Gli islamici «Volevano far saltare l'Onu» di Franco Pantarelli

Gli islamici Gli islamici «Volevamo far saltare l'Onu» NEW YORK NÒSTRO SERVIZIO Era tutto vero il piano dello «sceicco cieco» per scatenare una «giornata di guerra» a New York. Ad ammetterlo è stato Siddih Ibrahim Siddig Ali, uno dei principali imputati al processo attualmente in corso nel tribunale di Manhattan, che all'inizio dell'udienza di ieri ha dato vita a un vero colpo di scena leggendo una lunga dichiarazione in cui riconosce le proprie colpe e indica quelle dei suoi undici complici. Il piano prevedeva l'esplosione di bombe nel palazzo delle Nazioni Unite; nei due tunnel, il Lincoln e l'Holland, che collegano New York al New Jersey; sul ponte George Washington, il più grande della città, e in vari palazzi per uffici. Le esplosioni dovevano avvenire in rapida successione, più o meno una ogni mezz'ora, in un giorno del 1993, ed era previsto che creassero un'ondata di panico incontrollabile e il completo impazzimento delle forze dell'ordine. E di quel clima i terroristi avrebbero approfittato per rapire l'ex presidente Richard Nixon, allora ancora vivo, e il suo ex segretario di Stato Henry Kissinger, nonché per uccidere il presidente egiziano Hosni Mubarak, che proprio per quell'anno aveva programmato una visita alle Nazioni Unite. Si trattava, aveva detto il pubblico ministero Robert Khuzami all'apertura del processo, di un vero atto di guerra: «Il nemico erano gli Stati Uniti, il campo di battaglia dovevano essere le strade di New York. Se il piano fosse stato messo in pratica, ci sarebbe stato un giorno di terrore come il mondo non ha mai visto». Fino a ieri mattina, il castello dell'accusa - che indica lo «sceicco cieco» Abdel Rahman (la cui figura è emersa all'epoca dell'attentato alle «torri gemelle» all'inizio del 1993) come capo spirituale del complotto e lo stesso Siddig Ibrahim come il suo responsabile «operativo» si reggeva prevalentemente sulla testimonianza di un agente egiziano di nome Emad Salem che era riuscito a infiltrarsi nel gruppo. Fu grazie al suo lavoro che i dodici imputati furono arrestati, un anno e mezzo fa. Ma poi, durante la preparazione del processo, emersero dei rapporti alquanto ambigui fra lo stesso Salem e l'Fbi. Su quell'incrinatura i difensori dello sceicco Rahman, di Siddig Ibrahim e degli altri si preparavano a dare battaglia, e che il processo si concludesse con la condanna degli imputati era tutt'altro che scontato. Ora, l'ammissione di colpevolezza da parte di Siddig Ibrahim è destinata a cambiare sia la strategia dell'accusa che quella della difesa. Nelle sei pagine della sua dichiarazione ammette tutto: il proprio ruolo, quello dello «sceicco cieco» e quello di tutti gli altri. Non si sa cosa gli sia stato concesso in cambio della decisione di vuotare il sacco. Gli inquirenti non hanno detto di avere trattato la sua «resa», ma che quelle trattative ci siano state è considerato «altamente probabile». Franco Pantarelli

Persone citate: Abdel Rahman, Emad Salem, George Washington, Henry Kissinger, Holland, Hosni Mubarak, Richard Nixon, Siddig Ibrahim, Siddih Ibrahim Siddig Ali

Luoghi citati: Manhattan, New Jersey, New York, Stati Uniti