L'Europa fa la pace con la Turchia di F. Gal.

I/Europa fa la pace con la Turchia DIPLOMAZIA Il ministro degli Esteri italiano: l'Est non deve far dimenticare il Mediterraneo I/Europa fa la pace con la Turchia Sì all'unione doganale, debutta Susanna Agnelli LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Da una riunione «informale» ma fattiva fra i quattro maggiori Paesi dell'Europa comunitaria e la Turchia, a livello di ministri degli Esteri, è scaturito ieri il seme di un'intesa che in tempi brevissimi (6 marzo) potrebbe aprire ad Ankara la porta dell'unione doganale come contropartita - in tempi non lunghi - di un ingresso di Cipro nell'Unione europea. Tutti parlano di «progressi», dal ministro britannico Douglas Hurd a Susanna Agnelli che era al suo primo impegno dopo la fiducia al governo; ma altrettanto evidente è lo sforzo per indicare che la riunione di ieri alla Lancaster House non vuole sostituirsi alla discus¬ sione dei Quindici, lunedì a Bruxelles. A una Turchia che si sforza sulla strada della democratizzazione e del rispetto dei diritti umani l'Europa doveva tendere la mano, nel rispetto del delicato bilancino a cui la Grecia fa da perno; anche perché Ankara, come ha osservato il ministro tedesco Klaus Kinkel, rappresenta «un ponte fra l'Europa e il mondo asiatico, cioè con una regione caratterizzata da grave instabilità». «L'allargamento ai Paesi dell'Europa nord-orientale - ha detto Susanna Agnelli - non deve far perdere di vista le prospettive della collaborazione con quelli del Mediterraneo». E per l'italia, che l'anno scorso era stata esclusa (con la Francia) dal primo contatto di Londra e Bonn con i turchi, l'associazione all'esercizio di ieri rappresenta - secondo il ministro degli Esteri - «un significativo riconoscimento del ruolo che l'Italia può svolgere nel contesto delle relazioni fra Turchia ed Europa». Il «do ut des» fra Ankara e Atene è chiaro; e ora i quattro possono ribadire, come ha fatto il francese Alain Juppé, che «Cipro e Malta potranno essere nella prossima ondata di ingressi nella Cee». Forse già nel 2000, i tempi tecnici richiesti dopo la Conferenza intergovernativa del 1996 sugli sviluppi di Maastricht. «Il progresso sulle misure di fiducia è stato concreto», ha detto il ministro turco Murat Karayalcin. [f. gal.]

Persone citate: Douglas Hurd, Klaus Kinkel, Murat, Susanna Agnelli