Controlli per il generale Graciov, in ospedale anche i ministri di Nazionalità e Finanze Un'epidemia cecena infuria al Cremlino
Controlli per il generale Graciov, in ospedale anche i ministri di Nazionalità e Finanze Controlli per il generale Graciov, in ospedale anche i ministri di Nazionalità e Finanze Un'epidemia cecena infuria al Cremlino Tutti «malati» i falchi, è l'anticamera del licenziamento? MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il ministro della Difesa, Andrei Graciov, si è fatto improvvisamente ricoverare in ospedale. Cause imprecisate. «Un controllo medico annuale», dicono i portavoce militari. Ed è il secondo, dopo quello di novembre, che coincise con l'inchiesta parlamentare sulla corruzione nell'esercito. E avviene mentre la guerra di Cecenia è ancora ben lungi dall'essere conclusa e mentre dilagano le voci di un prossimo licenziamento in tronco di Graciov, sotto accusa per la disastrosa campagna di Grozny. Il via alla campagna lo hanno dato le Izvestija con un articolo evidentemente «ispirato», in cui si lasciava capire che Eltsin sarebbe in procinto di silurare Graciov, Stcpascin (capo del controspionaggio) e Egorov (vice-premier e ministro per le Nazionalità). Difficile prevedere gli sviluppi nelle attuali, caotiche condizioni del Cremlino. Ma è singolare che nei giorni scorsi anche il vice-premier Egorov è stato ospedalizzato e provvisoriamente sostituito da Nikolai Semionov. E anche la malattia di Egorov appare misteriosa: a scelta secondo le versioni ufficiose: vuoi una polmonite, vuoi un cancro ai polmoni. E le ospedalizzazioni al vertice assumono carattere epidemico. Da ieri anche il ministro delle Finanze, Vladimir Panskov, si trova sotto controllo medico per un'ulcera, proprio alla vigilia dell'incontro dei ministri delle Finanze del G-7 che è previsto in Canada, a Toronto, a fine settimana. Ma, tornando a Graciov, colpisce anche il discorso tenuto ieri da Vladimir Shumeiko. Il pre¬ sidente della Camera alta del Parlamento - che è anche membro del Consiglio di Sicurezza ha detto ieri a Kaliningrad (candidandosi per le elezioni presidenziali) che «lo Stato Maggiore aveva pianificato un'operazione pacifica, con l'obiettivo di stringere in un anello la repubblica cecena e accerchiare Grozny. Ci hanno trascinato in questa guerra». Chi ha «trascinato»? Evidentemente i generali, Graciov in testa a tutti. L'accusa fa il paio con quella dell'ispirato articolo delle Izvestija che, citando fonti anonime del Cremlino, imputava a Graciov di aver «disorientato il Presidente promettendogli una veloce vittoria a Grozny e, nello stesso tempo, indebolendo la sua percezione del pericolo». A parte la singolare descrizione di uno Eltsin che si fa «disorientare» e che non ha una adeguata «percezione del pericolo», appare evidente che si sta cercando uno o più capri espiatori e che nel Cremlino è in atto una disperata ricerca di nuovi equilibri tra le fazioni in lotta. Ieri il consigliere economico di Eltsin, Aleksandr Lifshits, ha detto che il discorso annuale del presidente alle camere si terrà «prima del 20 febbraio». Era già stato rinviato una volta. Doveva tenersi l'I 1 prossimo, ora si sposta nuovamente in avanti. Evidentemente non sanno ancora cosa dire e mettono le mani avanti annunciando - dice Lifshits «nuovi approcci» in politica economica, un discorso distensivo verso la Duma, una certa «autocritica». Il tutto nella speranza di una riconciliazione con le opposizioni, che ormai abbracciano tutto l'arco politico ad eccezione di Zhirinovskij. Mentre cresce la protesta so¬ ciale. I minatori russi hanno proclamato uno sciopero nazionale di avvertimento per l'8 febbraio, chiedendo al governo di pagare i salari arretrati e di mantenere fede ai programmi d'investimento (non meno di undici trilioni di rubli). Interi comparti industriali, come quello di Severodvinsk, regione di Arkhangelsk, non ricevono salari da tre o quattro mesi e minacciano di scendere in lotta. Il tutto mentre il budget dello Stato appare ogni giorno che passa sempre più irrealistico. I minatori di Vorkuta hanno scritto ieri a Eltsin una lettera aperta che equivale a una,dichiarazione di guerra. Giuliette Chiesa Soldati russi portano la bara del loro colonnello morto in battaglia in Cecenia
Luoghi citati: Canada, Cecenia, Grozny, Kaliningrad, Mosca
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