E il professore disse sì «Ma resto uomo di centro»

E il professore disse sì «Ma resto uomo di centro» E il professore disse sì «Ma resto uomo di centro» ANNUNCIO A SORPRESA SROMA PIEGAVA Romano Prodi alle 11 di ieri mattina ai suoi collaboratori: «Certo l'uomo che deve guidare il centro-sinistra sono io. Il mio nome è venuto fuori quasi naturalmente. Ne giravano altri, ma piano piano c'è stata una scrematura. La cosa si è fatta da sè e comincerà a venir fuori la prossima settimana». A quell'ora il «professore» non si aspettava certo lo scherzetto che gli stavano combinando involontariamente i suoi amici della sinistra dei popolari. Colpa delle solite manovre degli ex de, il nome è stato lanciato in anticipo rispetto ai tempi che si era dato l'interessato. Per contrapporre, infatti, un disegno, un progetto, a quello di centrodestra di Buttiglione ieri improvvisamente Giovanni Bianchi ha messo in campo la candidatura di Romano Prodi a leader di uno schieramento di centro-sinistra. In più, cosa non certo piacevole, il presidente del ppi ha anche spiegato che l'entrata sulla scena del «professore»' è avvenuta grazie ad un interessamento del Capo dello Stato. Una battuta fuori posto, che ha rischiato di mandare all'aria un lavoro sotterraneo che va avanti da quasi un anno. Romano Prodi è da sempre il vero candidato anti-Berlusconi. L'ex-presidente dell'Iri da mesi è predestinato a questo ruolo. Non per nulla quando domenica scorsa Beniamino Andreatta è andato a trovarlo nella sua casa di Bologna per proporgli di nuovo la segreteria del ppi, ha avuto questa risposta: «A me non interessa questo incarico. Semmai vorrei guidare alle elezioni uno schieramento di centro-sinistra come candidato a premier». Il personaggio, infatti, è affascinato dall'idea di diventare l'«antiBerlusconi». E ha studiato per tempo i modi per farsi avanti: il «professore» sarà il leader di un nuovo soggetto politico di «centro» benedetto da uomini come Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi, con dentro Mario Segni, il segretario della Cisl D'Antoni e il presidente della confindustria Abete. In questo nuovo soggetto che vedrà la luce la prossima settimana potrebbero confluire anche i popolari di sinistra, nel caso si verificasse quella scissione del Ppi che tutti danno per scontata. Questo nuovo «centro», ovviamente, si alleerà nelle prossime elezioni con il pds e darà vita ad uno schieramento di centro-sinistra che vuole contrapporsi al centro-destra di Berlusconi-FiniButtiglione. Questo è il piano. Ovviamente, in queste settimane il «professore» tenterà in tutti i modi di caratterizzarsi come uomo di «centro» per contendere il più possibile al Cavaliere e a Buttiglione l'elettorato moderato. «Io - ha ripetuto ieri fino alla noia - sono e resto un uomo di centro. Con la sinistra non c'entro niente, la mia è un'altra storia. Io ora tenterò di costruire questo nuovo soggetto e solo dopo comincerò a dialogare con il pds». Sempre ieri il nuovo «anti-Berlusconi» ha ammesso con gli amici che lo hanno chiamato per fargli i complimenti, che l'operazione che sta per essere varata è in cantiere da molto tempo: «Il tentativo di costruire questo nuovo soggetto con gente come Segni, gli ex-socialisti e D'Antoni va avanti in maniera confusa da diversi mesi. Oggi, però, la cosa diventa concreta perché c'è stata un'accelerazione improvvisa». L'«accelerazione improvvisa» di cui parla Prodi è l'eventualità sempre più probabile che si voti a giugno. Il personaggio non appare impreparato. L'uomo per gli incarichi che ha ricoperto in passato (è stato presidente dell'Eni e dell'Iri) gode di buoni rapporti sia a livello internazionale, sia Oltretevere. Negli ultimi giorni ha incontrato l'ambasciatore americano a Roma, Bartholomew, e più volte il presidente della Cei, il card. Ruini, al quale è legato da tempo visto che l'alto prelato ha anche celebrato il suo matrimonio. Così se il card. Sodano, eminenza grigia in Vaticano, guarda verso il centrodestra di Berlusconi e Buttiglione, Prodi può contare sulla non ostilità del card. Ruini e sull'appoggio della parte più progressista dell'Episcopato, quella dei card. Martini o dei mons. Bettazzi. In più l'uomo ha cominciato a farsi conoscere. Già, lo scorso anno era considerato un concorrente temibile nell'entourage di Berlusconi: Codignoni, l'uomo dei club, ammise giusto nel gennaio del '94 che i sondaggi commissionati dal Cavaliere indicavano in Prodi un avversario all'altezza. Da qualche mese, poi, a dimostrazione che l'operazione non è nata ieri, Prodi appare quotidianamente come esperto di economia al Tg3. Ora è probabile che la sua campagna specie se si voterà a giugno - sarà fatta a tambur battente. Una mano, anzi più d'una, verrà dal pds che trova in Prodi l'unico salvagente a cui aggrapparsi dopo il «voltafaccia» di Buttiglione. Certo D'Alema si muoverà con cautela in queste prime settimane per non appannare l'immagine di Prodi uomo di centro: «Lo benediremo - ha confidato il segretario del pds ai suoi - tra qualche settimana». Detto questo la candidatura dell'ex presidente dell'Iri è da sempre nelle menti dello stato maggiore pidiessino. Anche nelle scorse elezioni la possibilità di lanciare quel nome fu accarezzata per diversi mesi a Botteghe Oscure nel caso il ppi di Martinazzoli avesse accettato l'idea di dar vita ad un'alleanza elettorale con il pds. E proprio nell'ultima crisi di governo il nome di Prodi è stato in testa alle preferenze della Lega e degli uomini di D'Alema. Infine Scalfaro. L'uscita di Bianchi di ieri, quel parlare di un interessamento del Colle ha messo in imbarazzo il Capo dello Stato. Ma che tra Prodi e Scalfaro ci sia un rapporto strettissimo al Quirinale lo sanno anche i muri. Il Presidente della Repubblica, ad esempio, richiamò pubblicamente i magistrati di Mani pulite al senso di responsabilità quando il «pool» si mise in testa di interrogare l'allora presidente dell'Iri. Ed ancora: durante la crisi che portò al governo Ciampi, Scalfaro pensò per un momento di affidare l'incarico a Prodi; la cosa naufragò perché Mario Segni non accettò in quell'occasione di assumere la carica di vice-premier. Infine, il nome di Prodi è stato ventilato dagli uomini del Quirinale anche nell'ultima crisi di governo. Ecco perché è probabile che ieri Giovanni Bianchi abbia detto la verità: il presidente del ppi ha solo peccato di imprudenza rendendo pubblica una cosa che doveva rimanere segreta. Dato che le possibilità che si voti a giugno aumentano di giorno in giorno, non c'è, infatti, nulla di più credibile che Scalfaro abbia fatto i suoi passi per spingere il «professore» a scendere in campo: Prodi è il candidato naturale di quello schieramento di centro-sinistra che vuole contrastare il Polo di centro-destra e Silvio Berlusconi. Augusto Minzolini «Devo pensare a costruire un nuovo movimento Poi mi occuperò dei rapporti con il pds» Gi«QpedROMgan: pistame iProdiliticacontrgno, Profeanni gno dmattvitatin biPrimvero «poogareancoal goper urico percquelrica me duoml'ulti Romano Prodi «scende in campo» contro Berlusconi Nella foto , al centro il leader del ppi Rocco Buttiglione

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