Alla fine Mosca si piega e concede l'ok, contatto tra lo Shuttle e la Mir Lite Usa-Russia nello spazio di Paolo Passarini

Alla fine Mosca si piega e concede l'ok, contatto tra lo Shuttle e la Mir Alla fine Mosca si piega e concede l'ok, contatto tra lo Shuttle e la Mir lite Uso-Russia nello spazio Una perdita di carburante sulla navicella Discovery rischiava di mettere fuori uso la stazione orbitante WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Alla fine l'agognato contatto si è verificato. Non proprio un contatto per la verità, ma comunque quell'avvicinamento a poco più di 10 metri che era stato concordato e che ha rischiato di saltare fino all'ultimo minuto. Sono stati tre giorni di negoziati tesi e fittissimi tra i centri di controllo di Houston, Nasa, e di Kaliningrad, Agenzia Spaziale Russa, prima che i russi si lasciassero convincere a dare il sospirato «ok» allo storico contatto spaziale tra lo «shuttle» Discovery e la loro stazione spaziale Mir. Un dettagliato e ambizioso programma stava per saltare. L'appuntamento era stato programmato da mesi. Avrebbe dovuto essere - ed è stata - una prova generale per futuri contatti reali, nei quali sarà possibile trasferire materiale e persone. Ma nei giorni scorsi era stata scoperta una piccola perdita di carburante da uno dei propulsori del Discovery. Questo ha messo in allarme i russi, che hanno cominciato a temere per la sicurezza della loro stazione spaziale e delle tre persone attualmente a bordo. La preoccupazione principale era che frammenti di carburante congelato potessero danneggiare i delicatissimi sensori ottici della capsula Soyuz attaccata alla stazione. La capsula e il mezzo di trasporto con il quale i tre astronauti a bordo della Mir devono rientrare sulla Terra il mese prossimo. Inoltre, sostenevano gli scienziati spaziali russi, anche i pannelli solari della Mir avrebbero potuto essere contaminati. I dirigenti della Nasa replica¬ vano che non c'era nessun rischio reale, anche se ammettevano che, al posto dei russi, anche loro sarebbero stati piuttosto prudenti. Eppure premevano per mantenere in vita il programma. Il Discovery era già a 50 miglia dalla Mir e i russi erano fermi nel loro rifiuto. E' cominciata una trattativa «a metri». In un primo tempo, i russi hanno fissato un limite massimo e invalicabile di oltre 100 metri. Infine hanno accettato i 38 piedi preventivamente concordati solo a tre condizioni. Il motore responsabile della perdita avrebbe dovuto essere spento al momento dell'avvicinamento; il Discovery avrebbe dovuto immediatamente riallontanarsi appena fosse stato notato qualcosa di insolito e, infine, la distanza non avrebbe dovuto mai essere inferiore ai 38 piedi che erano stati del resto concordati. Ansiosi e proccupati, il comandante del Discovery James Wetherbee e il equipaggio erano già in vista della Mir da ore, quando è finalmente arrivata la buona notizia dal centro di controllo di Houston. «A tutti quelli che si sono dati da fare per risolvere questa faccenda, grazie, grazie di cuore», ha risposto felice Wetherbee, che non vedeva l'ora di guidare quell'avvicinamento siderale tra bue bestioni da 10 tonnellate l'uno, una manovra talmente delicata da essere eseguita alla velocità di 3 centimetri al secondo. Felice era anche Vladimir Titov, l'astronauta russo che è ospite sul Discovery. Era stato il primo a avvistare la Mir, quando era ancora a 210 miglia di distanza. «Quei vecchi occhi di aquila forse hanno visto la Mir», annunciò Wetherbee a Terra. Per Titov, che ha passato un anno sulla Mir, si tratta quasi di un ritorno a casa. Ma il russo era molto eccitato dall'idea di poter salutare a pochi metri di distanza i suoi tre vecchi amici Alexander Viktorenko, Yelena Kondakova e Valéry Polyakov. Per gli ultimi due questi sono tempi duri. Sui giornali è apparsa la notizia che stanno avendo una storia d'amore spaziale e Yelena è sposata. Tra un mese tornerà a casa, dove l'aspetta il marito. Paolo Passarini Ecco il braccio dello Shuttle che si è avvicinato alla Mir. Sullo sfondo, la Terra

Persone citate: Alexander Viktorenko, Titov, Valéry Polyakov, Vladimir Titov, Yelena Kondakova

Luoghi citati: Houston, Mosca, Russia, Washington