Serve la voglia di sperare «Da lioni il grazie di un intero paese» di Re. Ri.

Serve la voglia di sperare Serve la voglia di sperare Da Lioni il grazie di un intero paese UN assegno di cinquanta milioni per gli alluvionati del Piemonte giunto a Specchio dei tempi: una delle tante testimonianze che, così cospicue o più modeste, hanno scandito i giorni della solidarietà e della ricostruzione. Ma quest'assegno ò qualcosa che va oltre il gesto generoso d'una mano tesa: è il «grazie» di un intero paese che ha vissuto il dramma della devastazione e che, grazie proprio ad una sottoscrizione come questa, ha riafferrato la voglia di sperare. A spedire questo denaro ò Lioni, tragica «capitale» del terremoto che nel 1980 trasformò l'Irpinia in un presepe di macerie. Era il 23 novembre. Il 2 dicembre con le offerte inviate dai suoi lettori, La Stampa incominciò a costruire, qui, un villaggio porgli sfollati: 130alloggi di 52 metri quadrati ognuno e tre grandi prefabbricati per ospitare municipio e centro sociale. A Natale furono consegnate le prime abitazioni, a metà febbraio tutto l'insediamento era completato. Oggi di quelle casette ne sono rimaste una trentina: in alcune sono ospitate famiglie di terremotati ancora senza un tetto definitivo; in altre, coppie di sposi prive di grandi mezzi economici; in altre i più poveri tra i poveri di questa terra: immigrati nordafricani, bosniaci, albanesi, romeni. Ma il ricordo di quella lontana solidarietà non si è spento. Ed il Comune ha «sentito il dovere» di mandare al giornale questi 50 milioni prelevati dal proprio bilancio. «Certo - dice il sindaco Angelo Colantuono - è poca cosa rispetto a quanto hanno fatto per noi i vostri lettori (e, tra loro, chissà quante persone del Piemonte che stanno vivendo il dramma d'aver perso affetti e beni). Ma ci è sembrato giusto e importante che, da qui, giungesse un segno dell'affetto di chi ha provato sulla propria pelle lo stesso dolore». Affetto, solidarietà. Non è un caso che fra i primi ad aderire alla sottoscrizione di Specchio dei tempi e ad inviare gruppi di volontari nelle zone alluvionate siano stati proprio i centri del Friuli colpiti dal terremoto del 6 maggio '76. E quante storie dietro le offerte arrivate ai nostri sportelli. Una fra queste la racconta Leo Zeni di Panchià in provincia di Trento. Dona una mucca gravida ad un agricoltore piemontese «ricordando i momenti tristi» da lui vissuti nel novembre del '66 durante l'alluvione della Val di Fiemme quando rimase «senza casa, senza distributore di carburante, senza nessuna proprietà, addirittura senza un vestito nella situazione più nera che potesse capitare ad una persona. In quei giorni fui chiamato in Comune: c'era un giornalista de La Stampa che mi consegnò un assegno di 1 milione e mezzo per far fronte al disastro. Non ho mai dimenticato quel gesto». Gesti che alimentano la speranza in un domani migliore. [re. ri.]

Persone citate: Angelo Colantuono, Leo Zeni

Luoghi citati: Friuli, Lioni, Panchià, Piemonte, Trento