lo, sacerdote e sconfitto «Oggi ho perso 2 volte»

lo, sacerdote e sconfitto «Oggi ho perso 2 volte» lo, sacerdote e sconfitto «Oggi ho perso 2 volte» IL PARROCO ACCUSA GENOVA dal nostro inviato Dice: «Sono un uomo sconfitto, è vero, sono un prete che ha perso». Perché don Bruno? «Perché non c'era il silenzio della fede, in questa chiesa, davanti a un fratello morto, non c'era la preghiera del perdono. Perché non c'era la pace del sacro, ma la tensione dello stadio». Don Bruno Venturelli si leva i paramenti. C'è l'odore di incenso, il silenzio della chiesa. E fuori, gli applausi della folla, i calciatori che vanno. Strano contrasto. «La messa è finita, andate in pace». Don Bruno è un personaggio storico di Genova, quello che parlamentò con i tedeschi 50 anni fa, che mediò per la liberazione del giudice Mario Sossi nel '74; uomo di fede e prete fra la gente, per 46 anni parroco di San Teodoro, dove s'è celebrato il rito funebre in memoria di Vincenzo Spagnolo, ragazzo di curva ucciso da un tifoso del Milan. Prima di chiudere la messa, il cardinale di Genova, Giovanni Canestri, ha richiamato i fedeli per questa sera alle 7: «Mi piacerebbe che voi tornaste qui per pregare in silenzio». Ma perché don Bruno? «Perché questo dovevamo fare, dopo questa messa». Non c'era il senso del sacro, in chiesa, è vero? «No, non c'era. Ed è per questo che facciamo la provocazione di questa sera, una sfida, una vera sfida, per richiamare quelli che credono davvero a meditare in silenzio, a riflettere. A pregare il Signore nostro per un fratello che è morto. Non credo che la chiesa di stamattina fosse piena di fedeli». Ma a che cosa si riferisce? Al perdono che non c'è stato? «Bisogna accettare la sconfitta di noi uomini di Chiesa. Questa società è piena di valori diversi dai nostri. Ma questo non vuol dire che i nostri valori siano superati. Il perdono è un aspetto, non è tutto». E qual è l'altro aspetto? «Io credo che oggi il mondo pagano abbia trionfato sul sacro. Mi sembra che viviamo in un mondo sbagliato che ha smarrito tutti gli ideali e i valori. Si vive di sensazioni, di tv, di ribalta. Non è giusto». Allora, l'ha deciso lei di richiamare i fedeli questa sera? «No, è stato il cardinale. Una sua iniziativa. Ci siamo guardati durante la messa e ci siamo capiti. A me sarebbe piaciuto di più farlo a Santa Marta, che è una chiesa più centrale, può venirci più gente. Lui mi ha detto: no, è successo qui. Dobbiamo tornare qui». E l'ha deciso per questi stessi motivi? «Esatto». Ma perché è successo questo? «Perché non c'è più umiltà, c'è un orgoglio smisurato, e questi ragazzi hanno voluto essere protagonisti». Quali ragazzi? «Quelli die hanno organizzato il funerale, il servizio d'ordine. Ci hanno consigliato pure di chiudere la porta laterale. Noi conosciamo tutti e non vogliamo che entri chi non ci piace, ci hanno detto». Ma la caso J" ' Signore non dev'essere aperta a tutti? «Io ho pensato che non volevano che entrasse qualche scalmanato». E invece? «Oh, non mi faccia parlare. Non lo so, non so. Mi sono buscato la febbre a 39, sa?». Le è venuta la febbre per quel che è successo? «Si vive di queste tensioni. E purtroppo alla mia età si pagano». Quanti anni ha, padre? «Ottanta». E in 80 anni non aveva assistito a niente come stamattina? «In questa forma mai, davvero. Eppure ne ho viste tante, nella mia vita. Ero alla Galleria di San Benigno, ero qui, quand'è scoppiata. Trecento morti. 10 ottobre '45. E il crollo in via Vigione, 21 marzo '68, 19 morti e 40 appartamenti distrutti. Allora dovevo correre qua e là. La gente non aveva neppure il fazzoletto per il naso e la richiesta della mia presenza era automatica. Un altro mondo». Vuole dire che oggi la famiglia Spagnolo non la voleva? «Ma no, io non dico questo. Loro, anzi, mi hanno accolto bene. Diciamo che oggi i miei valori non sono riusciti a prevalere». La famiglia Spagnolo non vuole perdonare l'assassino. E la parola perdono non è stata pronunciata. Cos'è padre?, non è riuscito a convincerli? «L'ho detto: come uomo di fede mi dichiaro sconfitto. I valori sono al¬ tri. Ma Romina l'ha detto "lo perdono", no?». No, padre, ha parlato di convivenza... «Si vede che ha voluto ammorbidire. Ma non è colpa loro, sa? Per conto mio sono plagiati». E da chi? «Da questi ragazzi, dagli amici di Vincenzo. In tre giorni hanno raccolto 12 milioni, sono stati quelli che gli sono rimasti più vicini. E li hanno influenzati». Lei ha perso, padre. Chi o che cosa ha vinto oggi? «La logica del branco. Purtroppo, è così. Ma abbiamo perso tutti, sa? Perché, per conto mio, questi estremismi, queste manifestazioni, sono il risultato del mondo che abbiamo prodotto tutti noi, insieme. Nessuno può tirarsi fuori». [pie. sap.] «E' mancato il perdono e il rito è stato un trionfo del pagano» A destra le due squadre del Genoa e della Sampdoria A sinistra don Bruno Venturelli

Persone citate: Bruno Venturelli, Giovanni Canestri, Mario Sossi, Vincenzo Spagnolo

Luoghi citati: Genova, San Teodoro