L'economista ha deciso di guidare il centro-sinistra e vuole puntare a Palazzo Chigi Scende in campo Prodi sfida alla destra

L'economista ha deciso di guidare il centro-sinistra e vuole puntare a Palazzo Chigi L'economista ha deciso di guidare il centro-sinistra e vuole puntare a Palazzo Chigi Scende in campo Prodi, sfida alla destra «Si tratta di una cosa seria, ci pensavo da molti mesi» ROMA. Se ne parlava da più di un anno (era il chiodo fisso di Massimo D'Alema). Poi da luglio scorso - con una sapiente regia e frequenti apparizioni su Rai3 - l'operazione «discesa in campo» di Romano Prodi ha preso il via. E così l'economista emiliano (due volte presidente dell'Iri, con la segreteria De Mita e con il governo Ciampi) ha deciso di candidarsi alla guida di uno schieramento di centrosinistra con l'obiettivo di conquistare Palazzo Chigi. Ufficialmente, Prodi non ha ancora rotto gli indugi, ma già si sa che è pronto a farlo: «Non è un mistero - ammette - sono mesi che ci penso. Comunque domani (oggi per chi legge n.d.r.) farò una dichiarazione, perché si tratta di una cosa seria, su cui non si può giocare». Il progetto - si diceva - è stato covato a lungo. E in questi giorni Prodi ha contattato molti politici (De Mita, D'Alema, Scalfaro, Andreatta, Segni, Cossiga ecc.) e imprenditori per far conoscere le sue intenzioni. Ma anche con la migliore delle regie, alle volte, si può scivolare sulla classica buccia di banana. Ed è quello che è successo ieri all'ex presidente dell'Iri. Il quale doveva essere presentato all'americana: un uomo solo attorno a cui si aggregano altri personaggi di spicco e forze politiche. Un uomo di «centro». E' finita, invece, che Prodi, ancor prima del suo debutto, è apparso come il candidato di Scalfaro e del pds. La colpa, ovviamente, non è sua, bensì di qualche esponente politico troppo ciarliero. Basta vedere come è andata ieri. In mattinata, l'ex presidente dell'Iri incontra una delegazione di popolari: Mancino, Andreatta, Bianchi, Russo Iervolino, Mattarella, Bindi. Un colloquio obbligato, visto che con la sua iniziativa Prodi rischia di provocare la scissione del ppi, il cui segretario Buttiglione di andare con il pds non ne vuole proprio sapere. Alla «sinistra» dell'ex de l'«AntiBerlusconi» spiega: «Ora che il vostro segretario si è spostato su Forza Italia e An, io sento il dovere di scendere in campo. E la settimana prossima farò un appello al cuore dei popolari perché non si lascino attirare dalla destra». Al termine dell'incontro bocche semicucite per il terrore di far apparire Prodi come un candidato di Pa- lazzo troppo schiacciato sulla sinistra. Il presidente del ppi, Giovanni Bianchi, però, spiffera tutto: «Romano - riferisce si è detto pronto a guidare un cartello di centro-sinistra. L'iniziativa di questo incontro è stata sua: prima ha avuto un illuminante colloquio con Scalfaro». Come a dire, il capo dello Stato ha dato il «via libera». Una «gaffe» che non si cancella con le successive smentite. E che Cesare Previti - il quale non aspettava altro - coglie al volo per fare dell'ironia: «Non possiamo credere - commenta - che il capo dello Stato indossi la maglia di uno schieramento politico». Al primo incidente, se ne aggiunge un altro. Proprio mentre D'Alema, come da copione, fa il distaccato («Prodi? E' una candidatura del centro cattolico»), il suo capogruppo alla Camera, Luigi Berlinguer, si esalta: «Evviva Prodi!», esclama, in una conferenza stampa di ppi-pdslega e patto Segni che si trasforma in un battesimo dell'ex presidente dell'Iri, da parte della «nuova maggioranza». Andreatta, che gli siede accanto, ha un sobbalzo, poi cede anche lui: «Sì: è un ottimo presidente del Consiglio contro Berlusconi». E, come se non bastasse, Fausto Bertinotti fa di necessità virtù e dichiara che Prodi è un «moderato», ma che Rifondazione può farci sopra un pensierino, se lo scopo è quello di battere la destra. La «concorrenza» ovviamente gongola. E infatti sia Berlusconi che Fini plaudono alla «discesa in campo» di Prodi in nome della «democrazia dell'alternanza». Solo Umberto Bossi si trasforma in un pesce in barile («non mi interessa la politica delle poltrone»). Buttiglione, invece, fa gli auguri a Prodi anche se lui comunque seguirà un'altra strada: quella del «dialogo con le forze di centro, prima di tutto con Forza Italia, e pure con alcuni esponenti di An». Il segretario dei popolari, però, non può fare a meno di nascondere la sua preoccupazione: «Fa bene - dice - a candidarsi. Lo faccia però dichiarando onestamente i suoi propositi e non pretendendo di portare con sé il ppi». Già, Buttiglione sa che l'operazione «discesa in campo» di Prodi prevede anche la scissione del suo partito. Maria Teresa Meli Ma la sua iniziativa rischia di provocare la scissione del ppi Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro

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