Una novità: Bugno

Una novità: Bugno Ciclismo: 1995, subito in fuga per la rivincita Una novità: Bugno «Rinascerò a Sanremo» Rinnovato, una persona nuova. Quello che sento adesso dentro di me è un gran desiderio di essere non semplicemente un corridore che sa battersi contro i migliori, ma soprattutto il corridore che sa ricambiare con i fatti l'amore che il pubblico del ciclismo gli ha dimostrato. Ho trascorso giorni molto amari, sono alle spalle, non voglio più pensarci. Penso a quello che deve arrivare. Alla Sanremo, per esempio». Ci sono campioni del ciclismo che hanno trascorso la loro vita standosene perennemente appesi nella bacheca del sano agonismo. Mai una deviazione, mai una storia che non fosse iscritta nei fogli dell'ordine d'arrivo: brave, magari gloriose, figurine da album Panini. Gianni Bugno, due volte-e consecutive-campione del mondo (oltre al resto, che è notevole), dalla bacheca è sceso spesso, è uno che ha storie da raccontare e non sono soltanto storie di cronometro, di salito, volate, manubri e pedivelle. Ha conosciuto, per un peccato lieve commesso senza malizia, i guai di un atleta accusato di doping; ha ascoltato, immaginiamo con quanto dolore, la voce di chi, procedendo a martellate, lo voleva squalificato per due anni, cioè debellato per sempre. Bugno è il campione italiano di ciclismo dotato di maggior classe, il più elegante. Il fatto che abbia tribolato non soltanto in bicicletta ha moltiplicato il bone che i suoi tifosi gli hanno fedelmente portato. L'ultima grande vittoria l'ha ottenuta nell'aprile del '94: Giro delle Fiandre, che secondo noi è la più bella delle classiche. 11 Giro delle Fiandre è rimasto tra i traguardi da riconquistare. Nell'euforia della pace ritrovata, Bugno pensa alla rivincita nel Tour («Se non quest'anno, l'anno prossimo») e nientemeno che al record dell'ora («In Colombia, per il Mondiale, potrei fare dei test»). Messo ordine alla sua vita privata, Bugno ha anche cambiato squadra: addio alla Folti e ai consiglieri che lo guidavano; ha scolto nuovi compagni e s'è unito a un tecnico di straordinario valore, Ferretti, che credo sinceramente alla possibilità di recuperare in pieno il campione. La coppia Bugno-Ferretti è la comunione tra un atleta che ha bisogno di ordino, di sicurezze, di indicazioni precise e un capo che al muso duro abbina il dono, raramente rintracciabile all'interno di un'«ammiraglia», di saper comprendere. Ferretti non si limita a «lanciare l'attacco»: all'attacco spedisce chi sa lottare dopo avergli insegnato a lottare. Accettando la scuola di Ferretti, Bugno ha contemporaneamente accettato la prova decisiva, so la perdo, la responsabilità e la colpa saranno esclusivamente sue. «Ch'io sia diventato ottimista è già un bel passo avanti. Questo non significa che non avverta il timore di non riuscire, ma non è una paura che m'intristisce, che mi fa tentennare. Io non mi l'ormo a ripetermi: tutto è difficile. Vado oltre, dico: tutto è difficile, ma posso farcela, perché ho la volontà di farcela». Bugno ha rinunciato per quest'anno al Giro d'Italia, ma non ha dimenticato che il Giro esiste e clic dal Giro è cominciata la sua storia. Il giorno che ne ripercorrerà le strade non sarà per un viaggio di memorie, sarà per vincerlo («Magari un appuntamento di fine carriera»). Quanto gli prema la maglia gialla del Tour è noto. Ma il Tour non è un bersaglio immediato, vuol riannodare il filo con calma, capire bene se una corsa a tappe è ancora una competizione abitabile da protagonista o è ormai da frequentare come vetrina per un comprimario di ottimo nome. Deve rinforzarsi in salita, terreno sul quale ha rimediato terribili batoste; deve migliorare a cronometro, perché se ti legnano a cronometro le poche speranze di successo che restano te le giochi in montagna e in quel genere di giochi Bugno non è Pantani. Nel suo programma del '95, che tiene conto dell'affollamento del calendario e quindi dell'improbabilità di mantenersi armato da marzo ad ottobre (non ci riesce c non tonta neppure di riuscirci Indurain, per non parlare delle folgoranti apparizioni degli specialisti della pausa, da Romingcr ad Armstrong), stanno in primo 'piano le classiche al Nord e il Mondiale, bersagli immediati por riacquistare fiducia e, soprattutto, bersagli centrabili. In linea Bugno non deve alzare lo sguardo per inquadrare i rivali, il fastidio caso mai tocca agli altri. Se esiste una corsa che gli sta a pennello, questa è la Liegi-Bastogne-Liegi e, naturalmente, se l'è sognata nel taccuino. «Caricato, gagliardo e deciso», dicono i compagni della Mg-Technogym. Attenzione a prendere d'assalto il nuovo corso. E' comprensibile la febbre bugnesca di azionare il randello sin da febbraio, ma i mesi più adatti per un proficuo ammaccamento degli avversari sono quelli della primavera. Gianni Ranieri «La classicissima e la Liegi-B-Liegi primi bersagli poi la prova-Tour» 1 Gianni Bugno, vita nuova 1 nella Mg con il ds Ferretti (sopra)

Luoghi citati: Colombia, Italia, Sanremo