati nella notte tra sabato e domenica da un potente esplosivo celato in un tubo in cima al quale, su una tabella d'acciaio simile a un segnale del trafficò, era scritto «Rom, tornate in India». Il piedistallo che reggeva la tabella era ornato con la bandiera austriaca rosso-bianco-rosso. «Si è trattato senza dubbio di un attentato xenofobo» ha detto ieri il ministro degli Interni Franz Loeschnak, che ha formato una commissione speciale di inchiesta. Con molto ritardo. In un primo momento, infatti, si era supposto che i quattro zingari, usciti di nottetempo dalle loro abitazioni (in una specie di ghetto ai margini del villaggio di Oberwart, quasi ai confini dell'Ungheria), fossero rimasti vittime dell'esplosivo mentre si preparavano a far saltare in aria la scritta con l'invito ad abbandonare l'Austria. Ci sono volute più di 24 ore per ricostruire la dinamica dell'esplosione, che in un primo tempo aveva lasciato completamente indifferente l'opinione pubblica. Quattro zingari morti - si diceva domenica sera a Vienna - non fanno notizia. Come quattro lavoratori stranieri morti in un incidente stradale. Poi, quando gli artificieri hanno rivelato la verità, è subentrata la paura. ..Ci risiamo,.come nel dicembre del 1993, quando dieci lettere-bomba furono spedite ad" altrettante persone che si occupano di minoranze straniere (quattro furono ferite, tra cui il sindaco di Vienna, Helmut Zilk, che ha perso la mano destra); come nell'esta¬ te scorsa quando altre lettere esplosive furono ritrovate (e per fortuna non scoppiarono); come nell'agosto a Klagenfurt, quando una bomba dinanzi a una scuola bilingue slovena amputò le braccia a un poliziotto. Un'ondata di paura percorre ora l'Austria, in particolare tra gli immigrati dal Terzo Mondo, tra i profughi dai Balcani, tra gli zingari e tra coloro che si prendono cura di loro. L'emozione per l'attentatotrappola era appena agli inizi, quando da Stinatz, un altro villaggio del Burgenland, la regione più orientale dell'Austria, è arrivata ieri la notizia di un'altra bomba. E' esplosa tra le mani, spappolandogliene una, di un addetto alle immondizie che stava raccogliendo carta straccia. Il villaggio è mistilingue, per due terzi croato, ed è notorio che laggiù, come del resto in tutta l'Austria, i lavori più umili vengono esercitati dagli stranieri e non dagli austriaci autoctoni. Una bomba tra le im¬ mondizie, pertanto, va di sicuro a segno. L'attentato nel quale hanno perso la vita i quattro zingari non è stato rivendicato. Quello di Stinatz reca invece una firma, «Friedrich der Streitbare», (Federico il bellicoso), l'ultimo dei Babenberg morto nel 1246 sul campo di battaglia combattendo contro i mongoli di Gengis Khan. Va ricordato a questo proposito che il mittente tuttora sconosciuto della lettera-bomba del dicembre 1993 si firmò «Graf Ruedigor von Starhemberg», un condottiero che nel 1683 difese Vienna dai turchi. Secondo gli inquirenti la matrice degli attentati è pertanto la stessa, gli autori sono da ricercarsi tra i nazionalisti dell'estrema destra, il cui motto ò «l'Austria agli austriaci». A Oberwart, il villaggio dove sono morti i quattro zingari, si ò saputo ieri che la picco la comunità di Rom (140 persone) era stata minacciata per telefono. Nei giorni scorsi, ha riferito la sorella di una delle vittime, un'automobile con a bordo un «biondo straniero» aveva percorso più volte, e lentamente, le strade del quartiere (in Austria, come in Ungheria e in Slovacchia, gli zingari non sono nomadi ma stanziali). La vettura era ricomparsa verso la mezzanotte di sabato. Per questo i quattro erano usciti in perlustrazione, con anni e torce elettriche. Trovata in mezzo alla strada la finta segnalazione stradale con la scritta «Rom, tornate in India», hanno probabilmente voluto rimuoverla. E la trappola ò stata per loro fatale. Tijo Sansa Fredda la reazione della gente «I morti erano Rom? E allora a chi importa?» Poliziotti attorno alle vittime dell'attentato di Oberwart ■ ^yyyyyyyyy ; : ; yyyyy

Persone citate: Franz Loeschnak, Gengis Khan, Graf, Helmut Zilk