Il leader scherza sull'ipotesi di essere sfiduciato al congresso lumbard: «Maroni, grande tattico» Bossi: pronto alla pensione

Il leader scherza sull'ipotesi di essere sfiduciato al congresso lumbard: «Maroni, grande tattico» Il leader scherza sull'ipotesi di essere sfiduciato al congresso lumbard: «Maroni, grande tattico» Bossi; pronto alla pensione «Ho lavorato troppo per quindici anni» VENEZIA. «Sono contento: spero di andare presto in pensione e di divertirmi un po' perché mi hanno fatto lavorare troppo in questi quindici anni». Così Umberto Bossi. La inaspettata «contentezza» si riferisce alla mozione di sfiducia che potrebbe essere presentata contro Bossi al prossimo congresso di Milano, quello in cui il leader della Lega dovrà fare i conti con le truppe rimaste dopo la diaspora e con quella parte di dissenso intorno che sopravvive. «Sono contento», ripete Bossi, e questa volta si riferisce a Maroni, il suo braccio destro o sinistro a seconda delle circostanze e ora in odore di eresia, forse vera forse no: «Maroni è un buon tattico», dice il Gran Capo. Bossi parla con i giornalisti a Mestre, a margine dell'assemblea della Lega Nord-Liga veneta. Argomento del giorno: la leadership in pericolo. «Io non sono un uomo di potere e sui dissidenti non do nessun giudizio - risponde ai cronisti - dovranno dire al congresso su cosa verte la dissidenza. Per qualcuno la dissidenza verteva sulla "stecca" presa da Berlusconi per salvare le sue televisioni, per qualcun altro sulla confusione più che totale, qualcun altro ancora si era convinto che, se io non mettevo giù il governo Berlusconi, si sarebbe potuto stare lì seduti comodamente». Insomma, il nemico è «Berlu- sca», sempre lui. Ma Bossi inserisce un nuovo bersaglio nella sua specialissima guerriglia politica: il sistema elettorale. Già sostenitore del referendum a favore del maggioritario che avrebbe «abbattuto la partitocrazia», negli ultimi giorni Bossi ha auspicato un ritorno all'antico. Ieri ha confermato la «svolta»: «Sono per il doppio turno, con l'80 per cento di proporzionale e il 20 per cento di maggioritario uninominale». Spiega: «Il maggioritario così com'è ci è servito a disgregare il vecchio sistema politico, adesso c'è il rischio che obblighi a fare una contrapposizióne rigida: chi non è con la sinistra deve stare per forza con la destra; è un po' la stessa logica per cui molti per tanti anni hanno votato de tappandosi il naso. Adesso serve un sistema più duttile». Si parla delle ultime novità politiche. Su Prodi Bossi dice: «Facciamolo entrare in campo, poi vedremo». Su Buttiglione: «Non vuole farsi colorare troppo di sinistra, quindi parla anche con altri ma non penso possa entrare nel vuoto lasciato dalla Lega, tra Berlusconi e Fini, e riproporre il governo di quella gente lì. Si troverebbe contro comunque un fronte di liberazione nazionale». Su Dini: «Per fortuna si è dato vita ad un governo alternativo, tecnico e i partiti possono giocare a mano libera in Parlamento e quindi probabilmente potrebbe passare la riforma antitrust. Se riusciamo in questa operazione abbiamo semplicemente salvato la democrazia». E la Lega con chi si presenterà alle elezioni? «La Lega non ha paura di presentarsi da sola, ma le elezioni sono molto lontane, prima c'è l'antitrust e lì può darsi che Berlusconi decida di fare la guerra civile per salvare uno strumento, la Fininvest, che serve per controllare l'opinione pubblica. Ma il Paese darà la risposta giusta in questi casi. C'è sempre il fronte di liberazione nazionale contro il fascistume più o meno mascherato». [r. i.l

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