Dal 7 febbraio a Venezia un mese dedicato al centenario E ora il teatro è cinema

Dal 7 febbraio a Venezia un mese dedicato al centenario Dal 7 febbraio a Venezia un mese dedicato al centenario E ora il teatro è cinema Mia scoperta di Totò sconosciuto VENEZIA. Auguri cinema, dice il teatro. Contraddizione? Non per Maurizio Scaparro, che ha ideato un massiccio programma di teatro, musica, proiezioni, mostre e discussioni per festeggiare il primo centenario della nascita del cinematografo e per cercare di superare la barriera tra arte viva e arte riprodotta. E quindi si spiega che il titolo della rassegna sia «Il teatro è cinema». Per Scaparro le due arti, unendosi, «possono essere utili e non concorrenti in tempi di incultura dilagante». Bisogna reinventare tutto, dice, poiché «viviamo un'emergenza creativa». E così a Venezia, dal 7 febbraio al 3 marzo, si svilupperà un vero e proprio festival multimediale che non avrà nulla in comune con il Carnevale, non invaderà né calli né campielli, ma troverà ospitalità nei teatri, nei cinema, nelle fondazioni. Si comincerà al Museo Correr con la mostra dedicata a Marcel Carnè e ai 50 anni del suo film più grande e poetico, «Les enfants du paradis», che sarà proiettato in un'edizione restaurata. Il regista, che oggi ha 85 anni, è atteso a Venezia il 24 febbraio. Intanto ieri, alla presentazione dell'iniziativa, ha inviato un messaggio di saluto firmandosi «un enfant du paradis», un figlio del paradiso. Una seconda mostra, in programma alla Fondazione Bevilacqua dal 14 febbraio al 3 marzo, riguarderà Ennio Flaiano e la sua attività fra teatro e cinema. Terza e preziosissima esposizione, al Malibran dal 15 al 28 febbraio, avrà per protagonista Totò, una supermarionetta che nacque, ricorda Scaparro, negli anni in cui si erano consolidate le avanguardie artistiche. «Que- sta è la mostra che mi è più cara», confessa. E spiega: «Nessuno ricorda che Totò è nato dalla miseria del varietà per diventare un punto di riferimento per gli studiosi». Saranno visibili autentiche rarità. Per esempio dieci disegni di Fellini e un documento cinematografico del '31, assolutamente sconosciuto, in cui Totò interpreta una breve scena di cinevarietà. La scoperta (di Alfredo Bini) consente di anticipare di sette anni l'esordio cinematografico dell'attore. Il fronte della prosa è affollatissimo. Ci limitiamo a ricordare il Berliner Ensemble che il 24 febbraio, alla Fenice, rappresenterà «Das Wunder von Mailand», cioè «Miracolo a Milano»; il giorno dopo, tra Canal Grande e Piazza San Marco, gli Els Comediants di Barcellona daranno vita a «Quando i geni del fuoco scoprirono il cinema», unico spettacolo all'aperto della rassegna. Grande attenzione ai personaggi di Carmen, del Barbiere di Siviglia e di Don Giovanni. La Fenice presenterà il 17 febbraio un'edizione del «Barbiere» diretta da Marco Armiliato con la regia di Federico Tiezzi. Il 27, ancora alla Fenice, Claudio Abbado e la Chamber Orchestra of Europe eseguiranno musiche di Rossini, Haydn, Schoenberg e Schubert. Da segnalare i recuperi della «Carmen» di Lubitsch e di «A burlesque on Carmen» di Charlie Chaplin. Non si dimenticherà Rodolfo Valentino, di cui saranno presentati i film più celebri con le colonne sonore eseguite dall'orchestra della Fenice. Sarà dato spazio al cinema muto napoletano, le cui canzoni saranno affidate a Mario Merola. Fra i momenti di discussione citiamo l'incontro con Maurizio Scaparro il 7 nelle Sale Apollinee della Fenice, e con Maurizio Costanzo il 18 alla Fondazione Cini. Se tutto ciò non bastasse, ecco le letture poetiche, i recital e i concerti spagnoli, gli spettacoli per bambini, la danza, i momenti di studio su Visconti e su Pasolini. I programmi di Scaparro non conoscono le cure dimagranti. Tuttavia non sono grassi per ingordigia. Il calendario della rassegna veneziana è così fitto soprattutto per due motivi: per offrire un'occasione irripetibile di spettacolo in tutti i suoi aspetti e per recuperare quella capacità comunicativa che sembra quasi perduta. E' il sogno di Scaparro, la sua Grande Utopia. E se il teatro va ad abbracciare il cinema, è perché «la fantasia umana ha bisogno di rafforzarsi». Osvaldo Guerrieri Totò. A sinistra una scena de «I quattro dell'Apocalisse» con Rodolfo Valentino

Luoghi citati: Barcellona, Milano, Siviglia, Venezia