Anche alcuni ministri ad applaudire gli abiti presentati da 39 modelle russe Il Cremlino si trasforma in atelier

Anche alcuni ministri ad applaudire gli abiti presentati da 39 modelle russe Anche alcuni ministri ad applaudire gli abiti presentati da 39 modelle russe Il Cremlino si trasforma in atelier Laura Biagiotti sfila nell'ex sede del pcus SFIDA ALL'EST PER LA MODA MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Nella città dei contrasti, fra miseria nera e lusso dorato, c'è posto anche per la moda. Ieri sera si è consumato l'evento più mondano della stagione. Per la prima volta il Palazzo dei Congressi del Cremlino ha aperto le porte a una sfilata. Nell'ex sede del Pcus Laura Biagiotti ha presentato duecento vestiti con un faraonico show. Sul palco gigantesco come la Piazza Rossa, va in scena uno scampolo del sogno italiano. Ma la top delle top non è Claudia Schiffer, bensì Natalia Andronova, 16 anni. Un giunco di eleganza con i capelli biondi e le gambe chilometriche. All'Est la regina delle pedane è lei. A ruota, 38 ragazze russe emozionatissime, orchestrate da due indossatrici internazionali: l'americana Pat Cleveland e la cinese Dong Mei. Sembrano piccole, piccole, perfette miniature le modelle inghiottite dal proscenio dove trionfano i colori di abiti che costano anni di stipendi. Olga, Irina, Victoria..., tanti sogni di gloria nel cassetto, un compenso che parte da 100 dollari e sfiora i trecento per le più note. Hanno atteso giorni e giorni per essere selezionate dall'agenzia Red Star, il meglio della zona. Nel pomeriggio, le ragazze provavano sullo sfondo dei mega schermi portati dall'Italia per rimandare le immagini della collezione primavera estate. Volonterose, appena un pochino imbambolate ondeggiavano sotto la guida dell'energica Pat Cleveland. «Seguite il vostro istinto ma non esagerate, let's go». Ma chi sono le poche elette che, mentre dalla Ce- cenia arrivano le bare di zinco, possono permettersi di acquistare capi del genere? La responsabile della boutique Biagiotti a Mosca, Silvia Angelini, traccia un identikit: «Oltre alle mogli dei ministri e alle imprenditrici ci sono molte giovani che accompagnano i politici. Parlano inglese caricando l'accento, sfoggiano pellicce lunghe fino ai piedi, borse di Chanci e scarpe di Frizon. Non scelgono. Chi paga e decide l'abito da comprare è l'uomo, che a volte sborsa anche 40 mila dollari al colpo. Loro subiscono, affascinate dal valo¬ re dell'oggetto». Dietro le quinte le luci non si accendono quando dovrebbero, le tende si abbassano al momento sbagliato. Chi tira le fila di questo caos al cubo è l'abilissimo Sergio Salerni. Il regista ha fatto i salti mortali nel tentativo di adeguare i tempi russi alle esigenze mediterranee. E magicamente ci è riuscito. Addirittura sforzandosi di parlare russo e mille altre lingue, compresa quella dei gesti. In questo modo comunicava con Olga, una signora ottuagenaria e rubizza addetta alla consolle. Olga da quarant'anni lavora qui, è la memoria storica del teatro. Fra poco si comincia. On stage i bambini corrono con le magliette a righe, Pat Cleveland ancheggia con l'hula hoop. Un fiume di abiti scorre fra gli sguardi incantati della platea. Gli applausi sono un boato. Lo spettacolo è un sogno. In sala un pubblico eterogeneo, il più disparato, versione stupita nel mondo. In prima fila i posti vuoti di Eltsin e signora. Assenti gli esponenti politici della post perestrqjka. Soltanto una breve apparizione del ministro degli Esteri Kozyrev e dell'Economia Jasin. Il teatro non è pienissimo, forse perché tra i tanti problemi della Russia a qualcuno può essere sembrato fuori luogo partecipare a una manifestazione di moda, frivola, allegra, un inno alla spensieratezza. Ingredienti che latitano nella livida Mosca. In compenso la comunità italiana è al completo. Non manca, accanto ai giornalisti di tutto il mondo, un folto gruppo di diplomatici, l'ambasciatore Di Roberto e la moglie, in boa grigio. E poi ecco lo stilista Slava Zaitzev, il favorito da Rais- sa. Slava racconta di voler sfilare in tutta la Russia ma non è interessato a sfondare in Europa. Vabbè, fingiamo di crederci. E ancora Aimone di Savoia che da queste parti vende vino. Il sontuoso spettacolo nell'ex santuario del partito comunista è stato intervallato dalle danze del corpo di ballo del Cremlino. Mentre il pasde-deux ha visto impegnati Stephan Fournial e Natalia Guicciardini Strozzi. La rampolla fiorentina, allieva di Nurejev, proprio ieri ha compiuto 18 anni. Ma è stato l'abito da sposa tartara, in lana effetto mongolia, a strappare le ovazioni. La regina del cachemire ha invitato 1500 persone. Il resto dei biglietti è stato messo in vendita a 10, 25 e 50 dollari. Buona parte del ricavato servirà per il restauro di un'icona del Cremlino. In perfetto stile italiano anche questo capitolo di storia si conclude a tavola, con un buffet di cento metri. Al tocco kitsch provvede Eltsin inviando la sua personale orchestrina. Antonella Atnapane Il Cremlino e la stilista Laura Biagiotti

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