La procura di Roma ha trasmesso a Milano gli atti. L'accusa è «istigazione alla corruzione» Passa al pool l'indagine Berlusconi-Rai di Susanna Marzolla

La procura di Roma ha trasmesso a Milano gli atti. L'accusa è «istigazione alla corruzione» La procura di Roma ha trasmesso a Milano gli atti. L'accusa è «istigazione alla corruzione» Passa al pool l'indagine Berlusconi-Rai Tre le inchieste sull'ex premier MILANO. Passa a Milano l'inchiesta sul tentativo di «forzato accordo» tra Fininvest e Rai per la divisione di audience e pubblicità. Nessun «conflitto» con la procura di Roma, stavolta: il pm Pietro Giordano si è spontaneamente spogliato dell'indagine, ritenendola di competenza milanese. Con questo trasferimento le indagini su Silvio Berlusconi, a Milano, diventano tre: le tangenti alla Finanza, il caso Lentini e, adesso, le pressioni sui vertici della Rai per la spartizione del mercato. Ed è «istigazione alla corruzione» la nuova ipotesi di reato. A valutare le carte, quando arriveranno da Roma (la trasmissione degli atti, infatti, è stata soltanto annunciata) sarà il procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio. Sarà lui a decidere a quale sostituto passarle, ma non è affatto escluso che possa condurre l'indagine in prima persona. Per ora in procura non si pronunciano né sulla consistenza dell'inchiesta, né sulla validità dell'ipotesi di reato contestata. L'unico commento resta quello di Gianfranco Nappi, deputato di Rifondazione comunista, che, con un esposto, aveva dato il via all'inchiesta: «Il trasferimento degli atti da Roma a Milano - dice - dimostra che sussistono gli elementi di comportamenti delittuosi; altrimenti invece che un trasferimento, ci sarebbe stata l'archiviazione». Nappi aveva presentato il suo esposto nell'autunno scorso e a novembre - appena dopo l'analoga iniziativa della procura milanese - Silvio Berlusconi era finito sul registro degli indagati, a Roma, per concussione e abuso d'ufficio. Nell'esposto si faceva esplicito riferimento a quanto detto e scritto dagli ex dirigenti Rai sul tentativo, da parte Fininvest, di far loro sottoscrivere* un accordo su audience e pubblicità. In particolare veniva ricordata una dichiarazione di Paolo Murialdi, ex consigliere di amministrazione della Rai: «Berlusconi ci fece proporre un accordo di cartello che avrebbe ridotto gli introiti pubblicitari Rai da 1300 a mille miliardi». Il pm Giordano, aperta l'inchiesta, aveva ascoltato diversi testimoni. Tra questi Gianni Locatemi, ex direttore generale della Rai; questo il suo racconto: «Ci fu un incontro con Silvio Berlusconi nel settembre del '93 e da lui partì la proposta di dividere l'audience tra Rai e Fininvest al 45 per cento ciascuno. Poi ci furono incontri con l'amministratore delegato e con il presidente della Fininvest, Tato e Confalonieri». Proprio la sede di questi incontri è il motivo del trasferimento a Milano: i primi almeno, avvennero nella villa di Berlusconi ad Arcore e nella casa di Claudio Demattè, allora presidente Rai, a Milano. In quanto al cambiamento di reato rispetto all'ipotesi iniziale (concussione), si spiegherebbe col fatto che Berlusconi, quando propose l'accordo, non era ancora presidente del Consiglio. Il suo comportamento, secondo la procura di Roma, ricade quindi sotto l'articolo 322 del codice, che riguarda «chiunque offre o promette denaro od altra utilità ad un pubblico ufficiale o a un incaricato di pubblico servizio». La promessa, secondo l'accusa, sarebbe stata la garanzia di «tregua» ai vertici della Rai: come si sa, invece, ci fu la guerra... La nuova indagine sul fronte Fininvest sarà uno degli argomenti del «vertice», già fissato per lunedì in procura. In programma c'è proprio il punto sulle indagini che riguardano Silvio Berlusconi e il suo gruppo: quali sono le carte già arrivate e quali bisogna ulteriormente aspettare dalle rogatorie svizzere; quali altri accertamenti compiere; quali interrogatori. Sopratutto se e quando sentire nuovamente Silvio Berlusconi. Che potrebbe così comparire alla procura di Milano due volte: per rispondere sull'accusa di falso in bilancio e per chiarire cosa disse ai dirigenti della Rai per indurli (vanamente) in tentazione, prima che - per volontà politica del suo governo fossero cacciati dai loro posti. Susanna Marzolla A sinistra l'ex premier Silvio Berlusconi