L'industria ingrana la quarta, il credito resta rovente di Valeria SacchiGianni Zandano

L'industria ingrana la quarta, il credito resta rovente NOMI E GLI AFFARI L'industria ingrana la quarta, il credito resta rovente Torna a ruggire l'industria. Cesare Romiti annuncia per la Fiat un utile prima delle imposte di 1800 miliardi, Franco Miroglio un utile netto superiore ai 100 miliardi, Giuseppe Bencini conferma per i pneumatici Pirelli il ritorno al «nero», e la definitiva archiviazione dell'inciampo Continental. Vittorio Merloni, con alcuni chili in meno e in tasca molti miliardi di profitti in più, corre per il mondo a festeggiare i vent'anni della Merloni elettrodomestici. Da poco arrivato in Rii ascente, Giovanni Cobolli Gigli si dice soddisfatto dei risultati che vi ha trovato, mentre Callisto Tanzi, sull'onda dei successi economici del gruppo, decide di ritornare a correre in Formula 1. Convinto che Franco Miroglio lo sport, Para «quota 100» ma docet, pa- Vittorio Merloni ghi. La Borsa legge queste cifre e si frega le mani contenta. Forse siamo alla vigilia di Anni Ruggenti, bisogna prepararsi. Così l'indice, pur con qualche incertezza, torna ad affrontare la prima curva della salita. E guarda come buon auspicio il lunch alla Casa Bianca tra Bill Clinton e Lamberto Dini. Poiché per il listino, l'«estero» è fondamentale. E difatti Jody Vender riesce a convincere gli americani della General Electric a restare partner in Sopaf, Carlo De Benedetti scova nuovi fondi Usa pronti a investire in Olivetti. Tornato in fase espansionistica, l'Ingegnere invita a cena i big presenti al Forum di Davos, dove divide con Corrado Passera gli onori di casa. E riprende l'offensiva dell'immagine, la sua. Che bellezza, gira di nuovo il danaro! Danilo Fossati, uno degli imprenditori che meno ama apparire, cresce in Danone, dove è il terzo azionista, e studia nuovi prodotti di nicchia. Marino Golinelli acquista dalla Heinz la Fitgar, bevande per lo sport. Le voci più disparate zampillano vedendo salire le quotazioni dei titoli Snia, mentre altri «rumors» danno per imminente un accordo tra Ibm, Pirelli e la Stet di Ernesto Pascale. Cosa non si sa, ma i segnali di fumo sarebbero ormai ben chiari. E a proposito di Pirelli, continuano con scadenze ravvicinate le presenze pubbliche, e relative prese di posizione, dell'amministratore delegato, e grande azionista, del gruppo della gomma. A conferma della tesi di colo- Callisto Tanzi ro che insisto- torna in FI De Benedetti, amici americani no nell'indicare Marco Tronchetti Provera in marcia decisa verso la poltrona confindustriale, come successore di Luigi Abete. A Parigi, Umberto Agnelli non smentisce un interesse di Saint-Louis (che Ifil controlla con Worms) nello zucchero di Eridania. Se la cosa andrà avanti, ecco ai nastri di partenza una nuova rivoluzione nel gruppo Montedison, che Guido Rossi ed Enrico Biondi, con l'assistenza dell'istituto creato da Enrico Cuccia e l'aiuto delle banche creditrici, stanno riportando in carreggiata. Ma allora, che resterà di Montedison? Tornerà forse alle origini, quelle di società fornitrice di energia, attività nella quale è già molto forte con Edison? Ecco un altro stimolante quiz per il listino. L'ener¬ gia, del resto, quella delle centrali di vario genere, sembra essere uno dei business più promettenti. Come dimostra la scelta di Alberto Falck (anche lui consigliato da Cuccia) di concentrare sulla Sondel le risorse della sua grande e storica famiglia. Insomma, sebbene tutti guardino con passione alle grandi privatizzazioni che Dini ha rilanciato, e sulle quali lavorano il ministro del Bilancio Rainer Masera, quello dell'Industria Alberto Ciò e Mario Draghi del Tesoro, le sorprese per il mercato non si fermeranno a questi progetti. Che sono comunque colossali, due dei quali riguardano proprio il settore energia: l'Enel e l'Eni, guidata da Franco Bernabò. Né si può dimenticare il «parco ban- Ernesto che», dove le Pascale grandi manovre di fine secolo sono già in corso. Tralasciando la Bna di Giovanni Auletta Armenise (probabilmente sulla via della Banca di Roma di Pellegrino Capaldo), si è fatto di nuovo rovente il clima intorno ad Ambroveneto. Sul quale il presidente del San Paolo di Torino, Gianni Zandano, ha ammesso un preciso interesse. Lanciando a Giovanni Bazoli un avvertimento: attenzione, non scaliamo, ma vogliamo che tu entri nella nostra squadra. Altrimenti... Anche il Montepaschi, retto da Vincenzo Pennarola, non do- vrebbe più sfuggire alla famosa trasformazione in Spa, dopo che il Consiglio di Stato ha dato ragione alla fondazione presieduta da Giovanni Grottarelli De Santis, e torto al sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, strenuo difensore dello status quo. Intanto festeggiano la vittoria della loro Opa sul Rolo i vertici del Credit, Lucio Rondelli e Egidio Giuseppe Bruno. Anche se sanno di aver da conquistare un osso duro, come ha lasciato intendere il presidente del Rolo, Emilio Ottolenghi, che giovedì riunirà il consiglio, all'ordine del giorno: la convocazione della assemblea straor-' dinaria per cancellare dallo statuto il vincolo del 10% di massimo possesso dei titoli. E festeggiano, dopo giorni di ansia, i legali come Ariherto Mignoli e Guido Rossi, e gli advisor, come Guido Roberto Vitale, Arnaldo Borghesi e Alessandro Pansa. Valeria Sacchi 'oiovanm Bazoli Franco Miroglio a «quota 100» Vittorio Merloni Callisto Tanzi torna in FI De Benedetti, amici americani Ernesto Pascale Capaldo punta sulla Bna 'oiovanm Bazoli Gianni Zandano

Luoghi citati: Ambroveneto, Nomi, Parigi, San Paolo, Siena, Torino, Usa