La crociata solitaria dell'uomo di Danzica

La crociata solitaria dell'uomo di Danzica La crociata solitaria dell'uomo di Danzica IL PRESIDENTE RIBELLE LM IDENTIKIT dell'uomo è rimasto immutato: non offre mai un'immagine nitida di se stesso, impossibile mettere a fuoco il camaleonte dai mille volti diventato ormai un enigma persino per i suoi più stretti collaboratori. I.ech Walesa dunque poliedrico, oggi incendiario con il cerino sempre acceso in mano, l'indomani pompiere con l'idrante in resta pronto a spegnere le fiamme, un giorno si agita e sbraita come l'elefante in un negozio di cristallerie, il giorno dopo indossa tranquillamente i panni del negoziatore disposto ad ogni compromesso. Alle tante recenti metamorfosi del presidente polacco si è aggiunta adesso l'ultima sparata: vuole sciogliere il Parlamento colpevole ai suoi occhi di ostacolare le riforme di marca walesiana, ossia libero mercato al posto dello statalismo che puzza tanto di vecchio regime, interpretando a modo suo la costituzione di Varsavia in verità alquanto imprecisa su questo punto. E qui torna subito alla mente la frase pronunciata anni fa dal Premio Nobel per la pace che allora fu archiviata al livello di boutade estemporanea. «Governerò con l'accetta», sentenziò l'ex elettricista di Danzica. Detto e fatto. Di certo, pur nei limiti imposti alle prerogative da Capo di Stato, finora l'ha dimostrato a iosa nelle decine di scontri al calore bianco ingaggiati con il governo di Waldemar Pawlak, il leader dei contadini mal digerito da Palazzo Belvedere perché troppo chinato nei confronti dei soci della coalizione, quell'alleanza della sinistra democratica riciclata dalle costole del disciolto partito operaio unificato di ispirazione marxista. Bracci di ferro quindi a gogò, prima sullo lentezza delle privatizzazioni (finalmente decollate in parte), poi sulla controversa legge dell'aborto (bloccata con il veto), sull'appello alla disobbedienza fiscale (rimasto lettera morta), sugli intoppi all'ingresso nella Nato (sfociati nelle dimissioni del ministro degli Esteri Andrzej Olechowski), infine sulla cacciata del ministro della Difesa Piotr Kolodzieczyk. Non si è trattato però di vittorie con il fiato lungo in quanto Walesa ha dovuto ingoiare numerosi rospi. Esempio la no¬ mina di una ex spia sovietica, condannata all'ergastolo in America e liberata in cambio di un agente dei servizi segreti occidentali, al posto chiave di responsabile della sicurezza nazionale. Ma ora il presidente ha deciso di aggiungere altri mattoni al muro contro muro che lo oppone a Pawlak, rientrato in gran fretta da Washington, tramite il rifiuto di firmare il bilancio di previsione 1995, già approvato dal Parlamento, il che gli consentirebbe di sciogliere la Dieta. E' chiaro che le pressanti punture di spillo hanno l'unico scopo di portare il Paese ad elezioni anticipale nella speranza di rovesciare l'attuale maggioranza di sinistra e traghettare il governo verso uno schieramento moderato. Ma il calcolo potrebbe rivelarsi errato. La popolarità di Walesa, stando agli ultimi sondaggi, resta in caduta libera e con essa pure le possibilità di affermazione dei partiti che si richiamano agli ideali di Solidarnosc, appannati da anni sulla scia delle diatribe interne fra il presidente ed i suoi antichi seguaci che lo spalleggiarono durante la fase esaltante della lotta antijaruzelskiana. Il voto pertanto, se ci sarà, non dovrebbe spostare di molto gli umori della popolazione sfiduciata e depressa dal caro vita che ha finito per accentuare il divario fra la massa degli indigenti ed i nuovi ricchi del postcomunismo. Non per nulla assume una valenza particolare l'intenzione annunciata dal primate Josef Glemp di riproporre la mediazione della potente Chiesa cattolica quale via d'uscita all'attuale impasse. Ci si chiede pertanto se Walesa sarà disposto ad inginocchiarsi dinanzi all'immagine venerata della Madonna Nera di Czestochowa o proseguirà piuttosto sulla strada della «santa crociata», costi quel che costi. Piero de Garzarolli

Persone citate: Andrzej Olechowski, Josef Glemp, Piero De Garzarolli, Piotr Kolodzieczyk, Waldemar Pawlak, Walesa

Luoghi citati: America, Danzica, Varsavia, Washington