Gli stilisti: «Roma non perderà le sfilate». E Versace: orgoglioso del nostro artigianato Moda rivincita in Campidoglio di Antonella Amapane

Gli stilisti: «Roma non perderà le sfilate». E Versace: orgoglioso del nostro artigianato Gli stilisti: «Roma non perderà le sfilate». E Versace: orgoglioso del nostro artigianato Moda, rivincita in Campidoglio Dopo le polemiche, è l'ora degli applausi ROMA ' DAL NOSTRO INVIATO Ha sette vite come i gatti. E dopo la mazzata eccola nuovamente in pista. L'alta moda italiana non vuole morire. Lotta con le unghie e con i denti, nel tentativo di conservare il suo posto al sole. Ieri, la couture ha debilitato in Campidoglio. Nella sala della Protomoteca Gattinoni ha avuto la sua rivincita fra un mare di appluasi. «Certo c'è un po' di maretta fra chi sfila qui e chi va in scena all'Acquario, vicino alla stazione. Ma sono le solite gelosie. Intanto qualche cosa si muove», raccontava soddisfatto il presidente della Camera della Moda, Giuseppe Della Schiava, sicuro che il suo piano di rilancio triennale avrà un grande riscontro: «Dicono tutti di voler andare a Parigi, ma si tratta di sparate passeggere. I francesi sono cattivelli con i nostri stilisti». A mettere una buona parola sul made in Italy scende in campo anche Versace: «Se non esistesse l'artigianato italiano non potrei realizzare neppure un vestito. Sono orgoglioso della nostra mano d'opera», spiega Versace che giovedì attende il responso della causa intentata contro un articolo diffamatorio dell'Indipendenl on Sunday (il testo paragonava lo stilista calabrese e il suo staff ai Borgia). Le due parti si sono già messe d'accordo e la testata verserà 240 milioni di danni alla maison. La cifra sarà devoluta in beneficenza. Intanto si viene a sapere che Versace ha appena fatto fotografare Stallone e la Schiffer senza veli per la campagna pubblicitaria del suo vasellame. Dopo Ma donna però si parla di una nuova testimonial: Courtney Love, vedova del leader dei Nirvana. E' dispiaciuto Versace che l'alta moda si realizzi in Italia, ma si debba presentare a Parigi? «Dimostra l'incompetenza dei nostri politici. Non hanno capilo che questo settore è un grande patrimonio che andava salvaguardato. E' triste, ma ormai la couture è in Francia». Irremovibile da Roma è Fausto Sarli che, dopo aver stordito la platea con un turbinio di 78 vestiti per la prossima estale, dichiara: «Di qui non mi muovo, a costo di reslare solo e di pagare le trasferte di tutti i giornalisti nella capitale». Soltanto per lui la fuoriclasse Carla Bruni incede in pedana. Ora con l'abito rosso da pomeriggio, decorato da inaerò fiocchi, ora in lunga toilette da sera plissettata a fiori sfumati. E infine avvolta nel gonfio abito da sposa in pizzo e seta. Applaudono soddisfatte le varie signore Fini e Tatarella. Mentre da Riva è attesa Donatella Dini. Il parterre continua a essere una gara di esibizioni. Dalla brava costumista, quanto discutibile couturier, Grace Pear (leggi Graziella Pera) è il festival della tivù. Da Marisa Laurito formato Liz Taylor a Sandra Milo versione Heydi, con tanto di mollette a trattenere la chioma dal biondo incerto. E poi Pippo Franco, Oreste Lionello, Andy Luotto, Leo Gullotta. Chez Gattinoni dimagrita, e petulante come sempre, compare Marina Ripa di Meana. Ma pochi la condiderano. L'attenzione si sposta subito sul nuovo sex symbol, Sabrina Perilli, chi; pare appena alzata dal letto. Sorride estasiato il duo Bo- | naccorti-Di Lazzaro di fronte alle inossidabili Benedetta Barzini e Isa Stoppi. In pedana le ex top degli Anni Sessanta sono notevoli: gambe da primato e un'invidiabile disinvoltura di chi porta a passeggio serenamente le proprie rughe. Non si sente certo la mancanza di Ève Salvais: la mannequin punk, dichiaratamente lesbica, ha dato forfait all'ultimo momento. E' bravo Gattinoni a reinventare la couture con humor. Le sue donne con simbolici baffi e pipa vestono trine e pizzi dagli orli digradanti, scandite da trasparenze discrete. Mentre le lavorazioni certosine decorano baby doli, ombrelli e addirittura costumi da bagno. Il corredo da mare è una novità, declinata da astuti calzoncini svasati che, all'occorrenza, nascondono fianchi e cosce robuste. Al Grand Hotel, sedute come al cinema le signore bon ton rivedono il video del defilé di Leila Curiel, girato al teatro milanese Dal Venne. Di quegli abiti, soltanto un piccolo surrogato dal vero arriva a Roma, addosso a dieci modelle. Accanto alla sarta milanese - maestra negli abiti percorsi da piccoli nervure che ridisegnano il fisico con grazia ci sono la principessa Boncompagni e l'ambasciatrice italiana a Mosca. Beatriz Di Roberto ha invitato la Curiel a sfilare in Russia a ottobre. Antonella Amapane