Una polenta così fighetta che ti scuoia la nostalgia di Alessandro Baricco

Una polenta così fighetta che ti scuoia la nostalgia B A R N U M LO SPETTACOLO DELLA SETTIMANA Una polenta così fighetta che ti scuoia la nostalgia IN macchina, fermo al semaforo, con un pullman di fianco che mi frulla in folle a venti centimetri. Lui è alto, io meno, così quando giro la testa quel che vedo non è propriamente un pullman, ma un pezzo della sua fiancata, e in particolare quello coperto da un cartello pubblicitario, e in particolare una parte di esso, e precisamente quello in cui, ineludibile, appare una forma di polenta. Ho una polenta a venti centimetri dagli occhi. Viene da tirare su col naso e sentire il profumo. Provo: niente. Sarà per il finestrino chiuso. Però la polenta è pazzesca. Fotografata come se fosse l'arcangelo Gabriele, giallo oro che sembra oro davvero, circonfusa di luce, ma una luce metafisica, divina. La forma è perfetta, quasi una semisfera appoggiata su un asse circolare di legno: la superficie della calotta leggermente increspata, qua e là, in quella soda budinosità che solo la polenta conosce. Ogni incre¬ spatura sembra il tocco di un artista. Tutto così perfetto, leccato, controllato. E' polenta, ma sembra prodotta da Christian Dior. Inizio a sentire il retrogusto di un fastidio bestiale. Io una polenta così fighetta non l'avevo mai vista. Forse non la vorrei mai vedere. Fa uno strano effetto. Come trovarsi Tina Anselmi, tutta carabistata, sulla copertina di Marie Claire. Ma lasciatela in pace, ti viene da pensare. Mentre lo sto pensando, arriva il verde e il pullman parte, ed è questo che mi frega. Perché mentre quello mi scivola di fianco, faccio in tempo a percepire con la coda dell'occhio qualcosa dello slogan, e quel qualcosa è una parola, bella grande: nostalgia. Io ci tengo alla nostalgia. Mi piacerebbe non ce la facessero fuori. Se posso fare qualcosa per difenderla, lo faccio. Così inseguo il pullman. Come la Bardot inseguirebbe una nave di cacciatori di foche. Alla fine, riesco a raggiungerlo e leggo. Micidiale: «La nostalgia è pronta in 5 minuti». Come una foca scuoiata. Mi hanno scuoiato la nostalgia. Tecnicamente, il messaggio è perfetto, non c'è che dire, hanno lavorato bene; c'è l'informazione merceologica (polenta precotta, 5 minuti e via) e c'è lo sfondamento nel sentimentalfantastico; l'appello a un passato idilliaco, perduto ma a portata di mano. Lo slogan è completato da una serie di ruffianate accessorie: dietro alla polenta sbuca tra le brume il crinale di una collina, e sul crinale il profilo di un paesello piamente raccolto sotto l'ombra paterna di un campani¬ le. Il pay-off sa di già sentito, ma intanto spalma un po' di miele attribuendo all'Azienda produttrice l'impegnativo appellativo di «Casa delle bontà». Completa il tutto il nome della polenta. Secondo me una polenta dovrebbe chiamarsi Polenta F.lli Fontolan. 0 Polenta e basta. Questa si chiama Polenta Pandea. Bum. Pandea. Sembra il nome di una città utopistica inventata da qualche mistico del '500. Sembra il nome di un van della Toyota. Sembra il nome della barca di Gianni Letta. E invece è una polenta. Ma si può? Non è più di moda fare le pulci alla pubblicità. E' come se tutti ci sentissimo superiori, e non valesse più la pena di discutere l'idiozia dei messaggi. In parte è anche vero, ma non del tutto. Ogni tanto, qualche civile protesta non fa male. La nostalgia in 5 minuti, secondo me, è da denuncia. Cinque minuti sono un'enormità, la nostalgia è una cosa da un attimo, chi sa cos'è sa che è la cosa più veloce del mondo. Cinque minuti sono un niente, per capire cos'è davvero la nostalgia ti ci vogliono secoli, e chi da secoli sta a spiarla per capirla lo sa. La nostalgia è uno dei pochi sentimenti che continuano a essere veri, con un'ostinazione sorprendente: e finché resiste salva tutta una galassia di nomi come patria, lontananza, tempo, cose cosi, mica da scherzare. Vale la pena di difenderla. E non vale la pena di scomodarla per vendere polenta. Con quella storia poi dell'ltalietta rurale, cattolica, povera e innocente (mai esistital che si incrocia con l'Italia fighetta dei sentimenti cellophanati, dio che tristezza. Pasolini ci sarebbe andato a nozze. Ci avrebbe fatto su tutta una teoria antropologico-politica delle sue, che tutto spiegavano, e che intanto nessuno stava a sentire. Più modestamente, io vorrei solo dire che quella polenta, e il campanile, e la Pandea, e la nebbiolina sul paesello, e i cinque minuti del precotto, tutta questa mercanzia che vaga impi unente sulle fiancate degli autobus è roba da nausea, e da ridere, e da mandarli in mona. Così, giusto per la cronaca, e per quanto può valere il parere di un consumatore medio di polenta. E di nostalgia. Alessandro Baricco Tutto perfetto, leccato, controllato: sembra prodotta da Dior wm Giallo oro, circonfusa di luce divina, come l'arcangelo Gabriele

Persone citate: Bardot, Christian Dior, Fontolan, Gianni Letta, Marie Claire, Pasolini, Polenta, Tina Anselmi

Luoghi citati: Italia