Capanna, festa e colletta «pagati dagli amici 90 milioni di multa»

Capanna, festa e colletta AMARCORD E SOLIDARIETÀ' Milano, ex e post-sessantottini allo Zelig Capanna, festa e colletta Pagati dagli amici 90 milioni di multa MILANO. Tutti allo Zelig con Mario Capanna lunedì sera, recitava l'invito. E, puntuali, amici e compagni, volti noti e meno noti, ex sessantottini e post-sessantottini, ieri allo Zelig, tempietto milanese del cabaret, a fianco dell'ex leader del Movimento, si sono presentati in tanti. Festa memorabile. E obbiettivo raggiunto. Già, perché l'obbiettivo era preciso e dichiarato: raccogliere quei 90 milioni che Capanna è stato condannato a pagare per via di una vecchia grana giudiziaria. Una storia della primavera dell'86 quando davanti al palazzo di giustizia di Milano era stato distribuito un volantino dal titolo che ò un programma («Giustizia o persecuzione?) per protestare contro la carcerazione preventiva di due militanti di democrazia propletaria arrestati nell'ambito dell'inchiesta sull'uccisione di Ramelli, il giovane missino assassinato da militanti dell'ultrasinistra vent'anni fa. Brutta storia. Fatto sta che quel volantino firmato Dp della primavera dell'86 a Guido Salvini, il giudice del caso Ramelli, piace poco o nulla. Lo legge, lo rilegge e si ritiene diffamato. La storia finisce in tribunale e dura nove anni. L'ultimo atto ò quello già detto: una condanna per diffamazione aggravata a Mario Capanna, nell'86 segretario di Dp, obbligato - per evitare la prigione - a sborsare 70 milioni di pena pecuniaria più i 20 di spese processuali. Già, ma dove trovarli questi 90 milioni? Non li ha Capanna, ormai militante senza partito, che non ha più lo stipendio da eurodeputato e nemmeno quello da parlamentare, vive di collaborazioni giornalistiche e dei proventi dei suoi libri. E così, ecco entrare in campo i vecchi amici di un tempo, gli ex compagni dell'università Statale, qualche amico che nel frattempo un po' di strada (e soldi) l'ha fatta, molti simpatizzanti d'antica fede come Claudio Bisio, Fabio Fazio, • Richy Gianco, Maurizio Vandelli voce dell'Equipe 84, Shel Shapiro che cantava "Ma che colpa abbiamo noi". La proposta l'aveva lanciata a qualche conoscente Fabio Treves, bluesman, amicone di Mario: «Che ne dite? Capanna è una brava persona, non ha mai fatto il salto della quaglia, non possiamo lasciarlo solo, organizziamo una colletta, magari con un bella festa». Il tam tam metro¬ politano ha fatto il resto, moltiplicando adesioni e inviti. E così, ieri sera allo Zelig, trampolino di lancio per decine di comici, molti approdati in tv, si sono ritrovati in parecchi. Il più sorpreso? Proprio lui, Capanna, sorridente come non mai: «Una straordinaria festa di solidarietà e di amicizia», dice. Attorno canzoni, interventi, applausi, cori e risate. «Una festa memorabile», confessano i presenti. Un misto tra il revival sessantottino, l'happening della nostalgia e la ricerca del tempo perduto. «Una boccata di ossigeno», riassume Capanna. E poi, con il solito vocione tonante spiega: «Qui ci sono persone che hanno trascorso una gioventù irrepetibile e che sono diventate seri professionisti senza aver dato via né il culo né la testa». Una battuta che, 6 chiaro, strappa gli applausi da chi gli sta intorno, da chi lo cerca, lo saluta: «Ti ricordi, Mario...». Molto passato, qualche sprazzo di presente. Il nemico dichiarato? Scontato, Berlusconi. E Prodi? «Mah? Boh? Vedremo». Finisce la festa, tra i tavolini dello Zelig, con tutti che cantano le vecchie canzoni. All'ingresso, la cassetta della colletta è ormai piena. [r. m.] // vecchio leader «Quanti ricordi!» Mario Capanna, ex leader del Movimento studentesco

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