Un siluro da Washington

Un siluro da Washington Un siluro da Washington «1repubblicani vogliono trasferire l'ambasciata Usa a Gerusalemme» NEW YORK. Il processo di pace in Medio Oriente è minacciato anche dalla proposta fatta a Washington dal partito repubblicano di trasferire l'ambasciata Usa in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, dove gli Stati Uniti hanno in leasing per 99 anni un'area edificabile di oltre 50 mila metri quadrati nella zona Ovest della città. Sulla Washington Post i commentatori politici Rowland Evans e Robert Novak precisano che il presidente della Camera, il repubblicano Newt Gingrich, appoggia il trasferimento, mentre il presidente Clinton à contrario, almeno sino a quando Israele e l'Olp non avranno negoziato un accordo finale su Gerusalemme. Il trasferimento dell'ambasciata, scrive il quotidiano, creerebbe problemi al premier israeliano Rabin, che si trova ad affrontare «le due tigri del terrore fondamentalista islamico e dell'intransigenza dei coloni ebrei». Se Rabin cedesse alla tentazione di lasciar costruire la nuova sede della rappresentanza americana nella Città Santa, «il processo di pace si disintegrerebbe». Del resto, il semplice riconoscimento americano di Gerusalemme come capitale di Israele creerebbe gravi problemi: «Qualsiasi discussione su Gerusalemme - ha dichiarato un consigliere di Rabin - farebbe saltare in aria il negoziato di pace». La zona Ovest della Città Santa appartiene sin dal 1948, almeno sulla carta, al «Waqf», un organismo fiduciario islamico: il territorio viene considerato sacro dai musulmani. In teoria - sottolineano i due commentatori - Israele non avrebbe nemmeno potuto fare il leasing perché non può vantare alcuna giurisdizione sull'area. Non sembra una coincidenza il fatto che l'articolo di Evans e Novak sia stato pubblicato proprio nel giorno in cui Mubarak ha presieduto il vertice del Cairo. [Ansa]

Persone citate: Clinton, Mubarak, Newt Gingrich, Novak, Rabin, Robert Novak, Rowland Evans