«Melluso non diffamò Tortora»

15 La figlia: inorridita «Melluso non diffamò Tortora» MILANO. Gianni Melluso, il pentito che in un'intervista accusò di detenzione e spaccio di droga Enzo Tortora quattro anni dopo la sua morte, non è colpevole di diffamazione. Lo ha stabilito il giudice delle indagini preliminari Clementina Forleo «perché il fatto non costituisce reato». Nell'intervista, pubblicata da un settimanale il 30 novembre del 1992, Melluso sosteneva che il noto presentatore comprava da lui sostanze stupefacenti. Il pm Licia Scagliarmi, a differenza del sostituto procuratore Enzo La Stella, che aveva chiesto il rinvio a giudizio oltre che di Melluso anche della giornalista che aveva fatto l'intervista e del direttore del settimanale, ha chiesto l'assoluzione. Il gip le ha dato ragione: «l'accusa non è sostenibile in seguito all'archiviazione del procedimento penale per calunnia a carico di Melluso e altri imputati». Il giudice Forleo ha spiegato che l'intervista, pur avendo «un oggettivo carattere diffamatorio», ha rispettato i confini del diritto di cronaca perché Melluso «si è limitato a ribadire la sua versione, precisando che non era sialo il solo ad accusare Tortora e che l'assoluzione era dovuta a ritrattazioni di altri». Tortora era stato condannato a dieci anni in primo grado, era stato assolto in appello e la sentenza era stata confermata in Cassazione. «Tutto sommato a questo punto sarebbe stato meglio avere un padre mafioso - ha commentato Silvia Tortora, figlia del presentatore -. Quando spendi 12 anni della tua vita cercando giustizia, credendo nello Stato, nei diritti civili e li vedi calpestati quotidianamente, pensi che sarebbe stato meglio abbracciare una diversa filosofia. Sono inorridita. Ho chiesto la cittadinanza francese: la otterrò per mio figlio, che è italofrancese, e spero di ottenerla anch'io, così sarò un cittadino francese, residente in italia, tutelato da un'altra giurisprudenza». Ir. cri.]

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